Occulto
Archeologi tedeschi dissotterrano una rara tavoletta per invocare Satana sotto un municipio tedesco
Archeologi tedeschi hanno portato alla luce una «tavoletta della maledizione» – un frammento di piombo arrotolato – con iscrizioni per evocare Belzebù, cioè il Satana, il demonio.
Si pensa che la tavoletta medievale del XV secolo su cui sono incisi incantesimi satanici abbia come bersaglio due amanti. Due teorie rivali affermano che potrebbe derivare dalla gelosia e dall’amore non corrisposto o potrebbe essere un tentativo di separarli.
Inizialmente scambiato per rottami metallici, questo oggetto poco appariscente è stato scoperto sul fondo di una latrina nel cantiere del municipio nella città di Rostock, nel nord della Germania, secondo i documenti ufficiali della città.
Ad un esame più attento la tavoletta, risalente al XV secolo, rivelò un testo scolpito in minuscoli caratteri gotici, appena leggibile. Diceva: «sathanas taleke belzebuk hinrik berith».
Questa scrittura criptica è stata tradotta come una maledizione su una donna e un uomo di nome Taleke e Hinrik (Heinrich), rispettivamente. Invocherebbe quindi i nomi Belzebù, uno pseudonimo di Satana, e Berith, un’ulteriore entità demoniaca nota sin dall’antichità.
Baal-Berith, chiamato anche semplicemente Berith, era una divinità cananea nota come il «Signore delle alleanze». Era venerato come il protettore dei patti e delle alleanze, e le persone giuravano fedeltà ai loro accordi o patti appena conclusi davanti alla sua statua. Secondo quanto riportato nel Libro dei Giudici, il culto di Baal-Berith era ampiamente diffuso tra i popoli che erano sottomessi da Israele, con particolare riferimento alla città di Sichem.
Sostieni Renovatio 21
Ba’al Zebub, o Ba’al Zebul (in ebraico «Signore delle mosche»), era una divinità venerata nella città filistea di Ekron. Beelzebub (pronunciato be-elzebùb), adattato in italiano come Belzebù, è il nome attribuito a questa divinità secondo la Vulgata. Nel Secondo Libro dei Re, Ba’al Zebub compare come la divinità invocata dal re d’Israele Acazia, malato, al fine di conoscere la sua sorte riguardo alla guarigione. Questo atto provoca l’ira e la maledizione del profeta Elia (2Re 1-2). Al di fuori delle scritture bibliche, non sono disponibili informazioni aggiuntive su questa divinità. Il nome biblico Ba’al Zebub è stato associato nella cultura cristiano-occidentale e islamica a un’entità diabolica di grande potere, nota come Beelzebub.
Nella tradizione cristiana, Beelzebub è considerato uno dei «sette principi dell’Inferno» ed è spesso identificato con Satana, il cui nome in ebraico significa «Avversario». Questa associazione con il male e con l’avversario spirituale è stata plasmata nel corso della storia e ha contribuito a formare la percezione di Beelzebub come una figura demoniaca di grande importanza nelle credenze religiose e nelle opere letterarie.
«Qualcuno voleva interrompere la relazione tra Taleke e Heinrich? Si trattava di amore respinto e gelosia, qualcuno dovrebbe essere messo da parte?» hanno speculato i ricercatori interrogandosi sul motivo dietro la maledizione.
Jorg Ansroge, ricercatore capo dell’Università di Greifswald, ha affermato che la scoperta è eccezionale per via del suo periodo storico. Sebbene tavolette di maledizione simili siano note fin dall’epoca greca e romana, dall’800 a.C. al 600 d.C., un ritrovamento del genere del XV secolo è raro.
«La nostra scoperta… può essere datata al XV secolo. Questa è davvero una scoperta molto speciale», ha detto il professor Ansorge.
Il posizionamento della tavoletta in una latrina è coerente con la pratica storica di nascondere le tavolette della maledizione dove sarebbero difficili da trovare, presumibilmente per nasconderle al bersaglio della maledizione.
Non è difficile trovare nei musei italiani tavolette simili, piene anche di male parole, ritrovate in posti improbabili, come in fondo ai pozzi, a buchi nel terreno, e così via.
La pratica di nascondere oggetti maledetti, in modo da colpire le persone con malefizi, è ben conosciuta dagli esorcisti ancora oggi. Tali strumenti di maledizioni sono riscontrati nei prati, sotto gli alberi, sotto i pavimenti, sotto i letti, etc.
Renovatio 21 avanza l’ipotesi che il fenomeno pluridecennale dei feti nel barattolo ritrovati in giro per l’Italia siano una forma moderna, e sconosciuta, di maledizione satanica: come dei talismani del male che, occultati, irradiano al mondo uno dei sacramenti del demonio installati nella società moderna, l’aborto.
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Immagine di Archeology in Mecklenburg-Western Pomerania (AIM-V) via Twitter