Immigrazione

Ancora proteste fuori da un hotel britannico che ospitava un africano accusato di reati sessuali

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Giovedì sera, scene di violenza si sono verificate nella città di Epping, nell’Essex, dove centinaia di residenti e manifestanti contrari all’immigrazione di massa hanno manifestato davanti a un hotel che ospitava richiedenti asilo. La protesta, inizialmente descritta come pacifica e coinvolgente famiglie locali, si è intensificata con l’arrivo di contromanifestanti mascherati, che hanno richiesto l’intervento della polizia antisommossa.

 

Le proteste sono state innescate dall’arresto, all’inizio della settimana, di Hadush Gerberslasie Kebatu, un richiedente asilo etiope di 41 anni, con molteplici accuse, tra cui tre capi d’imputazione per violenza sessuale e uno per istigazione a compiere atti sessuali su una minore. Gli episodi sarebbero avvenuti nel centro di Epping il 7 e l’8 luglio, pochi giorni dopo l’arrivo del Kebatu in Gran Bretagna via mare, il 29 giugno.

 

Giovedì il Kebatu ha avuto la sua prima udienza presso il tribunale di Chelmsford. Secondo l’accusa, Kebatu ha cercato di baciare una studentessa che stava mangiando una pizza vicino a Epping High Street, e il giorno dopo si è avvicinato di nuovo a lei, tentando di baciarla. È anche accusato di aver toccato una donna vicino a un fish and chips e di averla definita «carina».

 

Epping Erupts: Why This Migrant Hotel Is Ruining Essex 🇬🇧

 

Kebatu, che ha indicato come suo indirizzo High Road, Epping – dove si trovava il Bell Hotel, dove era alloggiato – ha negato ogni accusa. È stato rinviato in custodia cautelare in attesa del processo di due giorni previsto per il 26 agosto.

 

La notizia del suo arresto ha scatenato la rabbia pubblica. Giovedì sera, i manifestanti si sono radunati davanti al Bell Hotel, gridando «Proteggiamo i nostri bambini». Tra la folla c’erano genitori, nonni e bambini, a cui si sono uniti attivisti anti-immigrazione con striscioni e altoparlanti.

 

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Tuttavia, le tensioni sono esplose con l’arrivo di attivisti Antifa, con conseguenti scontri e una massiccia presenza della polizia. Secondo quanto riferito, sono state lanciate bottiglie contro i furgoni della polizia e sono circolati online filmati che mostrano agenti che si scontrano con i manifestanti.

 

La controprotesta esibiva cartelli perfettamente stampati («Welcome Refugees») e identici. Qualcuno è arrivato a dire che sarebbero stati trasportati dalle camionette della polizia inglese.

 

 

 

Un manifestante pro-autoctoni sembra essere stato investito da un furgone della polizia, che poi si è allontanato senza accertarsi delle sue condizioni.

 

 

 

In rete pullulano immagini che mostrano quanta polizia sia stata messa a difesa dell’hotel degli immigrati – invece che a protezione della popolazione dei cittadini contribuenti.

 

 


La polizia dell’Essex ha confermato l’arresto di una persona sospettata di rissa e che un agente ha riportato lievi ferite al collo. La polizia ha inoltre confermato di aver richiesto il supporto della Metropolitan Police e della British Transport Police per gestire i disordini.

 

Il leader del Consiglio distrettuale di Epping Forest, Chris Whitbread, ha fatto eco alla frustrazione locale per l’uso dell’hotel come centro di asilo, dichiarando a GB News: “È una posizione inappropriata… proprio dietro l’angolo di una scuola. Non siamo mai stati consultati; ci è stata scaricata addosso dal Ministero dell’Interno”.

 

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Anche i parlamentari locali Neil Hudson e Alex Burghart hanno chiesto la chiusura dell’hotel, citando preoccupazioni per la sicurezza della comunità e la vicinanza alle scuole locali.

 

Il sovrintendente capo Simon Anslow ha dichiarato: «Disturbare e offendere non è mai una risposta appropriata, a prescindere dalla forza dei sentimenti in questo caso e su questa questione. Le persone che protestano pacificamente, legalmente e responsabilmente non preoccupano né noi né il pubblico in generale. Tuttavia, non possiamo e non tollereremo mai comportamenti criminali di alcun tipo».

 

La polizia dell’Essex ha dichiarato che la sua risposta continuerà nei prossimi giorni e che chiunque sia coinvolto in condotte criminali durante le proteste sarà identificato e perseguito «severamente».

 

L’episodio dimostra come la rabbia degli autoctoni britannici contro l’immigrazione di massa implementata dal governo, esplosa in maniera massiva l’estate scorsa, non sia per nulla esaurita.

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Immagine screenshot da YouTube

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