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Anche in Svezia zero morti per COVID fra i bambini

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Dati medici confermano che anche in Svezia vi sono state zero morti per COVID fra i bambini.

 

Lo sostiene un saggio pubblicato su PubMed a firma di quattro scienziati del Karolinska Institutet di Stoccolma, dell’Ospedale Vrinnevi  (Norrköping) e dell’Associazione Svedese di Reumatologia Pediatrica.

 

I dati sui bambini svedesi raccolti nello studio – intitolato Open Schools, COVID-19, and Child and Teacher Morbidity in Sweden
(«Scuole aperte, Covid-19 e morbilità di bambini e insegnanti in Svezia»)–  riguardano
1.951.905 bambini in Svezia di età compresa tra 1 e 16 anni, seguiti dal 31 dicembre 2020.

 

I ricercatori hanno trovato zero morti

Come può immaginare il lettore a consocenza del caso della Svezia, Paese refrattario alle restrizione pandemiche, si tratta di bambini che hanno frequentato la scuola in gran parte senza lockdown e sneza mascherine.

 

I ricercatori hanno trovato zero morti.

 

«Nonostante la Svezia abbia tenuto aperte scuole e asili nido, abbiamo riscontrato una bassa incidenza di gravi casi di COVID-19 tra gli scolari e i bambini in età prescolare durante la pandemia di SARS-CoV-2» scrive il paper

 

Lo studio svedese conferma quanto già emerso da un altro recentissimo studio svolto in Germania, che ha trovato zero bambini sani tra i 5 e i 18 anni morti per COVID.

 

«Nel complesso, il carico associato alla SARS-CoV-2 di un decorso grave della malattia o della morte nei bambini e negli adolescenti è basso» scrive il paper tedesco pubblicato su Medarxiv.

 

«Nonostante la Svezia abbia tenuto aperte scuole e asili nido, abbiamo riscontrato una bassa incidenza di gravi casi di COVID-19 tra gli scolari e i bambini in età prescolare durante la pandemia di SARS-CoV-2»

Come noto, nei giovani il vaccino anti-COVID potrebbe avere tra gli effetti collaterali la miocardite.

 

I Paesi scandinavi, in blocco, hanno fermato alcune vaccinazioni mRNA a causa delle miocarditi.

 

Di fatto, anche il ministero della Salute giapponese in settimana ha ufficialmente segnalato l’infiammazione del muscolo cardiaco e del rivestimento esterno del cuore nei maschi più giovani come possibili gravi effetti collaterali dei vaccini mRNA Moderna e Pfizer.

 

Un documento dell’ente regolatorio per i farmaci americano (FDA) uscito a novembre indicava che il rischio di miocardite per bambini di 5-12 anni avrebbe richiesto uno studio di 5 anni: in pratica, si tratta di un salto nel buio.

 

Qual è quindi la necessità di vaccinare i bambini? C’è davvero un rapporto rischio-beneficio favorevole?

In Italia, il sito dell’AIFA, scrive che «dopo la vaccinazione con i Vaccini mRNA anti COVID-19 Comirnaty [Pfizer, ndr] e Spikevax [Moderna] sono stati osservati casi molto rari di miocardite e pericardite», specificando che «I casi si sono verificati principalmente nei 14 giorni successivi alla vaccinazione, più spesso dopo la seconda dose e nei giovani di sesso maschile».

 

Qual è quindi la necessità di vaccinare i bambini? C’è davvero un rapporto rischio-beneficio favorevole?

 

C’è qualche altro motivo non detto per cui, in ogni Paese della Terra, si sta spingendo per la vaccinazione dei più piccoli?

 

 

 

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