Epidemie

Anche i fact-checker ora ammettono: il virus potrebbe essere stato creato in laboratorio

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Il fact-checker Politifact è stato costretto a fare un «fact-check» anche sulle sue stesse affermazioni di fact-checking: il gruppo infatti affermava di aver «smascherato» la teoria dell’origine delle fughe di laboratorio del COVID-19, che quindi poteva essere definita in ogni frase pubblicabile sui media mainstream come «debunked», cioè «discreditata».

 

Ora i paladini dell’informazione corretta aggiustano il tiro.

 

I paladini dell’informazione corretta aggiustano il tiro

L’originale «fact-check» era intitolato rivolto al poplarissimo anchorman di Fox News Tucker Carlson, che spesse volte parlato del possibile principio laboratoriale  del coronavirus.

 

Nella sua irrispettosa classificazione, la teoria dell’origine artificiale del virus era definita come  «pants on fire»  (dall’espressione anglofona dei bambini quando si danno del bugiardo l’un l’altro: «liar liar pants on fire»), il che significa che la teoria delle perdite di laboratorio era secondo i loro dati fattuali – quindi oggettivi, deve credere il lettore –completamente falsa.

 

Tuttavia, la voce è stata ora aggiornata con una nota del redattore che sostanzialmente inverte il giudizio.

 

«Nota dell’editore, 17 maggio 2021: quando questo fact-check è stato pubblicato per la prima volta nel settembre 2020, le fonti di PolitiFact includevano ricercatori che affermavano che il virus SARS-CoV-2 non avrebbe potuto essere manipolato. Questa affermazione è ora più ampiamente contestata. Per questo motivo, stiamo rimuovendo questo fact-check dal nostro database in attesa di una revisione più approfondita. Attualmente, riteniamo che la rivendicazione non sia supportata da prove e contestata. Il fact-check originale nella sua interezza è conservato di seguito per motivi di trasparenza e archiviazione».

 

La teoria della fuga dal laboratorio BSL-4 di Wuhan è di fatto più vicina al mainstream giornalistico e scientifico ogni giorno che passa

La teoria della fuga dal laboratorio BSL-4 di Wuhan è di fatto più vicina al mainstream giornalistico e scientifico ogni giorno che passa. La direttrice del CDC di Biden Rochelle Walensky ammette che è una «possibilità» che il virus sia trapelato dall’Istituto di virologia di Wuhan, un’opinione più che condivisa dal suo predecessore Robert Redfield, che a marzo ha detto alla CNN che si trattava di  «molto probabile »spiegazione.

 

Si è appreso che anche in Italia un libro italiano sul comportamento della Cina durante la pandemia (L’infinito errore. La storia segreta di una pandemia che si doveva evitare, di Fabrizio Gatti) è stato censurato da Google, che ha impedito all’editore La Nave di Teseo (la società di Elisabetta Sgarbi) di promuoverlo con i suoi canali.

 

Renovatio 21 è stata più volte censurata e bannata da Facebook per aver sostenuto l’idea del virus artificiale ottenuto tramite la bioingegneria.

 

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