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Allarme per possibili blackout in Francia

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La Francia rischia di rimanere a corto di elettricità per diversi giorni questo inverno a causa della disponibilità di centrali nucleari inferiore al solito. Lo riferisce una nota del colosso energetico Electricité de France (EDF) ripresa da varie testate internazionali.

 

Da quanto si apprende da EDF, le riparazioni e la manutenzione di quasi la metà delle sue centrali nucleari potrebbero trasformare il paese, un esportatore tradizionale di energia, in un importatore.

 

Il governo francese ha invitato le imprese e le famiglie a risparmiare energia per evitare blackout. In caso di una possibile carenza di energia elettrica, il gestore di rete RTE lancerà un allarme rosso «Ecowatt» con tre giorni di anticipo chiedendo una riduzione dei consumi.

 

«Rimaniamo in una situazione di particolare vigilanza», ha affermato l’amministratore delegato di RTE Xavier Piechaczyk alla testata economica statunitense Bloomberg. «Se fa caldo, non sentirete parlare di Ecowatt rosso. Se fa molto freddo, ne sentirete molti, e se siamo in un inverno normale, medio, vi saranno pochi episodi di Ecowatt rosso», ha spiegato.

 

La Francia, che genera circa il 70% della sua elettricità da 56 reattori nucleari, tutti gestiti da EDF – azienda recentemente ri-nazionalizzata da Macron – aveva solo 31 centrali in funzione lunedì mattina. La società ha dichiarato la scorsa settimana che mira ad avere più di 40 unità in funzione a dicembre e gennaio.

 

Secondo quanto riferito, RTE aggiornerà la sua valutazione per le prossime quattro settimane il 18 novembre, sulla base delle previsioni per la disponibilità degli impianti nucleari, il consumo di energia e le condizioni meteorologiche.

 

L’azienda sta adottando un approccio «cauto» poiché la storia mostra che la manutenzione può richiedere più tempo del previsto, ha affermato Piechaczyk.

 

Il clima sembra «relativamente mite fino alla fine di novembre», mentre il Paese sta anche beneficiando di un calo del consumo di energia poiché i produttori esitano a prezzi più alti. «Il fatto che la Francia consumi meno ci dà un po’ di margine, ma la flotta nucleare rischia di essere ancora meno disponibile di quanto avevamo previsto, quindi dovremo valutare se si va in pareggio».

 

L’allerta Ecowatt tiene conto del fatto che una dozzina di grandi produttori ridurrebbero i consumi con contratti prestabiliti, ha affermato il capo di RTE, osservando che rappresenterebbe una riduzione di circa 1,2 gigawatt, l’equivalente della capacità di un reattore nucleare.

 

Il Wall Street Journal una diecina di giorni fa aveva riportato crepe inaspettate negli impianti di dozzine di reattori nucleari francesi.

 

Renovatio 21 aveva riportato della crisi di circa metà dei reattori nucleari francesi ancora sei mesi fa. Già a gennaio, Renovatio 21 aveva riferito di una strana serie di «danni inaspettati» e riparazioni alle centrali atomiche francesi.

 

Parigi ancora due anni fa aveva dichiarato apertamente la sua intenzione di continuare il percorso con il nucleare. Quest’anno il presidente Macron ha parlato addirittura di «rinascita dell’industria nucleare francese». Cionondimeno, egli ha poi avvertito di razionamenti energetici in arrivo, invitando brutalmente la popolazione ad accettare «la fine dell’abbondanza».

 

La EDF, tornata da pochissimo sotto il controllo dello Stato, ha poi bizzarramente rifiutato la proposta del governo di Londra di procrastinare la dismissione programmata della centrale atomica inglese di Hinkley Point B, di proprietà del colosso statale francese.

 

L’estate scorsa era emerso come i francesi stessero cercando di mantenere in funzione le centrali nucleari nonostante l’ondata di caldo, che non assicurava acque di temperatura sufficientemente bassa per il sistema di raffreddamento dei reattori.

 

L’Italia dipende dall’elettricità francese per il 6%. Ha destato scalpore la possibilità che la Francia possa chiudere il rubinetto dell’energia per l’Italia, mandando potenzialmente la rete elettrica italiana o parte di essa in blackout.

 

I blackout sembrano essere un fenomeno che, come il COVID, accompagnerà quasi tutte le nazioni del pianeta.

 

Come noto, in Italia sono già state colpite Milano e Torino. Blackout sono stati annunciati in Danimarca e Svezia. Vi sono stati continui blackout in Texas, tuttavia da mesi si prevedono interruzioni di corrente in tutti gli USA. Ora blackout sono annunziati in California.

 

La Svizzera si sta preparando ai blackout, anche se è appena nato un comitato politico per evitarli. Vi sono stati Blackout in Cina, dove le aziende occidentali si chiedono abbia senso quindi investire. Per paura di nuove interruzioni, la Cina sta ordinando un aumento dell’uso di carbone.

 

Due mesi fa intere zone di Sydney, in Australia, sono andate al buioBlackout anche in Pakistan, con annessa chiusura delle fabbriche – mentre la società collassa e scivola verso la guerra civile. La Gran Bretagna si prepara a blackout invernali.

 

Blackout, ovviamente, anche in uno dei laboratori del Nuovo Ordine Mondiale, lo Sri Lanka, senza carburante, cibo né elettricità. Blackout in Giappone. Blackout a Taiwan. Blackout in Kazakistan Uzbekistan, Kirghizistan. Blackout in Turchia.

 

Blackout minacciati in Indonesia, dove non vogliono più quindi esportare carbone per timore di non avere energia sufficiente per la rete elettrica. Blackout paventati nei mesi scorsi in Austria e Romania, e in Germania con spot apocalittici. Blackout pure in Canada, dove però riescono simpaticamente ad incolpare i castori.

 

Secondo uno studio a breve un miliardo di persone nel mondo sono a rischio blackout.

 

Di rischio blackout, il 13 gennaio di quest’anno, ha riferito alle presidenze del Parlamento italiano il COPASIR, Il Comitato Parlamentare per la Sicurezza della Repubblica, cioè l’organo del Parlamento della Repubblica Italiana che esercita il controllo parlamentare sull’operato dei servizi segreti.

 

 

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