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Allarme bomba fa evacuare monastero ortodosso

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Il monastero e seminario della Santissima Trinità a Jordanville, New York, il centro spirituale della Chiesa ortodossa russa fuori dalla Russia (ROCOR), ha dovuto essere evacuato ieri pomeriggio a causa della minaccia di una bomba. Lo riporta il sito Orthochristian.

 

Secondo il sito, che cita più fonti, la minaccia sarebbe stata lanciata perché i perpetratori credono che Jordanville sostenga la guerra in Ucraina.

 

Non vi sarebbero tuttavia dichiarazioni sulla guerra da parte del monastero e del seminario, tuttavia sul sito internet dell’istituzione appare una pagina intitolata  «Riguardo alla guerra in Ucraina», che ospita collegamenti all’Epistola Arcipastorale di Sua Eminenza il Metropolita Ilarione, il Primo Gerarca della ROCOR, recentemente scomparso, dal 24 febbraio 2022, giorno in cui è iniziata la guerra, in cui ha invitato tutti a pregare con fervore per la pace, e il discorso di Sua Beatitudine il Metropolita Onofrio di Kiev e di tutta l’Ucraina , sempre dal primo giorno della guerra, in cui invoca la fine di quella che chiamò la «guerra fratricida».

 

L’allarme bomba contro i religiosi ortodossi arriva due settimane dopo la pubblicazione di un articolo di Foreign Affairs (la rivista ufficiale del Council for Foreign Relations) intitolato «I preti utili di Putin: la Chiesa ortodossa russa e la campagna di influenza nascosta del Cremlino in Occidente».

 

Il pezzo pubblicato  Foreign Affairs sostiene che le parrocchie ortodosse russe al di fuori della Russia, e soprattutto in America, sono una fonte di forte sostegno per il governo russo, cosa che, dicono gli autori, è stata coltivata nel corso di due decenni da un anonimo dipendente del Dipartimento della Chiesa russa per le relazioni ecclesiastiche esterne.

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L’articolo è cosparso di evidenti errori fattuali, come una massiccia sovrastima del numero delle parrocchie ortodosse russe in America, e un grossolano travisamento della posizione nei confronti della guerra sia da parte della Chiesa ortodossa canonica ucraina che di Sua Eccellenza il vescovo di Londra e l’Europa occidentale Ireneo.

 

Nel frattempo, i media statunitensi hanno iniziato proprio questo mese a diffondere affermazioni secondo cui l’Intelligence russa si sta radicando nelle chiese ortodosse in Occidente…

 

 

«Il Cremlino sta cercando di utilizzare le chiese ortodosse negli Stati Uniti per reclutare spie e fonti di Intelligence. Avvertono le chiese ortodosse russe che potrebbero essere prese di mira per il reclutamento da parte dei servizi segreti russi» ha dichiarato una anchorwoman della CNN.

 

Come riportato da Renovatio 21, la persecuzione dei confronti degli ortodossi continua anche nell’Ucraina alleata di Washington, dove due mesi fa il metropolita di Gionata di Tulchini della chiesa ortodossa canonica ucraina (UOC) è stato condannato a 5 anni di reclusione e alla confisca dei beni per vari presunti reati contro lo Stato ucraino.

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Il metropolita della Chiesa Ortodossa Ucraina (UOC) è stato giudicato colpevole di reati ai sensi di quattro articoli del codice penale: giustificazione, riconoscimento come legittimo, negazione dell’aggressione armata della Federazione Russa contro l’Ucraina; glorificazione dei suoi partecipanti; azioni volte a modificare o rovesciare con la forza l’ordine costituzionale o ad impadronirsi del potere statale; violazione dell’integrità territoriale e inviolabilità dell’Ucraina, distribuzione di materiali che richiedono la modifica dei confini del territorio e del confine di stato dell’Ucraina; violazione della parità di diritti dei cittadini a seconda della loro razza, nazionalità, affiliazione regionale, credenze religiose, disabilità e altri motivi.

 

 

Come riportato da Renovatio 21, poco prima era stato rilasciato, dietro una cauzione di oltre 800 mila euro, Pavel, il vicegerente del monastero della Lavra di Kiev.

 

Come riportato da Renovatio 21, Zelens’kyj a inizio anno aveva tolto la cittadinanza a sacerdoti della Chiesa Ortodossa d’Ucraina (UOC). Vi era stato quindi un ordine di cacciata dalla cattedrale della Dormizione dell’Abbazia delle Grotte di Kiev proprio per il Natale ortodosso. Una tregua di Natale sul campo di battaglia proposta da Putin era stata sdegnosamente rifiutata da Kiev.

 

Il regime di Kiev si è spinto a vietare le preghiere in russo.

 

Il regime Zelens’kyj da mesi sostiene la repressione religiosa, annunciando nuove misure volte a vietare le istituzioni religiose ritenute avere legami con la Russia nel tentativo di salvaguardare «l’indipendenza spirituale» della nazione.

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Immagine di Russian Orthodox Cathedral of St John the Baptist via Wikimedia pubblicata su licenza Attribution-Share Alike 2.0 Generic

 

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