Eutanasia

Alcuni intellettuali francesi respingono la proposta di eutanasia

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Renovatio 21 traduce questo articolo di Bioedge.

 

Sei filosofi, medici e psicologi francesi hanno pubblicato una lettera aperta su L’Obs, un importante settimanale di notizie, esprimendo le loro preoccupazioni sulle proposte di legalizzazione del suicidio assistito e dell’eutanasia. Ecco alcuni estratti:

 

«Siamo tutti colpiti dalla malattia, dalla vecchiaia e, inevitabilmente, dalla morte. Come esseri umani, ognuno di noi affronta o affronterà l’ansia di queste prospettive. Considerare la possibilità di “scegliere” e quindi immaginare di controllare il momento della propria morte sembra un’opzione rassicurante: di fronte all’angoscia dell’incertezza, un futuro certo porta sempre, a prima vista, il riflesso di sollievo».

 

«Ma il rapporto dell’individuo con la malattia o con la morte non è mai una questione puramente individuale. È a partire da una relazione collettiva con le questioni della morte e della vulnerabilità che si sono organizzate le società umane. Tuttavia, questa prospettiva è messa da parte dall’attuale dibattito sulla legalizzazione dell’eutanasia o del suicidio assistito, che mette in risalto la libertà individuale e la prospettiva di scegliere la propria fine della vita».

 

«La nostra realtà futura è quella della vecchiaia, della dipendenza e di chi accompagnerà e si prenderà cura dei malati e degli anziani. La prospettiva di una società composta da un gruppo omogeneo di soggetti sani, normodotati, giovani e di successo non è realistica, e probabilmente indesiderabile».

 

«La società deve aiutarci a comprendere queste prospettive per noi stessi o per chi ci è vicino. È perché la malattia, la vecchiaia e la morte, o anche tutte e tre, possono terrorizzarci, che dobbiamo fare affidamento su una visione collettiva che sostenga e offra un’altra dimensione rispetto a quella della perdita, del degrado e dell’umiliazione. Siamo tutti preoccupati di partecipare a questo progetto sociale. I caregiver incarnano innanzitutto la funzione assistenziale della nostra società, ma tutti gli ambiti sociali e culturali devono essere coinvolti».

 

«La sfida è significativa, perché implica andare contro il percorso sul quale siamo impegnati, orientato al produttivismo, alla performance e alla promozione dell’individuo padrone di se stesso, valorizzato dall’elenco delle sue conquiste e dei suoi successi. Fare spazio alla colpa, a ciò che dubita e inciampa, a chi esita o a chi manca è difficile ma ci sembra possibile».

 

«Il dibattito sulla legalizzazione dell’eutanasia o del suicidio assistito è un’occasione per riflettere collettivamente sul messaggio inviato ai più vulnerabili, e ancor più sul progetto sociale che desideriamo costruire. Ci viene così data l’opportunità di riaffermare il nostro desiderio di partecipare ad un progetto sociale che pone al centro della sua azione la necessaria cura collettiva delle vulnerabilità individuali, che riconosce l’interdipendenza fondamentale che lega tra loro gli esseri umani, malati o no, anziani o no, alla fine o all’inizio della loro vita.

 

Michael Cook

 

Renovatio 21 offre questa traduzione per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.

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