Ambiente

Al Gore minaccia: le persone che hanno accesso a informazioni non mainstream «minacciano la democrazia»

Pubblicato

il

L’ex vicepresidente democratico americano Al Gore afferma che le persone che hanno accesso alle informazioni al di fuori delle fonti dei media tradizionali rappresentano una minaccia per la «democrazia» e che gli algoritmi dei social media “dovrebbero essere vietati”.

 

Gore ha fatto questi commenti durante un’apparizione alla conferenza sull’isteria sui cambiamenti climatici Cop28 a Dubai, dove si è lamentato del fatto che i social media abbiano «interrotto gli equilibri che un tempo esistevano e che facevano funzionare molto meglio la democrazia rappresentativa».

 

L’ex vicepresidente ha quindi affermato che il funzionamento della democrazia si basa su una «base condivisa di conoscenza che funge da base per ragionare insieme collettivamente» ma che «i social media sono dominati dagli algoritmi» sconvolgono questo equilibrio.

 

Sostieni Renovatio 21

Secondo Gore, ex numero due del governo Clinton, le persone vengono fatte infilare nelle «tane del Bianconiglio» (espressione americana che sta per luogo dove si viene inondati di informazioni in un solo senso) da algoritmi che sono «l’equivalente digitale degli AR-15 – dovrebbero essere banditi, dovrebbero davvero essere banditi!»

 

«È un abuso del forum pubblico» ha tuonato il Gore, ricordando come le persone vengano risucchiate nelle camere dell’eco, cioè il feed dei social media dove l’utente probabilmente riceverà solo informazioni che ribadiscono e radicalizzano le sue posizioni. «Se passi troppo tempo nella camera dell’eco, ciò che viene utilizzato come arma è un’altra forma di intelligenza artificiale, non intelligenza artificiale, follia artificiale! Dico sul serio!».

 

Ancora una volta, è impressionante vedere quanto Gore sia distaccato dalla realtà, impegnato nel suo ruolo di vecchio farneticante al punto da non sapere come gli algoritmi siano già programmati per modellare l’opinione della popolazione attraverso censure dirette ed indirette (lo shadow banning).

 

Apparentemente, l’unica camera di risonanza a cui dovrebbe essere permesso di esistere è la tana del Bianconiglio Gore, in cui la terra è costantemente sull’orlo della distruzione a causa di persone che non obbediscono ai suoi mandati di tecnocrate fallito.

 

Gore, ricordiamolo, perse le elezioni presidenziali 2000 contro Giorgio Bush figlio, per poi dedicarsi anima e corpo al tema del cambiamento climatico, al punto che per la sua opera, smentita nei fatti (aveva predetto lo scioglimento dei ghiacci entro una data di qualche anno fa) fu premiata dall’establishment con una temibile combo di premio Nobel e premio Oscar.

 

Forse Gore non è contento che la sua stessa disinformazione venga verificata da individui che hanno accesso a informazioni non prodotte da fonti mediatiche aziendali a lui amichevoli.

 

Gore predisse tristemente che la calotta glaciale del polo nord sarebbe stata «libera dai ghiacci» entro 5-7 anni. Non è mai successo. Come documentato, Gore ha una lunga storia di previsioni sui cambiamenti climatici che si rivelano spettacolarmente errate.

 

Non c’è da stupirsi che voglia vietare il dissenso, specie ricordando la quantità di fake news propalate dallo stesso personaggio.

 

Al World Economic Forum di Davos dello scorso gennaio il Gore si lanciò in una lunga tirata urlante dove disse che l’anidride carbonica nell’atmosfera starebbe intrappolando tanto calore «quanto verrebbe rilasciato da 600 mila bombe di Hiroshima buttate sulla Terra ogni giorno».

 

 

Le affermazioni di Gore erano state immediatamente ridicolizzate sui social media e non solo.

 

Curioso anche come nei primi anni 2000 lo stesso Gore, assieme all’ex consigliere di amministrazione della Hewlett-Packard Joel Hyatt (un’altra figura di spicco nel Partito Democratico USA), lanciò un canale televisivo, Current TV, che doveva trasmettere documentari dando a molti la possibilità di raccontare storie e fatti al di fuori dei canali mainstream: ora si capisce meglio come anche le fonti di informazione considerate alternative siano in realtà pilotate dal medesimo vertice con il medesimo impegno.

 

Per la cronaca, nel 2013 emerse che Current TV era stata acquistata dall’emittente del Qatar Al Jazeera, che chiuse la TV e cancellò il marchio per sostituirla con un canale di base a Nuova York chiamato Al Jazeera America.

 

Interessante: a comprare la creatura dell’ambientalista Gore c’è proprio uno Stato del Golfo con i suoi miliardi derivati dagli idrocarburi e da nient’altro…

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21



Immagine di UNclimatechange via Flickr pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-NonCommercial-ShareAlike 2.0 Generic

Più popolari

Exit mobile version