Sorveglianza

95enne disabile taserata dalla polizia australiana

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La polizia australiana ha utilizzato il taser su una donna di 95 anni affetta da demenza.

 

L’incidente è avvenuto in una casa di cura quando gli agenti sono stati chiamati a occuparsi di una donna con un deambulatore che portava un coltello da bistecca. Dopo averle chiesto di riporre la lama, l’hanno colpita con il taser.

 

L’anziana signora è caduta ed è rimasta gravemente ferita – ora sta ricevendo cure di fine vita. I netizen sono rimasti scioccati dall’evento, criticando la polizia australiana per la loro codardia e le loro capacità poco professionali. Nel frattempo, ha fatto notizia a livello mondiale come un atto di «assoluta degenerazione».

 

Il taser è una pistola stordente meno letale, ma la possibilità di morte o lesioni gravi non è esclusa: dozzine di persone muoiono ogni anno dopo essere state colpite. L’uso da parte della polizia di tali armi è strettamente regolamentato: può essere applicato solo in caso di imminente resistenza violenta o quando un agente rischia di essere sopraffatto.

 

Non è la prima volta che in questi mesi che la polizia australiana si fa notare per la forza usata sulle donne anziane. L’anno scorso agenti dello Stato del Queensland arrestarono una anziana per non aver mostrato i documenti vaccinali.

 

La polizia di Melbourne fu al centro di episodi di violenza inenarrabili durante le proteste massive contro il lockdown e l’obbligo vaccinale.

 

Melbourne fu resa di fatto una zona di guerra, capitale della repressione pandemica globale, con scene di violenza belluina da parte delle forze dell’ordine., che aggredivano anche i minori.

 

Durante le proteste, emerse che la polizia avrebbe usato anche avveniristiche armi a microonde per disperdere la folla e ferire i manifestanti. L’esercito era stato già mobilitato per la sorvegliare i cittadini di Sydney rinchiusi in casa dal governo pandemico.

 

Leggi allucinanti furono approvate: la polizia poteva tranquillamente entrare in casa dei «sospetti», arrestare donne incinte davanti alla famiglia, rompere il finestrino della macchina per estrarre cittadini che non «cooperavano» mostrando i documenti che li autorizzavano ad uscire di casa. È stato proposto, e sul serio, il «divieto di conversazione», così come la separazione dei bambini dai genitori accusati di non obbedire alle leggi COVID.

 

L’Australia fu anche il Paese pilota per il ritorno dei lager, dove la mascherina andava indossata anche in confinamento solitario all’aperto.

 

In molti si chiedono, e da anni ormai, che fine abbia fatto l’Australia Paese un tempo ritenuto prospero e libero, ora ridotta ad una brutta copia della Cina totalitaria.

 

 

 

 

Immagine di jasonbain via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic (CC BY 2.0); immagine modificata.

 

 

 

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