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180 morti: signore della guerra haitiano ordina il massacro di anziani che avrebbero praticato la stregoneria per far ammalare il figlio

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Almeno 184 persone, principalmente uomini e donne anziani, sono state uccise nel fine settimana a Port-au-Prince, la capitale di Haiti. Lo ha comunicato l’ONU.

 

Si ritiene che il massacro sia stato orchestrato da Monel Felix detto «Mikano», un capobanda locale che controllava l’area portuale di Wharf Jeremie. Gli omicidi sarebbero stati in gran parte limitati alla Cité Soleil, un quartiere povero e densamente popolato della capitale Port-au-Prince che il  Guardian ha definito come «baraccopoli più famigerata di Haiti (…) Gran parte della baraccopoli è una fogna a cielo aperto (…) i bambini piccoli si lavano in acqua contaminata da liquami. La puzza è insopportabile».

 

«Lo scorso fine settimana, almeno 184 persone sono state uccise in una violenza orchestrata dal leader di una potente gang nella capitale haitiana Port-au-Prince», ha affermato l’Alto commissario dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani Volker Turk. Il primo ministro ad interim Alix Didier Fils-Aimé lo ha definito «un atto barbaro di insopportabile crudeltà».

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Il massacro sarebbe apparentemente provocato da un disaccordo tra il Mikano e i praticanti locali del vudù, la religione sincretica diffusa ad Haiti e comunemente associata alla stregoneria e alla magia nera. Il capobanda avrebbe contattato un «sacerdote» vudù (o bokò) dopo che suo figlio si era ammalato ed era morto e, sebbene non sia immediatamente chiaro come sia andato esattamente l’incontro (si ipotizza che lo stregone gli abbia rivelato che alla base della malattia del figlio vi erano le maledizioni di altri stregoni), il Mikano si sarebbe infuriato e ordinando la strage.

 

Secondo quanto riportato, i membri della gang hanno circondato il quartiere, per poi procedere a perquisire le baracche alla ricerca di persone con più di 60 anni, che sono state poi massacrate con machete, squarciate con coltelli e uccise con pistole. Tra le vittime ci sarebbero alcuni giovani che cercavano di difendere gli anziani bersagli della gang. I corpi sono stati trascinati nelle strade dove vennero mutilati e bruciati, riempiendo il quartiere di un fetore di morte. Il figlio malato di Felix è morto mentre veniva compiuto il massacro.

 

«Ha deciso di punire crudelmente tutti gli anziani e i praticanti di vudù che, nella sua immaginazione, sarebbero stati capaci di lanciare un incantesimo cattivo su suo figlio», ha affermato in una dichiarazione il Comitato per la pace e lo sviluppo, un gruppo civile locale. «I soldati della gang avevano il compito di identificare le vittime nelle loro case per portarle alla roccaforte del capo e giustiziarle».

 

Secondo quanto riportato dalla stampa locale, le vittime del massacro sono state torturate e giustiziate, e i loro corpi mutilati sono stati bruciati per strada in seguito. L’ONU ha condannato fermamente il massacro, affermando che l’ultima ondata porta il numero delle vittime della violenza delle gang haitiane a 5.000 quest’anno.

 

La nazione caraibica ha sopportato decenni di instabilità politica e violenza. La situazione è precipitata fuori controllo nel 2021, quando il presidente del Paese, Jovenel Moise, è stato assassinato.

 

Haiti è finita effettivamente nelle mani di una confederazione di bande criminali fino a quando non è stato istituito un consiglio di transizione all’inizio di quest’anno. L’organismo è stato incaricato di scegliere un nuovo presidente, un primo ministro e un gabinetto nella speranza che un governo adeguato riesca a sedare i disordini.

 

In una dichiarazione rilasciata tramite Facebook, il debole governo di Haiti ha affermato : «È stata superata una linea rossa e lo Stato mobiliterà tutte le sue forze per rintracciare ed eliminare questi criminali. La giustizia colpirà con rigore esemplare».

 

Considerando che le forze di polizia di Haiti sono state afflitte da diserzioni di massa nel mezzo della profonda discesa del paese nel caos, quella promessa suona come minimo vana. «Questi ultimi omicidi portano il bilancio delle vittime ad Haiti quest’anno a un numero sbalorditivo di 5.000», ha affermato lunedì l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani Volker Turk.

 

Mentre le forze dell’ordine nazionali diventano sempre più disperate, i governi stranieri non sono riusciti a rispettare gli impegni presi e a inviare aiuti:

 

«A giugno, una forza di polizia multinazionale guidata dal Kenya è stata schierata per aiutare le autorità haitiane a riconquistare il territorio dalle gang, ma da allora ha fatto pochi progressi a causa della cronica carenza di finanziamenti e personale» scrive il Wall Street Journal. «Sono stati schierati poco più di 400 dei 2.500 ufficiali stranieri impegnati nella missione».

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La discesa di Haiti in un paesaggio infernale si è accelerata nel 2021, quando il presidente Jovenel Moise è stato assassinato. Da allora, le gang hanno governato quasi tutta la capitale, perpetrando estorsioni, rapimenti, stupri, omicidi e decapitazioni su larga scala. Come riportato da Renovatio 21, tre anni fa l’Alto Commissarrio ONU per i diritti umani Bachelet aveva parlato di livelli «inimmaginabili ed intollerabili» di violenza armata.

 

L’omicidio di massa è spesso utilizzato per punire i quartieri accusati di indebolire una gang, come nel caso di un massacro di ottobre che ha ucciso almeno 70 persone, tra cui donne e bambini, a Pont-Sondé, 60 miglia a nord di Port-au-Prince. Più di 700.000 haitiani sono fuggiti dalle loro case e metà di loro vive nella fame mentre le gang controllano i porti e ostacolano la distribuzione di cibo e carburante.

 

L’attacco dello scorso fine settimana non è la prima volta che la gang di Felix si scaglia contro presunti praticanti di stregoneria: nel 2021, i suoi scagnozzi erano stati accusati di aver ucciso una dozzina di donne anziane sulla base dello stesso sospetto, secondo il National Human Rights Defense Network.

 

Come riportato da Renovatio 21, tra rapimenti e violenze, anche i religiosi e le religiose cattoliche ad Haiti non se la passano bene.

 

Haiti negli anni è più volte emersa negli anni come base per il supposto malaffare umanitario della Fondazione Clinton. Lo ha sostenuto Breitbart e tutto il giro di Steve Bannon nel film e nel libro Clinton Cash, di cui hanno pure fatto una versione a fumetti.

 

I Clinton hanno decorato le loro case con l’arte haitiana, e sono volati infinite volte nell’isola dell’estrema povertà. Nel tremendo terremoto dello scorso decennio, i Clinton arrivarono subito a farsi fotografare mentre passano casse di viveri. Guido Bertolaso, dominus della Protezione Civile italiana, video ciò che stava facendo la Fondazione Clinton e ebbe a polemizzare, ricevendo la risposta piccata di Hillary.

 

La stessa Hillary, del resto, una volta ammise come i Clinton fossero «una famiglia ossessionata da Haiti». Nel 1975, Bill e Hillary andarono ad Haiti per la luna di miele. Per gli illustri ospiti, che erano giovani ma evidentemente già molto ben inseriti (ricordiamoci le origini di Bill: la Fulbright Scholarship, le lezioni del suo maestro diretto Carrol Quigley) Max Beauvoir, detto il «papa del vudù» e «re degli Zombi» (per chi non lo sapesse, lo zombi è una parola vudù che significa il corpo posseduto dagli spiriti), officiò la cerimonia vudù:

 

«Gli spiriti arrivarono, e possederono una donna e un uomo – ricorda il Bill nella sua autobiografia My Life – L’uomo si strofinò una torcia sul suo corpo e camminò sui carboni ardenti senza essere bruciato. La donna, nella frenesia, urlava ripetutamente, poi prese un pollo vivo e gli staccò la testa a morsi».

 

«Al momento del ritorno da Haiti, ero determinato a candidarmi» ricorda Clinton.

 

Tali fenomini occulti non interessano solo la disgraziata isola. Il tipo di spiritualità demoniaca tipica del vudù è ora arrivata in Italia grazie all’immigrazione, in particolare alle gang della mafia nigeriana.

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