Spirito
15 novembre, festa di Sant’Alberto Magno
Divenuto professore, sant’Alberto stupì il mondo per l’acutezza del suo genio. A Colonia, a Parigi, fu il primo dei maestri. Tanto che l’aula del convento di Saint-Jacques dove insegnava a Parigi essendo troppo piccola, fu costretto, per accontentare il suo vasto pubblico, a dare le sue lezioni sulla pubblica piazza. Ne prese il nome, che porta ancora oggi: Place Maubert o Maître Albert.
Il primo, Sant’Alberto, introdusse la filosofia di Aristotele nell’educazione universitaria. All’inizio timidamente, perché Aristotele fu sospettato da molti e addirittura tagliato fuori dall’insegnamento da una specie di scomunica papale. Ma Sant’Alberto si era formato a Colonia e aveva portato con sé a Parigi un Fratello studente che avrebbe abbattuto ogni barriera, battezzato Aristotele e costruito con i suoi principi adattati alla fede cristiana il meraviglioso monumento che si chiama la Summa Theologica. Questo studente era Fratello Tommaso d’Aquino.
Sant’Alberto ebbe l’intuizione del genio di questo discepolo la cui dottrina avrebbe superato la sua; ma nella sua anima santa c’era solo gioia pura nel formare un tale dottore per l’Ordine e per la Chiesa.
Urbano IV tolse Sant’Alberto dalla cattedra di Maestro per elevarlo all’episcopato nel 1260. Fu nominato vescovo di Ratisbona: ma questo onore non gli piacque molto. Sant’Alberto fu soprattutto un uomo di studio. Così si dimise dopo tre anni, e tornò a Colonia tra gli studenti. A ottantatré anni insegnava ancora.
Morì all’età di ottantasette anni, nel 1280. Era morto prima del suo amato discepolo, San Tommaso d’Aquino. Sant’Alberto era persino venuto a Parigi, nonostante la sua età avanzata, per difendere lì la sua dottrina.
La tomba di Sant’Alberto si trova a Colonia, nella cripta della chiesa di Sant’Andrea.
Avviso tratto dall’anno liturgico dei Domenicani, redatto da RP Mortier, La Liturgie Dominicaine, DDB, Lille-Bruges, 1924, al 15 novembre.
Articolo previamente apparso su FSSPX.news.
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