Vaccini
Vaccini e feti abortiti, un gruppo di genitori ci scrive
Vaccini e linee cellulari di feti abortiti, etica e morale, scienza e coscienza. Da quando Renovatio 21 ha fatto emergere in Italia, quest’aspetto aberrante che riguarda le pratiche di vaccinazioni di massa, qualcosa sembra essersi mosso.
Il tema dei vaccini prodotti con linee cellulari di feti abortiti comincia ad infastidire seriamente i piani alti, finanche ecclesiastici perché, si sa, quando si parla di coscienza non è semplice contraddire senza argomenti quantomeno seri.
Un gruppo di genitori ci ha scritto, per farci presente che vogliono combattere per riuscire ad esercitare la loro obiezione di coscienza per ragioni etiche e morali. Ci hanno chiesto aiuto, ci hanno chiesto di ascoltarli. Noi, ovviamente, lo abbiamo fatto più che volentieri intervistando la Sig.ra Anna Casali, portavoce del gruppo di genitori sparsi in varie regioni ma accomunati dallo stesso intento.
Signora Casali, vuole innanzitutto spiegarci chi siete?
Certo, noi siamo genitori cattolici che si sono organizzati in un gruppo avendo tutti il medesimo obiettivo. Abbiamo purtroppo scoperto, attraverso ricerche approfondite, che nel mercato farmaceutico esistono prodotti il cui contenuto, per i nostri precetti religiosi, morali ed etici, non è assolutamente accettabile. Stiamo quindi collaborando per poter affrontare al meglio la problematica e, se possibile, risolverla.
Abbiamo purtroppo scoperto, attraverso ricerche approfondite, che nel mercato farmaceutico esistono prodotti il cui contenuto, per i nostri precetti religiosi, morali ed etici, non è assolutamente accettabile
Perché non vi siete costituiti come associazione, preferendo di rimanere un semplice gruppo di genitori?
Non è nostra priorità attualmente quella di costituire un’associazione, ciò che riteniamo fondamentale è porre l’accento sui paradossi religiosi che emergono quando si affronta la tematica relativa ad alcune produzioni farmaceutiche.
Qual è il problema di questi prodotti farmaceutici a cui fa riferimento?
La componente multiculturale presente in ogni Stato globalizzato è ormai inevitabilmente attenta non soltanto all’ambiente, al materiale ecologico utilizzato per i capi di abbigliamento o per gli arredi, ma soprattutto al non utilizzo di materiale biologico umano o animale in farmaci o cosmetici, in ossequio ai personali dettami religiosi, morali o etici.
Ci domandiamo perché, se il mercato si attiva alacremente per compiacere le scelte per esempio alimentari del consumatore, altrettanto non faccia quando si tratta di questioni così importanti e imprescindibili da qualsiasi altra scelta secondaria.
Laddove le industrie farmaceutiche o cosmetiche non rispettino certi criteri, il consumatore è libero di acquistare altri medicinali o creme, rifiutando pertanto un mercato che non rispetta le personali esigenze e trasmettendo così un messaggio di gradimento soltanto per ciò che è prodotto secondo criteri etici.
La possibilità di scegliere esiste e viene esercita, in non poche circostanze.
Tuttavia la possibilità di rivolgersi ad alternative non può estendersi a qualsiasi tipo di articolo. Per esempio, rappresenta una nota dolente il contenuto, di cui abbiamo solo recentemente appreso l’esistenza, di alcuni vaccini. Benché ultimamente il tema dei vaccini sia spesso oggetto di discussione, raramente si affronta anche l’argomento legato alla loro metodologia produttiva che fa emergere numerosi e preoccupanti risvolti.
È giusto sapere che, per la produzione di alcuni di essi, si utilizzano virus vivi attenuati coltivati su linee cellulari fetali di origine abortiva (WI-38 e MRC-5). Si tratta di cellule che si moltiplicano in vitro, ricavate dagli organi di due feti, una femmina ed un maschio, abortiti negli anni 60. Da allora altre linee cellulari sono state ricavate da feti e sono presenti nelle biobanche che rendono disponibili questi prodotti per vari scopi scientifici (ad esempio alcuni vaccini sperimentali attualmente non presenti sul mercato italiano).
È giusto sapere che, per la produzione di alcuni vaccini si utilizzano virus vivi attenuati coltivati su linee cellulari fetali di origine abortiva (WI-38 e MRC-5)
Queste informazioni vengono consapevolmente taciute e nascoste dietro acronimi indecifrabili.
In questo modo si nega intenzionalmente ai genitori la possibilità di effettuare, con cognizione di causa, le scelte che coinvolgano la propria salute e quella dei propri figli e di consentire che esse siano coerenti con il proprio senso religioso e morale. E l’alternativa etica, purtroppo, non esiste.
Ci domandiamo perché, se il mercato si attiva alacremente per compiacere le scelte per esempio alimentari del consumatore, altrettanto non faccia quando si tratta di questioni così importanti e imprescindibili da qualsiasi altra scelta secondaria.
In questo modo si nega intenzionalmente ai genitori la possibilità di effettuare, con cognizione di causa, le scelte che coinvolgano la propria salute e quella dei propri figli e di consentire che esse siano coerenti con il proprio senso religioso e morale. E l’alternativa etica, purtroppo, non esiste.
Questo è solo un aspetto, sicuramente il più grave per un credente, ma ne esistono altri…
Un’altra grave conseguenza, causata dall’utilizzo di tecniche di coltura che prevedono l’impiego di linee cellulari umane e animali per la preparazione dei vaccini, è di tipo medico: al termine del processo di produzione dei vaccini permane nel prodotto finale una certa quantità di frammenti di DNA che, laddove inoculati, potrebbero innescare un processo mutageno: modificare il DNA del ricevente.
È inevitabile domandarsi come sia possibile accettare che Chi ci ha creato sia stato così sprovveduto da aver realizzato un sistema immunitario così deficitario.
Ma, come si può evincere da quanto sopra riportato, il problema presenta notevoli sfaccettature e ripercussioni. I genitori infatti non vengono mai informati della reale composizione dei farmaci: nessun operatore sanitario si assume mai l’onere di spiegare cosa si inocula con un vaccino e nessun foglietto illustrativo è realmente esplicativo, anzi si celano le informazioni più importanti dietro sigle e acronimi. Il consenso che sottoscriviamo prima del trattamento sanitario è tutto tranne che “informato”.
I genitori infatti non vengono mai informati della reale composizione dei farmaci: nessun operatore sanitario si assume mai l’onere di spiegare. Il consenso che sottoscriviamo prima del trattamento sanitario è tutto tranne che “informato”.
E come comportarci poi quando una Legge (L. 119/2017) ci impone, per non incorrere in sanzioni e per non vedere esclusi i nostri figli dalle scuole dell’infanzia o materne, di vaccinare i nostri figli con farmaci prodotti su linee cellulari fetali abortive? In questo modo siamo costretti a scegliere se comportarci da bravi cittadini o da bravi cattolici: ma noi siamo entrambi, e prima di tutto cattolici.
Troviamo assolutamente aberrante che lo Stato ci imponga di agire contro la nostra coscienza e di cooperare ad un male che, seppur remoto e indiretto, sempre male rimane.
Tuttavia di fronte ad una scelta obbligata facciamo nostro il precetto del Vangelo: il cittadino non deve in coscienza obbedire quando le leggi delle autorità civili si oppongono alle esigenze dell’ordine morale: «Bisogna obbedire alle leggi di Dio piuttosto che a quelle degli uomini» (At 5,29).
Quali sono attualmente i vaccini obbligatori prodotti con linee cellulari di feti aborti volontariamente?
Tra i vaccini obbligatori, quelli prodotti con linee cellulari fetali sono il vaccino morbillo-parotite-rosolia e il vaccino morbillo-parotite-rosolia-varicella. Purtroppo però vi sono in commercio molti altri vaccini che contengono linee cellulari fetali.
Il cittadino non deve in coscienza obbedire quando le leggi delle autorità civili si oppongono alle esigenze dell’ordine morale: «Bisogna obbedire alle leggi di Dio piuttosto che a quelle degli uomini» (At 5,29).
Cosa vorreste ottenere?
Nella Costituzione repubblicana il principio della libertà religiosa è sancito in tutta la sua completezza, sia sotto il profilo individuale sia collettivo, dall’art. 19 che afferma che tutti hanno il diritto di professare liberamente la propria fede religiosa in qualsiasi forma, individuale o associata, […]. È evidente che se la Carta Costituzionale tutela la libertà di scelta religiosa ciò significa che tale diritto si estrinseca per il singolo credente, non solo nella possibilità di scegliere quale professione religiosa praticare, ma anche di poter mettere in pratica ogni comportamento che sia espressione dei dettami imposti dal proprio credo, pertanto, senza alcuna forma di vincolo imposto da parte dello Stato.
Quello dell’aborto è un tema problematico per quasi tutte le professioni di fede e, in Italia, esiste già la possibilità di esercitare il diritto di obiezione di coscienza per la professione medica.
L’obiezione di coscienza rappresenta, di fatto, il rifiuto categorico di compiere atti prescritti dall’ordinamento italiano ma contrari alle proprie convinzioni, come per esempio il fatto di non partecipare in qualità di medico o personale infermieristico agli interventi clinici di interruzione volontaria di gravidanza o di non sottoscrivere la prescrizione per la pillola contraccettiva di emergenza. Sono atti che confliggono con la libera espressione religiosa e non possono essere oggetto di alcun tipo di prescrizione obbligatoria da parte dello Stato.
L’obiezione di coscienza rappresenta, di fatto, il rifiuto categorico di compiere atti prescritti dall’ordinamento italiano ma contrari alle proprie convinzioni
In USA il legislatore ha riconosciuto questa facoltà ai cittadini di 47 stati su 50 e, in 20 di essi è presente anche la possibilità di esercitare l’obiezione filosofica che riguarda altri aspetti relativi ai contenuti o alle modalità di produzione dei vaccini.
Risultano, pertanto, incomprensibili le motivazioni per la quali in uno stato di diritto quale dovrebbe essere il nostro, possa essere negata la scelta terapeutica sulla base delle proprie credenze religiose. Noi pretendiamo che ci venga riconosciuto lo stesso diritto di obiezione di coscienza concesso ai medici e al personale infermieristico dato che, la fonte normativa di riferimento è la medesima per entrambi.
Noi pretendiamo che ci venga riconosciuto lo stesso diritto di obiezione di coscienza concesso ai medici e al personale infermieristico dato che, la fonte normativa di riferimento è la medesima per entrambi.
Inoltre, proprio come stabilito in materia di consenso informato ai trattamenti sanitari, esigiamo che ogni individuo, nel rispetto delle sue personali convinzioni religiose, sia opportunamente e doverosamente informato dall’operatore sanitario su quali siano i composti di ogni vaccino.
E in quale modo pensate di poter ottenere la possibilità di fare obiezione di coscienza?
Documentandoci, abbiamo appreso dell’esistenza di un gruppo pro-life americano, che si chiama Children of God for life, che si sta prodigando in un enorme lavoro di divulgazione e di informazione sul tema dell'(ab)uso dei feti abortiti da parte delle industrie farmaceutiche.
Come questo gruppo anche noi ci siamo proposti in primis di fare pressione sui politici che siano sensibili al tema dell’aborto, e poi di compiere un’opera di comunicazione sul contenuto di questi farmaci coinvolgendo tutte le associazioni che nella società civile già si adoperano in questo ambito. In particolare, vogliamo ringraziare voi di Renovatio 21 per l’ottimo ed instancabile lavoro che state svolgendo qui in Italia proprio su questo tema, in particolare con l’incontro del 13 marzo prossimo a Roma.
Il Documento della Pontificia Accademia per la Vita del 2017 è misteriosamente carente a livello storico: per sviluppare il solo vaccino della rosolia sono stati sacrificati circa 80 feti! Abbiamo gli articoli scientifici originali che lo testimoniano.
Ma la Pontificia Accademia per la Vita, il 31 luglio 2017, ha detto che non ci sono più problemi etici e morali perché i feti con cui si sono create le linee cellulari presenti nei vaccini sono stati abortiti tanti anni fa…
Vero, ma questa dichiarazione ci lascia perplessi perché rispetto alla precedente del 2005, che riconosce e promuove l’obiezione da parte dei credenti, è drammaticamente sbilanciata sul fronte medico (pericolosità della malattia) e inspiegabilmente assolutoria su quello morale.
Ci sono tre encicliche recenti (che confermano peraltro la millenaria posizione della Chiesa in merito) che denunciano questo male: Donum Vitæ (1987) Evangelium Vitae (1995) e Dignitas Personae (2008). In particolare in quest’ultima Papa Ratzinger è stato categorico nella condanna dell’utilizzo di feti per qualsiasi scopo scientifico.
Bisogna aggiungere, ed è questo l’aspetto più aberrante, che per essere utili allo scopo farmaceutico i feti devono essere vitali e le procedure abortive sono selezionate per assicurare questo obiettivo, proprio come è emerso nel recente scandalo Planned Parenthood in America, relativo alla compravendita di organi e tessuti di feti.
Il Documento della PAV è misteriosamente carente a livello storico: per sviluppare il solo vaccino della rosolia sono stati sacrificati circa 80 feti! Abbiamo gli articoli scientifici originali che lo testimoniano.
Troviamo assolutamente aberrante che lo Stato ci imponga di agire contro la nostra coscienza e di cooperare ad un male che, seppur remoto e indiretto, sempre male rimane.
E allora, perché mai la chiesa di Bergoglio, della nouvelle Pontificia Accademia per la Vita, dovrebbe appoggiare una simile battaglia?
Non siamo particolarmente ottimisti su questo fronte e ci sembra inopportuno che certa stampa cattolica faccia passare l’informazione che le vaccinazioni MPR e MPRV siano quasi come una professione di fede, dimenticandosi di una verità millenaria (la sacralità della vita) e dell’esistenza di numerosi danneggiati e morti a causa delle vaccinazioni, trasformati in fantasmi invisibili, moderni parìa da nascondere e dimenticare.
Quali alternative dunque, e a chi pensate di rivolgervi?
Noi vogliamo rivendicare il nostro diritto, esattamente come quello riconosciuto ai medici, di poter esercitare obiezione di coscienza. Chiediamo il rispetto dei dettami costituzionali che la garantiscono e delle leggi italiane, europee e internazionali che la tutelano.
Ci viene in soccorso anche la definizione di salute dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che parla di stato di benessere generale del soggetto certamente incompatibile con l’obbligo ad usare prodotti che, per contenuto, creino conflitto con la propria coscienza. Peraltro, già nel lontano 2001, alla Camera dei Deputati, era stata depositata un proposta di legge, a firma On. Pecoraro Scanio e Zanella, che chiedeva il riconoscimento del diritto all’obiezione di coscienza nei confronti degli obblighi di vaccinazione.
Nonostante siano trascorsi da allora ormai diciotto anni, il riconoscimento e la tutela di alcuni diritti civili resta soltanto inchiostro sulla carta.
Genitori per l’Obiezione
(obiezioneticoreligiosa@gmail.com)
Anna Casali, Flavia Ferro, Cinzia Cobai, Anna Grassi, Luca Orlando, Daniela Frigerio, Sabrina Galcon, Manuela Moroni, Santina Mirulla, Arianna Bocchi, Pamela Marino, Gabriella Carraro, Alessando Lanzoni, Vincenzo Miglio, Daniela Salza, Mauro Giusti, Mirco Longhi, Francesco Abbate, Rosaria Laganà, Luca Corelli, Andrea Ferrari, Matteo Serra.
Vaccini
Vaccini antinfluenzali collegati a un elevato rischio di ictus negli anziani: studio della FDA
Alcune persone che hanno ricevuto un vaccino contro il COVID-19 erano a maggior rischio di ictus, ma un’analisi ha rilevato che il rischio era collegato alla vaccinazione antinfluenzale, hanno affermato i ricercatori della Food and Drug Administration (FDA) statunitense in un nuovo studio. Lo riporta la testata statunitense Epoch Times.
I ricercatori, analizzando i dati del programma sanitario pubblico americano Medicare, hanno rilevato un elevato rischio di ictus tra gli anziani a seguito della somministrazione di un vaccino bivalente contro il COVID-19 e disponibile dall’autunno del 2022 all’autunno del 2023.
Gli studiosi avrebbero scoperto che «c’era un rischio elevato di ictus non emorragico o attacco ischemico transitorio nelle persone di età pari o superiore a 85 anni dopo la vaccinazione bivalente Pfizer e nelle persone di età compresa tra 65 e 74 anni dopo la vaccinazione Moderna» scrive Epoch Times. I ricercatori hanno quindi esaminato quali persone hanno ricevuto un vaccino antinfluenzale contemporaneamente a un vaccino COVID-19 e avrebbero visto che il rischio elevato persisteva solo tra le persone che avevano ricevuto i vaccini contemporaneamente.
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I vaccini antinfluenzali ad alte dosi sono destinati principalmente agli anziani, mentre i vaccini antinfluenzali adiuvati sono un altro tipo di vaccino antinfluenzale.
«Il significato clinico del rischio di ictus dopo la vaccinazione deve essere attentamente considerato insieme ai benefici significativi derivanti dalla vaccinazione antinfluenzale», hanno affermato i ricercatori, aggiungendo in seguito che «sono necessari ulteriori studi per comprendere meglio l’associazione tra vaccinazione antinfluenzale ad alte dosi o adiuvata e ictus».
Lo studio è stato pubblicato dal Journal of American Medical Association. In precedenza era stato archiviato come preprint.
Le limitazioni includono l’esclusione dei casi affetti da COVID-19 nei 30 giorni precedenti l’ictus nonché la limitazione dello studio alle persone vaccinate. Il metodo utilizzato dai ricercatori, una serie di casi autocontrollati, ha utilizzato le persone vaccinate sia come gruppo primario che come gruppo di controllo.
I ricercatori hanno considerato gli ictus verificatisi entro 42 giorni dalla vaccinazione come possibilmente collegati alla vaccinazione, mentre gli ictus verificatisi tra 43 e 90 giorni dopo la vaccinazione come non correlati alla vaccinazione.
Il documento includeva casi di ictus tra il 31 agosto 2022 e gennaio o febbraio 2023, a seconda del tipo di ictus. Dopo le esclusioni, sono stati inclusi 11.001 casi di ictus.
Gli unici conflitti di interesse elencati dai ricercatori riguardavano il fatto che alcuni di loro lavoravano per Acumen. Il documento è stato finanziato dalla FDA attraverso un accordo di cui Acumen è l’appaltatore. «La FDA ha avuto un ruolo nella progettazione e nella conduzione dello studio; interpretazione dei dati; preparazione, revisione o approvazione del manoscritto; e decisione di sottoporre il manoscritto per la pubblicazione. La FDA non ha avuto alcun ruolo nella raccolta, gestione o analisi dei dati», secondo lo studio.
Il possibile rischio di ictus per il vaccino bivalente della Pfizer e per gli anziani è stato segnalato per la prima volta all’inizio del 2023, scrive ET. La FDA e i Centri statunitensi per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie (CDC) hanno affermato che all’epoca era apparso un segnale di sicurezza in un sistema di monitoraggio del governo. Il CDC ha successivamente affermato che i dati del sistema suggerivano che il rischio elevato derivava dalla somministrazione di un vaccino antinfluenzale con un vaccino anti-COVID-19.
Ricercatori francesi hanno affermato di aver esaminato se la somministrazione di un vaccino bivalente fosse collegata a un tasso più elevato di ictus e di altri eventi cardiovascolari rispetto alle vecchie versioni del vaccino e hanno scoperto che la somministrazione del primo era in realtà collegata a un tasso inferiore, riporta sempre Epoch Times.
«A 21 giorni dalla dose di richiamo, non abbiamo trovato prove di un aumento del rischio di eventi cardiovascolari tra i soggetti che hanno ricevuto il vaccino bivalente rispetto a quelli che hanno ricevuto il vaccino monovalente», hanno affermato in una lettera pubblicata dal New England Journal of Medicine.
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La dottoressa Kathryn Edwards e Marie Griffin della Vanderbilt University, che non erano coinvolte negli studi della FDA o in quelli francesi, hanno affermato in un editoriale pubblicato da JAMA questa settimana che i risultati della ricerca sono rassicuranti ma che il monitoraggio continuo dei vaccini antinfluenzali tra gli anziani «fornirebbe dati aggiuntivi sull’influenza rischio di ictus».
Come riportato da Renovatio 21, nel 2023 è emerso che, secondo dati, vi sarebbe stato un numero di morti 45 volte superiore dopo le iniezioni COVID in soli 2 anni rispetto a tutti i decessi correlati al vaccino antinfluenzale dal 1990.
Il CEO di Moderna Stéphane Bancel un anno fa aveva ammesso pubblicamente che di fatto il vaccino mRNA COVID sarebbe diventato come l’antinfluenzale, con le persone «vulnerabili» che lo faranno ciclicamente.
La Casa Bianca di Biden due anni fa era arrivata a fare la grottesca raccomandazione teologico-vacccinale per cui «Dio ci ha dato due braccia: una per il vaccino antinfluenzale, una per il vaccino COVID».
In preparazione, da anni, c’è un vaccino «antinfluenzale universale».
La correlazione tra vaccinazione contro l’influenza e mortalità da COVID-19 è stata oggetto di speculazioni già nel 2020, con uno studio del Pentagono USA che asseriva che il vaccino antinfluenzale aumentava il rischio del coronavirus del 36%.
Riguardo al vecchio vaccino antinfluenzale vi è stato in questi anni qualche dubbio, qualche storia agghiacciante, qualche lotto ritirato, qualche morte sospetta, tuttavia ovviamente con «nessuna correlazione».
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Immagine su licenza Envato
Vaccini
Imprinting immunitario per i vaccinati e risposte insolite ai booster mRNA: studio
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Salute
Vaccini COVID e trasfusioni, studio giapponese chiede la sospensione a causa dei problemi di contaminazione delle banche del sangue
Secondo un recente studio giapponese, ricevere trasfusioni di sangue da individui vaccinati contro il COVID-19 potrebbe rappresentare un rischio medico per i riceventi non vaccinati poiché numerosi eventi avversi vengono segnalati tra le persone vaccinate in tutto il mondo. Lo riporta la testata americana Epoch Times.
La revisione dello studio preprint, pubblicata il 15 marzo, ha esaminato se ricevere sangue da individui vaccinati contro il COVID-19 è sicuro o rappresenta un rischio per la salute. Molte nazioni hanno riferito che l’uso del vaccino mRNA ha provocato «trombosi post-vaccinazione e conseguenti danni cardiovascolari, nonché un’ampia varietà di malattie che coinvolgono tutti gli organi e sistemi, compreso il sistema nervoso».
Le vaccinazioni ripetute possono rendere le persone più vulnerabili al COVID-19, ha affermato. Se il sangue contiene proteine spike, diventa necessario rimuovere queste proteine prima della somministrazione e non esiste attualmente una tecnologia del genere disponibile, hanno scritto gli autori.
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Contrariamente alle aspettative precedenti, è stato scoperto che i geni e le proteine dei vaccini genici persistono nel sangue dei soggetti vaccinati per «periodi di tempo prolungati». Inoltre, «una serie di eventi avversi derivanti dai vaccini genetici vengono ora segnalati in tutto il mondo». Ciò include una vasta gamma di malattie legate al sangue e ai vasi sanguigni.
Alcuni studi hanno riportato che la proteina «spike» nei vaccini mRNA è neurotossica e in grado di attraversare la barriera emato-encefalica, afferma la revisione. «Pertanto, non vi è più alcun dubbio che la proteina spike utilizzata come antigene nei vaccini genetici sia essa stessa tossica».
Inoltre, le persone che hanno effettuato più iniezioni di vaccini a mRNA possono avere diverse esposizioni allo stesso antigene in un breve lasso di tempo, il che può portare a «imprimere una risposta immunitaria preferenziale a quell’antigene».
Ciò ha portato i destinatari del vaccino COVID-19 a diventare «più suscettibili a contrarre il COVID-19».
Date tali preoccupazioni, i professionisti medici dovrebbero essere consapevoli dei «vari rischi associati alle trasfusioni di sangue utilizzando prodotti sanguigni derivati da persone che hanno sofferto di COVID a lungo termine e da destinatari di vaccini genetici, compresi coloro che hanno ricevuto vaccini a mRNA».
L’impatto di tali vaccini genetici sugli emoderivati così come i danni effettivi da essi causati sono attualmente sconosciuti, hanno scritto gli autori.
«Al fine di evitare questi rischi e prevenire un’ulteriore espansione della contaminazione del sangue e una complicazione della situazione, chiediamo con forza che la campagna di vaccinazione con vaccini genetici venga sospesa e che venga effettuata una valutazione del rapporto rischio-beneficio il prima possibile».
La vaccinazione ripetuta di vaccini genetici può anche finire per causare «alterazioni nella funzione immunitaria» tra i riceventi. Ciò aumenta il rischio di malattie gravi dovute a infezioni opportunistiche o virus patogeni, che non sarebbero state un problema se il sistema immunitario fosse normale, afferma la revisione.
«Pertanto, nell’ottica del tradizionale contenimento delle malattie infettive, è necessaria maggiore cautela nel prelievo di sangue da soggetti vaccinati genetici e nella successiva manipolazione degli emoderivati, così come durante i trapianti di organi solidi e anche negli interventi chirurgici, al fine di evitare il rischio di infezioni accidentali trasmesse per via ematica», ha affermato.
La revisione è stata finanziata dai membri della Società giapponese per le complicanze legate ai vaccini e dalla Volunteer Medical Association. Gli autori non hanno dichiarato alcun conflitto di interessi.
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La revisione ha sottolineato che lo stato di vaccinazione genetica dei donatori di sangue non viene raccolto dalle organizzazioni, anche se l’uso di tale sangue può comportare rischi per i pazienti. Pertanto, gli autori hanno raccomandato che, quando i prodotti sanguigni derivano da tali persone, «è necessario confermare la presenza o l’assenza di proteine spike o mRNA modificato come in altri test per agenti patogeni».
«Se si scopre che il sangue contiene la proteina Spike o un gene modificato derivato dal vaccino genetico, è essenziale rimuoverli», afferma. «Tuttavia, al momento non esiste un modo affidabile per farlo».
Poiché «non esiste un modo per rimuovere in modo affidabile la proteina patogena o l’mRNA, suggeriamo che tutti questi prodotti sanguigni vengano scartati fino a quando non verrà trovata una soluzione definitiva».
Gli autori hanno sottolineato che casi di encefalite tra le persone che hanno ricevuto sangue da soggetti vaccinati contro la dengue sono stati segnalati solo l’anno scorso. Ciò suggerisce che l’attuale sistema di tracciamento e gestione dei prodotti sanguigni «non è adeguato».
Poiché i vaccini genetici sono stati implementati su scala globale per una popolazione massiccia, «si prevede che la situazione sarà già complicata» rispetto ai precedenti disastri farmaceutici.
Pertanto, esiste un «urgente bisogno» di leggi e trattati internazionali relativi alla gestione dei prodotti sanguigni, hanno scritto gli autori.
La questione delle trasfusioni di sangue da soggetti vaccinati contro il COVID-19 è stata molto controversa. Nel 2022, un tribunale della Nuova Zelanda si è pronunciato contro i genitori di un figlio neonato malato dopo aver rifiutato le trasfusioni di sangue di persone vaccinate. I genitori avevano chiesto al sistema sanitario di consentire la trasfusione di sangue da soggetti non vaccinati, con donatori già disposti a contribuire. Nella sua sentenza, il tribunale ha privato i genitori della custodia medica del figlio.
In Canada i medici hanno segnalato anche l’andamento della resistenza delle persone alle trasfusioni di sangue dei vaccinati. Parlando alla CBC nel 2022, il dottor Dave Sidhu, responsabile medico dell’Alberta meridionale per la medicina trasfusionale e dei trapianti, ha affermato che i genitori di bambini malati richiedevano sangue non vaccinato.
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«Lo vediamo circa una o due volte al mese, in questa fase. E la preoccupazione ovviamente è che queste richieste possano aumentare», disse allora.
Nello Stato americano del Wyoming, la deputata repubblicana Sarah Penn ha sponsorizzato un disegno di legge che impone che il sangue donato da persone che hanno effettuato iniezioni di COVID-19 venga etichettato. Ciò consentirà ai riceventi che non desiderano accettare tale sangue di rifiutarlo.
In un’intervista con il Cowboy State Daily, la Penn ha dichiarato che «per vari motivi, molte persone hanno intenzionalmente cercato di tenere le terapie a base di mRNA fuori dai loro corpi, fino al punto che alcuni hanno perso i loro mezzi di sussistenza (…) Le loro preoccupazioni sono giustificate».
Come riportato da Renovatio 21, pochi mesi dopo la vicenda canadese si ebbe il caso del piccolo Alex un bambino americano morto dopo che l’ospedale aveva rifiutato una trasfusione di sangue non vaccinato.
Trasfusioni e patria potestà furono al centro di un drammatico caso anche in Italia, con pronunciamento dei giudici.
Il tema delle scorte di sangue, e della possibilità di scegliere il proprio donatore, non è ancora affrontato dalla Sanità e dalla politica, tuttavia è un punto nodale nel quale si esprime la frattura sociale e biologica creatasi con le vaccinazioni COVID.
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Immagine su licenza Envato
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