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Dottor Montanari: intervista sugli psicofarmaci

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Renovatio 21 aveva già iniziato, qualche tempo fa, a trattare il tema degli psicofarmaci, argomento dentro al quale quasi nessuno vuole realmente entrare. Sappiamo che nell’ultimo ventennio l’uso di antidepressivi e ansiolitici in generale è aumentato in modo esponenziale, complice forse la realtà destrutturata dentro cui vive in cui vive l’uomo moderno.

 

La gravità, però, sta nel fatto che oggi questi farmaci siano prescritti senza il minimo timore delle catastrofiche conseguenze. Abbiamo voluto parlarne con il Dott. Stefano Montanari, che ben conosce i farmaci e il modo di agire di quelle industrie farmaceutiche che pensano al profitto più che al benessere delle persone, come invece vorrebbero far credere.

 

Dentro a questa ricca intervista troverete tutto ciò che nessuno vuole dirvi: né la stampa, né il vostro medico di base che al minimo stress lavorativo vorrebbe prescrivervi un bell’ansiolitico da ingerire dopo i biscotti a colazione.

 

 

Il mio vecchio professore di farmacologia li definiva «le camicie di forza chimiche»

Dottor Montanari, l’uso – o meglio sarebbe dire l’abuso – di psicofarmaci è aumentato a dismisura negli ultimi vent’anni. A cosa crede sia dovuto?

 

Gli psicofarmaci sono comodissimi. Quasi mezzo secolo fa il mio vecchio professore di farmacologia li definiva «le camicie di forza chimiche» perché, come le costrizioni che si mettevano ai matti, non hanno il minimo effetto sulla malattia ma liberano da tanti incomodi chi a quei soggetti deve per qualunque ragione stare vicino. In più, lo psicofarmaco è spesso non solo benaccetto ma fortemente desiderato dal malato stesso che, diventandone dipendente, grazie alla magica pastiglietta, trasloca in un mondo decisamente per lui più accettabile.

 

 

Una società forse meno stabile, dunque. Ma che va curata con gli psicofarmaci secondo lei? Non è che si tenda ad imbambolare tutti senza risolvere i problemi, anche sociologici, umani, morali che stanno alla radice?

Lo psicofarmaco è spesso non solo benaccetto ma fortemente desiderato dal malato stesso che ne diventa dipendente

 

Non ci sono dubbi: rimbambendo la popolazione la si domina molto meglio. Chi conta non ha il minimo interesse a risolvere davvero i problemi. Ciò che si vuole è semplicemente eliminarli dalla percezione, e questo avviene inizialmente a livello del singolo individuo. Come suggerisce la parola, in origine gli psicofarmaci erano mirati  a trattare (non ho detto risolvere) i disturbi della mente. Poi ci si è accorti che funzionavano benissimo per nascondere i sintomi fastidiosi di tante malattie che nascevano da malfunzionamenti dell’organismo ripercuotendosi, poi, sulla psiche.

 

Le faccio l’esempio della sensibilità chimica multipla, un problema di allergia a una quantità enorme di sostanze che rende a dir poco difficile la vita. Quei malati sono oggettivamente fastidiosi perché il loro massimo, spesso unico, interesse è quello legato alla loro condizione e può accadere che non parlino d’altro, e tutta la loro vita, e di conseguenza quella di chi sta loro vicino anche solo occasionalmente, ruota intorno al problema. Ecco, allora, che arriva in soccorso la chimica e il tedio, se non scompare del tutto, almeno si attenua vistosamente. Dato che la sensibilità chimica multipla è sempre più diffusa, e questo a causa dell’inquinamento ambientale, alimentare e, temo soprattutto, dell’abuso di farmaci in generale, sono nati dei centri sanitari appositi. In questi, lungi dall’affrontare e perfino dal tentare d’individuare la causa, si bombardano i pazienti di psicofarmaci. Non è certo un caso se nessun paziente trattato in quel modo è mai guarito.

Ci si è accorti che gli psicofarmaci funzionavano benissimo per nascondere i sintomi fastidiosi di tante malattie che nascevano da malfunzionamenti dell’organismo ripercuotendosi, poi, sulla psiche

 

 

Nessuno sembra però volerci parlare delle controindicazioni di questi farmaci. Pensiamo al massacro nella scuola di Sandy Hook, o alla strage di Aurora alla prima del film Batman e, sempre nello stesso periodo, a quell’omicidio plurimo consumatosi in New Mexico, per mano di un quindicenne. La stampa cercò di insabbiare, ma tutti questi ragazzi assumevano psicofarmaci che, come si può leggere nei bugiardini, possono istigare alla violenza e a pensieri suicidi…

 

È opportuno ricordare uno dei principi di base della farmacologia: non esiste nessun farmaco che non abbia controindicazioni ed effetti collaterali e questi differiscono, a volte in modo vistoso, da soggetto a soggetto. Se si somministrano prodotti nati proprio per modificare la chimica del cervello, perché il pensiero e tutto quanto ne consegue è una questione di chimica, è evidente che, di tanto in tanto, gli effetti possono risultare un po’, diciamo così, esagerati. Pensi agli effetti chimici che una molecola semplice e comunissima come l’alcool etilico, quello del vino e dei liquori, opportunamente somministrata provoca per ciò che riguarda i rapporti con il mondo, arrivando anche a stravolgere l’etica cancellando, ad esempio, certe inibizioni. 

Dato che la sensibilità chimica multipla è sempre più diffusa, e questo a causa dell’inquinamento ambientale, alimentare e, temo soprattutto, dell’abuso di farmaci in generale, sono nati dei centri sanitari appositi. In questi, lungi dall’affrontare e perfino dal tentare d’individuare la causa, si bombardano i pazienti di psicofarmaci

 

Addirittura alcune di queste sostanze sono entrate nel linguaggio senza che ce ne ricordiamo. Prenda la parola assassino. Molto probabilmente la sua etimologia viene da hashish, la droga con cui si modificava la psiche di certi gruppi di soldati per togliere loro la paura e renderli privi di freni morali. Ma di sostanze che modificano pensiero e percezione ce n’è una lista infinita: molte di origine naturale, moltissime create in laboratorio e chissà quante sono pronte per essere sfornate e quante altre arriveranno in tempi brevi. Della stragrande maggioranze degli psicofarmaci sappiamo poco. Se, poi, questi prodotti sono assunti in  combinazione con altri farmaci o, come a volte capita, con sostanze qual è, ad esempio, l’alcool di cui ho appena detto, può accadere qualcosa di decisamente spiacevole fino alla morte.

 

Un altro grande business per cui Big Pharma vuol dunque far calare il silenzio senza pensare ai danni collaterali?

 

Ormai da molti anni Big Pharma fa davvero il bello e il cattivo tempo. Il suo strapotere economico parallelo all’impoverimento marcatissimo delle risorse economiche disponibili per chi si occupa di salute ha fatto sì che non pochi fondamenti della medicina siano dimenticati quando non stravolti a favore dell’unico obiettivo delle case farmaceutica: fare denaro. Il che, da un certo punto di vista, è comprensibile: dopotutto si tratta d’imprese industriali e commerciali e, dunque, è del tutto normale che mirino a fare quattrini e, anzi, sempre più quattrini. L’etica è una zavorra che non fa parte del gioco.

Se si somministrano prodotti nati proprio per modificare la chimica del cervello, perché il pensiero e tutto quanto ne consegue è una questione di chimica, è evidente che, di tanto in tanto, gli effetti possono risultare un po’, diciamo così, esagerati

 

Forse, allora, era inevitabile che le nuove regole generassero una corruzione che si è capillarizzata fino ad impregnare le persone comuni che ne sono vittima. Gli effetti collaterali? È buffo constatare che molti di quelli sono elencati con una certa precisione nelle schede tecniche e nei bugiardini che accompagnano i farmaci ma è tragicamente buffo constatare che i medici non fanno leggere quelle avvertenze ai loro clienti pur avendone l’obbligo e, temo, non li leggono neppure loro.

 

Il problema è che oggi vengono prescritti, anche ad adolescenti, come fossero zucchero a velo…

 

Non solo agli adolescenti. Negli USA i bambini in età prescolare trattati con psicofarmaci sono numerosissimi. Pensi che condizioni come, ad esempio, la timidezza hanno la loro contromisura farmacologica pronta.

 

Crede che siano mai stati fatti test effettivi su questi farmaci?

 

Negli USA i bambini in età prescolare trattati con psicofarmaci sono numerosissimi. Pensi che condizioni come, ad esempio, la timidezza hanno la loro contromisura farmacologica pronta.

I test che oggi si fanno sono spesso su animali e questi danno indicazioni che mi limiterò a definire scarse quando non del tutto fuorvianti. Sperimentare sull’uomo è difficile, costoso, lungo e scientificamente dubbio, essendo troppe le individualità che caratterizzano ogni persona. E, allora, si mette sul mercato qualcosa e, come da titolo di un vecchio libro, «io speriamo che me la cavo».

 

Come può passare inosservato che un farmaco che in teoria dovrebbe curare una depressione, in realtà istighi, quantomeno nelle prime fasi di assunzione, a reazioni violente e a pensieri di omicidio-suicidio?

 

Esistono farmaci che hanno effetti collaterali vistosissimi e questi vengono negati con una faccia tosta che, da un certo punto di vista, è persino ammirevole. Se proprio è impossibile nascondere un caso di effetto collaterale particolarmente deleterio, si dice che si tratta di una reazione rarissima e basta non parlarne più. In fondo la gente non vuole seccature o tarli mentali ed è felice di non sapere.

 

Pensiamo al caso del’attore Robin Williams, morto suicida dopo una vita di successi. Il referto medico legale riferì che nel sangue dell’attore erano state trovate le tracce del Mirtazapine, noto anche come Remeron, un farmaco antidepressivo che vanta ben 10 avvertenze d’uso dove è scritta a chiare lettere la possibile correlazione con i suicidi premeditati. Quindi, anche in questo caso, un farmaco che invece di curare, uccide, senza che nessuno dica niente. Anzi, questo farmaco è ancora in commercio regolarmente….  

 

Se proprio è impossibile nascondere un caso di effetto collaterale particolarmente deleterio, si dice che si tratta di una reazione rarissima e basta non parlarne più. In fondo la gente non vuole seccature o tarli mentali ed è felice di non sapere.

Qualche anno fa acquistai in Francia un grosso libro, peraltro mai arrivato in Italia, in cui si elencavano centinaia di casi di farmaci i cui effetti collaterali principali erano noti e registrati. La stragrande maggioranza dei medici ignora quegli effetti e, se li si fa loro notare, fanno spallucce e, magari, le fanno il sorrisetto che si riserva al ragazzino poco dotato. Quanto alle autorità cosiddette di controllo, molto spesso chiudono un occhio e a volte anche l’altro. Dopotutto gli enti da cui i cosiddetti controllori portano a casa lo stipendio dipendono economicamente proprio dalle case farmaceutiche.

 

Nel famoso volo Germanwings 9525 del 2015, dirottato volontariamente con 150 persone a bordo tutte poi morte, il copilota Andreas Lubitz, che operò la strage barricandosi nella cabina pilota, soffriva di depressione e assumeva psicofarmaci. Perché nessuno ne ha parlato?

 

Quello fu un caso importantissimo di una patologia che tutte le compagnie aeree conoscono e cercano di nascondere. In gergo tecnico si chiama «aero-toxicity». L’aria che si respira nelle cabine viene direttamente dai motori ed è piena d’inquinanti organici e inorganici tra cui le particelle di cui noi ci occupiamo. Glie lo dico perché noi quell’aria l’abbiamo analizzata e stiamo ancora lavorando con piloti e altro personale di bordo che si sono ammalati a causa di quei veleni. Uno dei sintomi possibili è proprio a carico della psiche, a volte con effetti gravissimi, e, come al solito, invece di affrontare la causa, ci se la cava con gli psicofarmaci. Il resto è tutta ovvietà.

In gergo tecnico si chiama «aero-toxicity». L’aria che si respira nelle cabine degli aerei viene direttamente dai motori ed è piena d’inquinanti organici e inorganici tra cui le particelle di cui noi ci occupiamo

 

Prozac, Paxil, Zoloft, Efexor: tutti antidepressivi che hanno delle controindicazioni molto pericolose. Eppure il dogma dello psico-farmaco è inviolabile, non trova?

 

Oggi la medicina è ripiombata nelle oscurità del medioevo e vive solo di dogmi. Molto onestamente i direttori dei due maggiori giornali medici, il Lancet e il New England Journal,  hanno affermato che metà di ciò che viene pubblicato e che diventa sacro è semplicemente falso. Il che sarebbe di per sé allarmante se fosse vero. In verità, invece, le cose stanno peggio: le bufale che passano come risultati sono ormai in schiacciante maggioranza rispetto al poco di valido che esce, ed è così che siamo nelle mani di veri e propri apprendisti stregoni.

Oggi la medicina è ripiombata nelle oscurità del medioevo e vive solo di dogmi. Siamo nelle mani di veri e propri apprendisti stregoni.

 

Ci sarà sicuramente qualcuno che, forse sentendosi chiamato in causa, pur gridando allo scandalo per i vaccini “non puliti” e per l’obbligo vaccinale, si scandalizzerà altrettanto per una severa critica qui mossa verso gli inibitori selettivi della ricapitolazione della serotonina (SSRI), e quindi di tutti gli psicofarmaci in generale. Rispondiamo con anticipo ai sicuri piagnistei di qualcuno che si è reso conto, epperò ancora non ha il coraggio di ammetterlo, che l’industria farmaceutica non ha alcun interesse per la salute della popolazione?

 

Mi chiedo che interesse dovrebbe avere. L’industria farmaceutica non differisce dalle altre per etica: l’obiettivo è fare soldi, meglio se tanti, meglio se facilmente. Bisogna ammettere che Big Pharma è stata bravissima ad andare a bersaglio.

 

 

Cristiano Lugli

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Big Pharma

Affermazioni fuorvianti sul vaccino Pfizer «hanno portato discredito» a Big Pharma: parla un autorità di autoregolamentazione britannica

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Renovatio 21 traduce questo articolo per gentile concessione di Children’s Health Defense. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.

 

La Prescription Medicines Code of Practice Authority, un organismo indipendente e di autoregolamentazione istituito dall’Associazione dell’industria farmaceutica britannica, ha stabilito che l’azienda ha violato cinque regole del suo Codice di condotta per la pubblicità.

 

Un’agenzia di regolamentazione del Regno Unito ha scoperto che i migliori dipendenti Pfizer «hanno portato discredito» all’industria farmaceutica quando hanno fatto affermazioni fuorvianti che promuovevano un «medicinale senza licenza» nei tweet sul vaccino COVID-19, ha riferito domenica The Telegraph.

 

La Prescription Medicines Code of Practice Authority (PMCPA), un organismo indipendente e di autoregolamentazione istituito dall’Associazione dell’industria farmaceutica britannica, ha stabilito che l’azienda avrebbe violato cinque regole del suo Codice di condotta per la pubblicità.

 

L’organismo di vigilanza dell’industria farmaceutica britannica UsForThem ha presentato un reclamo al PMCPA nel febbraio 2023. Il reclamo riguardava i tweet del 2020 dei massimi dirigenti Pfizer, tra cui il direttore medico britannico Berkeley Phillips. I tweet erano ancora visibili sui social al momento della presentazione della denuncia.

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L’organizzazione ha affermato che Pfizer «ha promosso in modo fuorviante e illegale il suo vaccino contro il COVID-19» riportando tassi di efficacia relativa molto elevati senza fornire informazioni sui tassi di efficacia assoluta o informazioni richieste sulla sicurezza.

 

UsForThem ha affermato che era importante presentare questa denuncia due anni dopo perché «tale comportamento scorretto era ancora più diffuso» di quanto si pensasse in precedenza, estendendosi «fino ai vertici» delle attività di Pfizer nel Regno Unito e «apparentemente continuando fino ad oggi».

 

Commentando l’importanza dei risultati, Daniel O’Conner di Trial Site News, che ha anche trattato la storia, ha dichiarato a The Defender: «il comportamento di Pfizer durante la pandemia è stato davvero scandaloso. E ovviamente l’obiettivo: grandi soldi».

 

O’Connor ha affermato che il «comportamento aziendale di Pfizer durante la pandemia», come rivelato da questa e altre sentenze del PMCPA, è «altrettanto insidioso» quanto i problemi con i percorsi normativi per i farmaci e i principali difetti negli stessi studi clinici che Trial Site News ha monitorato.

 

Pfizer ha una chiara esperienza di agire come «impresa di profitto inaccettabile durante la peggiore pandemia del secolo», ha aggiunto. «La domanda che abbiamo è chi ha dato loro potere nel governo».

 

Grave censura per aver portato «discredito su» Big Pharma

La denuncia si concentrava su un tweet che Phillips di Pfizer ha condiviso su Twitter, ora X, originariamente realizzato da un dipendente Pfizer con sede negli Stati Uniti.

 

Il tweet affermava:

 

«Il nostro vaccino candidato è efficace al 95% nella prevenzione del COVID-19 e al 94% nelle persone di età superiore ai 65 anni. Archivieremo tutti i nostri dati presso le autorità sanitarie entro pochi giorni. Grazie a tutti i volontari della nostra sperimentazione e a tutti coloro che combattono instancabilmente questa pandemia».

 

Il comitato investigativo della PMCPA ha scoperto che quattro dipendenti di Pfizer UK avevano ritwittato il post e altri lo avevano messo «mi piace». Hanno detto che probabilmente il pubblico e gli operatori sanitari avrebbero visto il tweet.

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La giuria ha concordato con le accuse di UsForThem secondo cui il messaggio conteneva informazioni limitate sull’efficacia e nessuna informazione sulla sicurezza, in violazione delle regole sull’inganno del pubblico e sulla fornitura di dati accurati sulla sicurezza.

 

Il panel ha inoltre sottolineato che i codici di condotta esistenti vietano la promozione dei medicinali prima della loro autorizzazione all’immissione in commercio. Tuttavia, in diretta violazione dei codici, i tweet dei dipendenti Pfizer hanno portato alla «diffusione proattiva di un farmaco senza licenza su Twitter agli operatori sanitari e al pubblico nel Regno Unito», ha rilevato la commissione.

 

I tweet violavano anche la politica stessa di Pfizer che vieta ai dipendenti Pfizer di interagire con i social media relativi ai medicinali e ai vaccini dell’azienda.

 

Il comitato PMCPA ha concluso che «Pfizer ha portato discredito e ridotto la fiducia nell’industria farmaceutica», il che, secondo lui, è una seria censura che riserva a gravi violazioni come quella in cui un’azienda ha promosso un farmaco prima ancora che fosse stato autorizzato.

 

I casi che si ritiene abbiano portato discredito all’industria vengono pubblicizzati sulla stampa medica, farmaceutica e infermieristica.

 

Un portavoce di Pfizer UK ha affermato che la società «riconosce e accetta pienamente le questioni evidenziate da questa sentenza PMCPA» e che è «profondamente dispiaciuta», secondo The Telegraph.

 

Pfizer ha inoltre affermato che esaminerà l’uso dei social media da parte dei propri dipendenti per garantire che rispettino i codici attuali e per prevenire tali problemi in futuro.

 

Il giornale ha anche riferito che Phillips, il cui re-tweet era principalmente in questione, ha affermato che il post era «accidentale e non intenzionale». «Detto questo, abbiamo immediatamente accettato la sentenza del caso e facciamo tutto il possibile per garantire che i nostri dipendenti aderiscano alla nostra rigorosa politica sui social media e al Codice di condotta del settore quando utilizzano i loro social media personali» ha aggiunto.

 

Altri cinque rimproveri legati alla promozione del vaccino anti-COVID

Pfizer è stata rimproverata sei volte dall’autorità di regolamentazione per la sua promozione non etica del vaccino COVID-19.

 

Il 4 marzo, pochi giorni dopo che la PMCPA aveva annunciato la sua sentenza sui tweet del 2020 che promuovevano il vaccino, l’agenzia ha anche annunciato una seconda sentenza , rilevando che Pfizer aveva violato un’altra clausola del codice di condotta in un tweet del 2022 di Pfizer UK che «non è riuscita a mantenere standard professionali».

 

Tale sentenza, emessa anche in risposta a una denuncia presentata da UsForThem, riguardava una serie di tre tweet pubblicati sul feed Twitter di Pfizer UK che includevano un collegamento a un articolo di Pulse Today.

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Quel tweet diceva:

 

«Mentre il Regno Unito entra nel suo primo «inverno sbloccato» dal 2019, il nostro [dichiarato dipendente medico senior di Pfizer] spiega l’impatto devastante che le malattie respiratorie possono avere durante i mesi più freddi. Leggi di più @PulseToday 👇#WinterPressures».

 

Il tweet rimandava a un articolo promozionale — ripubblicato qui — commissionato da Pfizer su un sito web per operatori sanitari, ma non era chiaramente contrassegnato come contenuto promozionale pagato da Pfizer.

 

Il PMCPA in questo caso ha affermato di essere preoccupato che i tweet fossero disponibili al grande pubblico mentre il materiale nell’articolo di PulseToday era destinato agli operatori sanitari. Ciò ha violato gli elevati standard creati dai codici di condotta, hanno affermato le autorità di regolamentazione.

 

Nel febbraio 2023, l’agenzia ha scoperto che il CEO di Pfizer Albert Bourla, Ph.D., ha rilasciato commenti «fuorvianti» e «non qualificati» promuovendo l’uso dei vaccini mRNA contro il COVID-19 per i bambini piccoli durante un’intervista alla BBC.

 

In quel caso, UsForThem ha accusato il redattore medico della BBC, Fergus Walsh, di aver condotto l’intervista «come un’amichevole chiacchierata davanti al caminetto», dando a Bourla «un’opportunità promozionale gratuita che il denaro non può comprare» permettendogli di promuovere la diffusione del vaccino, in particolare tra i giovani. bambini per i quali il vaccino non era stato nemmeno autorizzato.

 

All’epoca, nessun vaccino contro il Covid-19 era stato approvato dall’Agenzia di regolamentazione dei medicinali e dei prodotti sanitari del Regno Unito per i bambini sotto i 12 anni, quindi la commissione ha ritenuto che i commenti di Bourla violassero il codice.

 

Due delle altre sentenze del PMCPA su Pfizer riguardavano i post di LinkedIn e una riguardava affermazioni fatte in un comunicato stampa.

 

La sanzione per la serie di violazioni, ha riferito The Telegraph, è una multa di 34.800 sterline.

 

Ben Kingsley, responsabile degli affari legali di UsForThem, ha dichiarato al Telegraph che «è sorprendente quante volte i dirigenti senior di Pfizer siano stati ritenuti colpevoli di gravi violazioni normative, in questo caso incluso il reato più grave di tutti ai sensi del Codice di condotta del Regno Unito».

 

«Tuttavia le conseguenze per Pfizer e le persone interessate continuano ad essere ridicole. Questo sistema di regolamentazione senza speranza per un’industria della vita e della morte multimiliardaria è diventato una farsa, che ha un disperato bisogno di riforme», ha affermato Kingsley.

 

«È assolutamente necessaria una radicale revisione del quadro normativo e legale in base al quale questo settore distrutto e corrotto può operare», ha twittato UsForThem.

 

I critici negli Stati Uniti hanno chiesto che i regolatori nazionali ritengano Pfizer responsabile in questo caso. In un tweet, Jay Bhattacharya, MD, Ph.D. di Stanford., ha invitato la Food and Drug Administration statunitense a farlo.

 

James Lyons-Weiler, Ph.D., ha scritto che la Federal Trade Commission e la Security and Exchange Commission intraprendono azioni simili.

 

Brenda Baletti

Ph.D.

 

©8 aprile 2024, Children’s Health Defense, Inc. Questo articolo è riprodotto e distribuito con il permesso di Children’s Health Defense, Inc. Vuoi saperne di più dalla Difesa della salute dei bambini? Iscriviti per ricevere gratuitamente notizie e aggiornamenti da Robert F. Kennedy, Jr. e la Difesa della salute dei bambini. La tua donazione ci aiuterà a supportare gli sforzi di CHD.

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Immagine di U.S. Secretary of Defense via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic; immagine modificata.

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Alimentazione

Pfizer sospende la nuova pillola dimagrante dopo che i pazienti hanno riscontrato gravi effetti collaterali

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La nuova pillola sperimentale per la perdita di peso della Pfizer ha funzionato nel raggiungere il suo obiettivo dichiarato, ma con alla perdita di peso si sono aggiunti effetti collaterali così gravi che la ricerca è stata interrotta.   In un comunicato stampa, il colosso farmaceutico ha affermato che avrebbe interrotto gli studi clinici sul danuglipron, la sua pillola dimagrante da prendere due volte al giorno. Questo farmaco utilizza un meccanismo simile a semaglutide, perché un’ampia percentuale delle persone che l’hanno assunto nelle prime due fasi sperimentali ha avuto disturbi gastrointestinali ed effetti indesiderati come nausea e diarrea.

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«Mentre gli eventi avversi più comuni erano lievi e di natura gastrointestinale coerenti con il meccanismo, sono stati osservati tassi elevati (fino al 73% di nausea; fino al 47% di vomito; fino al 25% di diarrea)», si legge nel comunicato stampa. «Tassi di interruzione elevati, superiori al 50%, sono stati osservati con tutte le dosi rispetto a circa il 40% con il placebo».   «Al momento, la formulazione di danuglipron due volte al giorno non avanzerà negli studi di Fase 3» scrive il comunicato.   Come il semaglutide, il principio attivo dei famosissimi iniettabili Ozempic e Wegovy, il danuglipron è un agonista del recettore del peptide-1 (GLP-1) simile al glucagone, il meccanismo esatto è oggetto di dibattito ma che a livello generale si ritiene imiti la sensazione di pienezza nell’intestino. Sebbene le iniezioni di semaglutide – che solo negli ultimi anni sono state approvate in USA per la perdita di peso – siano sempre più in voga, anch’esse possono avere alcuni importanti effetti collaterali gastrointestinali.   Con la popolarità degli iniettabili di semaglutide è arrivata una crescente spinta a trovare un modo per ottenere gli effetti del farmaco sotto forma di pillola. Fino a quando Pfizer non ha deciso di interrompere i suoi studi, il danuglipron sembrava destinato a diventare il prossimo grande passo nel trattamento della perdita di peso, soprattutto considerando che i risultati di studi precedenti suggerivano che fosse efficace quanto Ozempic.   L’azienda a fronte degli investimenti fatti e dei possibili grandi guadagni, ha sostenuto nella sua dichiarazione che, sebbene stia interrompendo i test sul danuglipron, sta ancora cercando di immettere sul mercato una pillola dimagrante.   «I risultati degli studi in corso e futuri sulla formulazione a rilascio modificato di danuglipron una volta al giorno forniranno informazioni su un potenziale percorso da seguire con l’obiettivo di migliorare il profilo di tollerabilità e ottimizzare sia la progettazione che l’esecuzione dello studio», ha affermato il dottor Mikael Dolsten, direttore scientifico e presidente di Pfizer.

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«Lo sviluppo futuro di danuglipron si concentrerà su una formulazione una volta al giorno, con dati farmacocinetici attesi nella prima metà del 2024» annuncia il comunicato Pfizer.   Come riportato da Renovatio 21, il semaglutide – commercializzato come Ozempic – sta rivoluzionando il settore farmaceutico e si annuncia, secondo alcuni analisti, come quello che potrebbe divenire il farmaco più venduto della storia. Il fenomeno potrebbe avere consegue trasformative per la società e l’economia: la banca d’affari Morgan Stanley ha pubblicato un rapporto sull’impatto dei farmaci contro l’obesità sui produttori di cibo spazzatura.   Il problema degli effetti collaterali tuttavia è già stato posto.   Come riportato da Renovatio 21, oltre al pericolo per le donne incinte, vi sarebbe un’inchiesta in corso per stabilire se esiste una possibile correlazione tra l’assunzione del semaglutide e l’ideazione di pensieri suicidi.   Una recente intervista di Tucker Carlson ad un ex dirigente di enti di regolazione del farmaco ha aperto numerosi dubbi riguardo gli effetti avversi del farmaco e riguardo alla bontà dell’intera filiera industrial-sanitario-statale che si prepara a sostenerne la massima diffusione. SOSTIENI RENOVATIO 21
 
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Big Pharma

Sciroppo uccide i bambini usbechi. Dietro, un fiume di corruzione

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Renovatio 21 pubblica questo articolo su gentile concessione di AsiaNews. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.

 

Al processo per lo scandalo del Dok-1 Maks sta emergendo che i produttori indiani corrompevano regolarmente gli operatori sanitari in tutto il Paese, per raccomandare il preparato ai pazienti. Nel frattempo il presidente Mirziyoyev ha sostituito il ministro della Salute ma senza indicare quali nuove misure verranno adottate.

 

Il tribunale di Taškent ha ripreso le sessioni del processo sullo scandalo dello sciroppo Dok-1 Maks, la cui assunzione ha portato 18 bambini all’invalidità permanente, mentre in tutto le persone che hanno subito gravi conseguenze sono ormai una settantina. Sono stati aggiunti altri nomi alla lista delle persone accusate, che sono attualmente 23.

 

L’accusa evidenzia come dopo l’assunzione del farmaco 16 bambini abbiano ricevuti traumi molto seri, e tre siano morti direttamente dopo l’assunzione dello sciroppo.

 

Lo scorso agosto è divenuto evidente che il numero delle persone colpite dall’assunzione del farmaco della compagnia indiana Marion Biotech sia di molto superiore a quanto si supponesse. Se all’inizio del 2023 si parlava di una ventina di bambini coinvolti, oggi quelli accertati sono almeno 65, come ha riferito in tribunale l’ex-primario del centro plurifunzionale della regione di Samarcanda, il dottor Mamaktul Azizov.

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Il presidente del tribunale, Musa Jusipov, ha inserito nell’elenco degli accusati 17 persone, e nei prossimi giorni verranno esaminate tutte le rispettive posizioni. Secondo la Corte suprema dell’Uzbekistan, come pubblicato agli atti dello scorso 1° dicembre, una parte della documentazione è stata inviata agli organi inquirenti «per rivedere le conclusioni accusatorie e approfondire le azioni processuali integrative, relative al coinvolgimento di altre persone nello stato di accusa».

 

Finora gli accusati sono 21 persone, compreso l’ex-direttore dell’Agenzia per lo sviluppo farmaceutico e direttore della compagnia Quramax Medikal, un cittadino indiano, insieme a diversi altri a lui collegati, in tutto 16 uomini e 5 donne contro i quali sono state presentate le accuse da parte del Servizio per la sicurezza nazionale dell’SGB.

 

Alla compagnia sono state ritirate le licenze per il commercio di prodotti farmaceutici. La procura ha dichiarato che i distributori del Dok-1 Maks avevano pagato tangenti ai funzionari locali, nella misura di 33 mila dollari, per rinunciare alle verifiche obbligatorie del preparato da immettere sul mercato, che è stato così registrato come accessibile sul mercato interno dell’Uzbekistan.

 

Inoltre è stato chiarito che gli imprenditori indiani che hanno prodotto il mortale sciroppo corrompevano regolarmente gli operatori sanitari in tutto il Paese, per raccomandare il preparato ai pazienti.

 

Un rappresentante del comitato fiscale che ha testimoniato al processo ha spiegato che i produttori hanno pagato in tutto 5 miliardi e 57 milioni di som (circa mezzo milione di dollari) ai medici che raccomandavano lo sciroppo, e che aiutavano al suo acquisto. Le infermiere hanno ricevuto 122 milioni di som (circa 10 mila dollari), mentre i farmacisti hanno percepito 2 miliardi e 345 milioni di som (quasi 200 mila dollari). Oltre un milione di dollari è stato poi distribuito a vari altri collaboratori per la diffusione del farmaco.

 

L’anno scorso, secondo le informazioni diffuse da Radio Ozodlik, le autorità dello Stato indiano settentrionale dell’Uttar-Pradesh avevano autorizzato la Marion Biotech a rinnovare la produzione, ma dopo le morti di massa dei bambini in Uzbekistan lo sciroppo per la tosse è stato bloccato.

 

Nel frattempo, il presidente dell’Uzbekistan Šavkat Mirziyoyev ha sostituito il ministro della Salute, nominando come sostituto provvisorio Asilbek Khudajarov: in una riunione «in spirito critico» alla presenza del primo ministro Abdulla Aripov, è stato licenziato il ministro Amrillo Inojatov, senza ulteriori chiarimenti sui futuri programmi del ministero.

 

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