Eutanasia
L’ospedale Alder Hey e i suoi lapsus mortiferi
A seguito della intensa giornata di ieri, vale la pena soffermarsi ancora sul comunicato emesso dall’Alder Hey Children’s Hospital di Liverpool, che entra nel merito del nuovo riscorso respinto dal giudice Anthony Hayden, ufficializzato in tarda serata e con la comunicazione che Alfie non potrà venire Italia.
L’Alta Corte ha infatti ipotizzato un ritorno a casa del bambino, ma non prima di qualche giorno. È evidente che si stia cercando di allungare quanto più possibile i tempi, chiaramente per far morire Alfie.
È evidente che si stia cercando di allungare quanto più possibile i tempi, chiaramente per far morire Alfie.
Durante l’udienza, infatti, Hayden ha definito «fanatico e illuso» Thomas Evans, e «pericolose» le persone che hanno creato «false aspettative» alla famiglia Evans.
Le falsità appena edulcorate nel comunicato dell’Alder Hey sono qualcosa di davvero scabroso.
I «best interests» dei nuovi dottor Himmler dell’eugenetica puntano a sopprimere il malato, proprio in “virtù” del suo «miglior interesse».
I «best interests» dei nuovi dottor Himmler dell’eugenetica puntano a sopprimere il malato, proprio in “virtù” del suo «miglior interesse».
Parlano di cure, ma come si può parlare di «cure» per un fine-vita che loro stessi vogliono cagionare?
Alfie non ha bisogno di cure palliative, Alfie ha bisogno di qualcuno che di lui si prenda cura, cosa assai diversa.
Abbiamo davanti a noi una mentalità omicida per cui l’ospedale e il giudice rifiutano una non-guarigione. Tale rifiuto comporta l’eliminazione del il malato in quanto peso sociale, economico e finanche umano.
Parlando di «dignità e comfort», l’Alder Hey indora la pillola eutanatica.
Lapsus mortifero
Il lapsus pel quale era stato detto che si sarebbe proceduto solo con ossigeno e idratazione non è evidentemente casuale.
Infatti, se un paziente non ha capacità di alimentarsi naturalmente lo si aiuta attraverso la PEG (Gastrostomia Endoscopica Percutanea cioè la tecnica che consente la nutrizione enterale).
Se non ha capacità di alimentarsi ma è prossimo alla morte e, quindi, l’intervento per mettere la PEG diventa più pericoloso che utile, dopo aver valutato scrupolosamente le condizioni cliniche del paziente si decide di non intervenire. In questo caso ad Alfie è stata rimossa, e forse non avrebbero voluto inizialmente rimetterla.
Unendo i puntini, non può che saltare fuori che loro considerano Alfie prossimo alla morte.
Unendo i puntini, non può che saltare fuori che loro considerano Alfie prossimo alla morte.
Alla morte, però, ovviamente, ce lo stanno portando loro, servendosi pure di questo termine tanto in auge, anche in una certa «chiesa», che è «accompagnamento».
Con la scusa di questa morte ormai prossima non lo avrebbero voluto alimentare, ma solo idratare per via endovenosa, cosa che deve essere invece garantita anche con condizioni cliniche assolutamente scadenti.
Effettivamente nel protocollo non sono citate la nutrizione e l’idratazione, non per dimenticanza ma per speranza che Alfie morisse in tempi brevi.
Nel protocollo non sono citate la nutrizione e l’idratazione, non per dimenticanza ma per speranza che Alfie morisse in tempi brevi
La ventilazione non sarà più concessa, nonostante le difficoltà respiratorie che iniziano a farsi vedere; l’idratazione è d’obbligo e, nonostante il lapsus non casuale, sono stati costretti a rimettere anche l’alimentazione al piccolo.
La macchina della morte ha un intoppo che ha scombinato tutti i piani messi appunto dai necrocultori, nuovi ideatori della Lebensunwertes Leben («vita indegna di essere vissuta») nazista: quell’enorme intoppo si chiama Alfie Evans.
Cristiano Lugli
Eutanasia
Il Belgio ammorbidisce le sanzioni per le morti per l’eutanasia illegale
Renovatio 21 traduce questo articolo di Bioedge.
I medici belgi possono essere perseguiti se somministrano l’eutanasia senza tener conto delle condizioni specificate. Ma per quanto grave possa essere l’infrazione, possono essere accusati di un solo reato: omicidio con avvelenamento. La pena è l’ergastolo.
Da quando l’eutanasia è stata legalizzata nel 2002, nessun medico è stato mai processato fino al 2020. Come conseguenza di questa mancanza di flessibilità, tre medici sono stati accusati di omicidio per la morte di Tina Nys, una donna di 38 anni morta a 2010. È stato un enorme shock per l’establishment dell’eutanasia. I medici sono stati assolti.
Per rendere le future sanzioni più proporzionate alla gravità del reato, il governo belga prevede di modificare la legislazione.
- Se i medici violano il quadro fondamentale dell’eutanasia legale, rischiano una pena detentiva da 10 a 15 anni.
- Se soddisfano tutte le condizioni di base, ma commettono un grave errore procedurale, come non consultare un secondo o un terzo medico, potrebbe essere inflitta una pena detentiva inferiore, da 8 giorni a 3 anni.
- Possono essere prese in considerazione circostanze attenuanti e possono essere applicate misure alternative alla pena detentiva.
Alcuni medici belgi hanno accolto favorevolmente i cambiamenti. Il dottor Luc Herry, del sindacato dei medici ABYSM, ha affermato che il sistema attuale è inadeguato. «Se un medico dimenticasse qualche aspetto della procedura, ma il paziente avesse effettivamente presentato una richiesta di eutanasia, un membro della famiglia potrebbe comunque sporgere denuncia. Ovviamente, non avendo più il testimone principale da quando è morto, il medico avrà più difficoltà a difendersi».
«Quando una persona soffre in modo insopportabile e chiede ai medici di optare per l’eutanasia, i medici non possono essere arrestati perché potrebbero essere accusati di omicidio per avvelenamento», ha detto ai media il ministro della Giustizia Paul Van Tigchelt.
«È importante rispettare le condizioni, ma ora prevediamo sanzioni proporzionate. In questo modo garantiamo che i medici possano continuare a svolgere questo delicato compito in piena coscienza e tranquillità, rispettando al tempo stesso e correttamente i desideri dei pazienti».
Michael Cook
Renovatio 21 offre questa traduzione per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.
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Eutanasia
Anche California potrebbe liberalizzare le condizioni per il suicidio assistito
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- Estendere la legge ai soggetti affetti da demenza allo stadio iniziale e intermedio
- Consentire la ricezione di farmaci di aiuto alla morte attraverso un’infusione endovenosa (IV) autosomministrata dal paziente
- Eliminare l’obbligo di attendere 48 ore tra una richiesta orale e l’altra
- Eliminare il requisito della residenza in California
- Rimuovere la data di scadenza del 2031
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Eutanasia
Padre lotta per impedire alla figlia autistica di entrare nel programma di suicidio assistito canadese
Renovatio 21 traduce questo articolo di Bioedge.
Un uomo di Calgary ha ottenuto la sospensione temporanea dell’eutanasia della figlia di 27 anni affetta da autismo.
Secondo un articolo di CBC News, il padre, noto come WV nei documenti del tribunale, afferma che MV, sua figlia, è sana e non può beneficiare dell’eutanasia. È necessario che lei soffra di una condizione medica grave e irrimediabile che causi sofferenze fisiche o psicologiche intollerabili e durature. Lo devono attestare due medici.
A MV, che vive con suo padre, è stata approvata l’eutanasia a dicembre e la data della sua morte è stata fissata per il 1° febbraio. Tuttavia, all’ultimo minuto, suo padre ha ottenuto un’ingiunzione temporanea per impedirle di accedere al MAiD (assistenza medica alla morte).
Nel documento WV ha affermato che «MV soffre di autismo e forse di altre malattie non diagnosticate che non soddisfano i criteri di ammissibilità per la MAiD».
Emily Amirkhani, avvocato di WV, ha affermato che MAiD è «un sistema incredibilmente unico». Se una persona che cerca MAiD viene approvata ingiustamente, «quella persona non farà mai sì che nessuno guardi dietro quella tenda» perché ha ottenuto ciò che voleva. «È diversa da qualsiasi altra situazione a cui riesco a pensare in cui l’amministrazione sbagliata del sistema non può essere portata alla luce se non per qualcuno oltre al paziente», ha detto Amirkhani.
L’avvocato di MV, Austin Paladeau, ha affermato che il nocciolo del caso è il diritto dell’adulto all’autonomia medica. WV «rischia di perdere sua figlia e, sebbene questo sia triste, non gli dà il diritto di tenerla in vita contro la sua volontà».
Michael Cook
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Immagine di JMacPherson via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Creative Commons Attribution 2.0 Generic
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