Geopolitica
L’Iran ha avvertito del suo attacco missilistico
Ci sarebbe stato un avvertimento riguardo ai lanci di missili iraniani l’8 gennaio che avrebbre dato il tempo sufficiente per rifugiarsi nei bunker al personale degli nelle basi obbiettivo il tempo di rifugiarsi nei bunker.
Nei bunker presso Erbil, oltre che gli americani, si sono rifugiati anche gli italiani
Funzionari militari statunitensi sono stati avvertiti dello strike dei missili balistici in corso in Iran poco prima del lancio dell’attacco
Funzionari militari statunitensi sono stati avvertiti dello strike dei missili balistici in corso in Iran «quando i sistemi di difesa aerea sono diventati attivi» poco prima del lancio dell’attacco, ha riferito un funzionario americano a Baghdad a Fox News, riferendosi probabilmente alle difese aeree iraniane.
Il funzionario ha anche detto che l’Intelligence degli Stati Uniti ha raccolto “chiacchiere” dall’Iran e all’interno dell’Iraq, riguardo ad un attacco alle forze americane in all’01: 30 ora locale, quando in effetti missili furono lanciati, scrive EIR.
Nei bunker della base di Erbil, oltre che gli americani, si sono rifugiati anche gli italiani
Un alto funzionario degli Stati Uniti ha detto a Fox News che funzionari iraniani hanno avvertito l’Iraq dell’attacco missilistico in sospeso perché Teheran non voleva uccidere le forze irachene.
Alcune forze irachene hanno anche avvertito le loro controparti americane, ma gli Stati Uniti avevano già saputo «da ore» che l’Iran stava progettando di lanciare l’attacco.
«Quell’avvertimento non è stato una sorpresa per noi», ha detto il funzionario americano. «Sapevamo già che stava arrivando».
L’ufficio del primo ministro iracheno Adil Abdul-Mahdi ha confermato di essere stato avvertito in anticipo dall’Iran degli imminenti attacchi missilistici. «Poco dopo mezzanotte di mercoledì, abbiamo ricevuto un messaggio verbale dalla Repubblica islamica dell’Iran secondo cui la risposta iraniana all’assassinio del martire Qasem Soleimani era iniziata o stava per iniziare», ha detto il portavoce di Abdul-Mahdi in un comunicato.
«Quell’avvertimento non è stato una sorpresa per noi», ha detto il funzionario americano. «Sapevamo già che stava arrivando».
Il portavoce ha inoltre affermato che l’Iran aveva informato il Primo Ministro iracheno che«”avrebbe preso di mira solo i luoghi in cui erano presenti le forze statunitensi», senza specificare i luoghi.
«Abbiamo immediatamente avvertito i comandanti militari iracheni di prendere le precauzioni necessarie», ha letto la dichiarazione del Primo Ministro. Durante l’attacco, Abdul-Mahdi aveva anche ricevuto una chiamata dal governo americano, ha dichiarato il portavoce.
Geopolitica
Israele attacca l’Iran
Israele ha effettuato attacchi in Iran nelle prime ore di venerdì, hanno riferito diversi organi di stampa, citando alti funzionari statunitensi. La notizia arriva meno di una settimana dopo che la Repubblica Islamica ha lanciato una raffica di droni e missili contro Israele.
L’agenzia di stampa iraniana Mehr ha riferito che diverse esplosioni sono state udite intorno alle 4 del mattino, ora locale, nei cieli sopra la città centrale di Isfahan.
L’emittente IRNA ha affermato che le difese aeree sono state attivate in alcune parti dell’Iran. Ha aggiunto che Israele ha colpito obiettivi anche in Siria e Iraq, colpendo aeroporti militari e un sito radar.
Hossein Dalirian, portavoce del programma spaziale civile iraniano, ha scritto su X che diversi droni sono stati abbattuti. Ha aggiunto che non vi è alcuna conferma di un attacco missilistico su Isfahan.
Secondo Al Jazeera, l’Iran ha sospeso i voli in diversi aeroporti, compresi quelli che servono Teheran e Isfahan.
La CNN ha citato un anonimo funzionario americano che ha affermato che i siti nucleari non sono stati presi di mira.
Altre fonti in rete parlano di sette città colpite, comprese fabbriche di armamenti.
Video non verificati caricati su internet dai pasdaran mostrerebbero la contraerea iraniana intercettare i missili israeliani.
BREAKING: 🚨🇮🇷🇮🇱 The IRANIAN Revolutionary Guard Corps uploaded this video intercepting ISRAELI missiles above Iran. pic.twitter.com/wrQA3NGmWd
— Vladimir Putin (parody) (@Brics_Dollar) April 19, 2024
Un altro video circolante in rete mostrerebbe una base militare a Isfahan in situazione di calma e normalità.
BREAKING: Footage near military base in Isfahan, Iran, suggests that the purported Israeli air strikes may be a “wag the dog” scenario. pic.twitter.com/aJqaa70EDq
— The General (@GeneralMCNews) April 19, 2024
L’esercito israeliano ha detto all’AFP che «non abbiamo commenti in questo momento» quando gli è stato chiesto delle notizie di esplosioni e attacchi in Iran e Siria. L’ufficio del primo ministro Benjamin Netanyahu ha rifiutato di confermare al Times of Israel che Israele è responsabile delle esplosioni udite a Isfahan.
L’attacco è avvenuto, coincidenza, nel giorno dell’85° compleanno dell’ayatollah Khamenei.
Secondo il Jerusalem Post, vi sarebbero stati attacchi anche in Siria – dove sarebbero stati colpiti siti dell’esercito siriano nei governatorati di Suwayda e Daraa – ed in Iraq, dove sarebbero state colpite le aree di Baghdad ed il governatorato di Babil.
Il 1° aprile, Israele ha colpito un edificio del consolato iraniano a Damasco, in Siria, uccidendo sette alti ufficiali della Forza Quds del Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica (IRGC). L’Iran ha risposto lanciando droni e missili kamikaze contro Israele il 13 aprile. Le forze di difesa israeliane (IDF) hanno affermato che la maggior parte dei colpi è stata intercettata con successo e ha riportato solo lievi danni a terra. Il costo della difesa per Israele ammonterebbe a circa un miliardo di dollari.
Come riportato da Renovatio 21, è emerso che alcuni droni iraniani sono stati intercettati dalla contraerea saudita.
Gli attacchi all’Iran, che mirano con evidenza ad un’escalation – visto che Teheran aveva specificato in varie sedi che dopo la sua rappresaglia considerava il caso chiuso – potrebbero avere per il gruppo al comando in Israele anche un preciso fine di politica interna.
Secondo il politologo John Mearsheimer «gli israeliani vorrebbero portarci in una guerra con l’Iran… con Hezbollah… Penso che il punto di vista israeliano, nel profondo, sia che quanto più grande è la guerra, tanto maggiore è la possibilità di una pulizia etnica».
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Immagine di Clemens Vasters via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic
Geopolitica
Putin ha parlato con il presidente iraniano
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Geopolitica
L’Ucraina vuole dall’Occidente le stesse garanzie di Israele
Kiev vuole garanzie di sicurezza da parte dei suoi sostenitori occidentali simili al livello di protezione che gli Stati Uniti forniscono a Israele, ha detto mercoledì il capo dello staff del presidente Volodymyr Zelens’kyj, Andrey Yermak.
Il governo ucraino sta negoziando una serie di trattati intesi a suggellare l’allineamento filo-occidentale del paese fino a quando non gli verrà concessa la piena adesione alla NATO. Funzionari di Kiev affermano che gli accordi garantiranno assistenza militare a lungo termine da parte degli Stati Uniti e dei suoi alleati, indipendentemente dai cambiamenti politici che potrebbero altrimenti spingere i donatori a tagliare gli aiuti.
«Un accordo tra Stati Uniti e Ucraina non deve funzionare peggio del memorandum americano con Israele, la cui efficacia è stata confermata dalle azioni congiunte degli alleati durante la deviazione dell’attacco di massa contro Israele da parte dell’Iran», ha scritto lo Yermak sui social media.
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Teheran ha lanciato una raffica di droni e missili contro Israele lo scorso fine settimana come rappresaglia per l’attacco aereo del 1° aprile sul suo consolato a Damasco, di cui ha attribuito la colpa allo Stato ebraico.
La mossa attesa da tempo ha provocato solo «danni minori», secondo Israele, poiché Stati Uniti, Regno Unito e Francia hanno utilizzato le loro risorse militari per aiutare a fermare la maggior parte dei proiettili iraniani.
Secondo gli esperti della difesa locale, le intercettazioni sono costate a Israele un miliardo di dollari.
Come riportato da Renovatio 21, nelle scorse ore, lo Zelens’kyj ha condannato gli attacchi iraniani dichiarandosi completamente dalla parte di Israele e tracciato paralleli tra le azioni di Teheran e le tattiche della Russia in Ucraina
I funzionari occidentali hanno chiarito che Kiev non dovrebbe aspettarsi il tipo di intervento di cui ha beneficiato Israele la settimana scorsa.
«Mettere le forze della NATO direttamente in conflitto con le forze russe – penso che sarebbe un’escalation pericolosa», ha detto lunedì il ministro degli Esteri britannico David Cameron. Invece di «aerei occidentali sui cieli che cercano di abbattere qualcosa», l’Ucraina ha bisogno di sistemi di difesa aerea, ha spiegato.
Kiev sollecita da mesi gli Stati Uniti ad andare avanti con lo stanziamento di oltre 60 miliardi di dollari in aiuti, che è stato bloccato dal presidente della Camera Mike Johnson. Le discussioni a cui lo Yermak ha partecipato riguardavano «il piano d’azione subito dopo che il Congresso degli Stati Uniti avrà preso una decisione sugli aiuti militari per l’Ucraina», ha detto.
Alcuni media statunitensi hanno ipotizzato che Johnson potrebbe cedere alle pressioni pro-Kiev e sottoporre al voto il disegno di legge approvato dal Senato dopo l’attacco iraniano. Il disegno di legge prevede fondi per Ucraina, Israele e Taiwan.
Come riportato da Renovatio 21, secondo alcuni, come la deputata trumpiana della Georgia Marjorie Taylor-Greene, il Johnson potrebbe essere sotto ricatto.
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I rapporti tra Kiev ed Israele sono stati, in questi due anni di guerra, altalenanti. Ad inizio del conflitto l’atteggiamento dello Stato ebraico era ben diverso: dopo una visita al Cremlino, l’allora premier Naftali Bennet di fatto consigliò a Zelens’kyj di arrendersi; il Paese resisteva alle pressioni di Biden per la fornitura di armi agli ucraini, e l’immancabile collegamento dello Zelens’kyj (che è di origini ebraiche, come lo è il suo mentore, l’oligarca Igor Kolomojskij, cittadino israeliano che nel Paese fu visitato molteplici volte dal futuro presidente ucraino) con la Knesset, cioè il Parlamento israeliano, incontrò una certa freddezza.
Ora il quadro sembra cambiato. Dopo Naftali Bennet, il premier è divenuto Yair Lapid, che sembra avere rapporti estremamente cordiali con il Paese occidentale più ferocemente nemico della Russia, la Gran Bretagna. Con il nuovo governo Netanyahu le cose cambiano ulteriormente: a fine 2023 Israele ha detto a Zelens’kyj di non volere la sua visita.
Come riportato da Renovatio 21, nel 2023 Zelens’kyj non è stato incluso nella lista dei 50 «ebrei più influenti» del 2023 compilata ogni anno dal quotidiano israeliano Jerusalem Post. Lo Zelens’kyj era in cima alla lista nel 2022 nel conflitto in corso tra Mosca e Kiev, quest’anno invece ne è stato escluso, ed è stata data menzione invece a Evgenij Prigozhin, che era anch’egli di origine ebraiche. Nello Stato Ebraico l’attuale presidente ucraino avrebbe comprato una casa per i genitori.
Putin ha accusato l’Occidente di usare le origini ebraiche di Zelens’kyj per distrarre dal ritorno del nazismo in Ucraina. Tre mesi fa una timida critica, superficiale e con paraocchi, era stata tentata anche dall’ambasciatore israeliano a Kiev. Nel frattempo, una delegazione del battaglione Azov, un tempo denunciato da vari quotidiani internazionali come neonazista, è andata in visita in Israele.
Zelens’kyj lo scorso mese ha dichiarato di voler perseguire un «modello israeliano», facendo dell’Ucraina un alleato finanziato e armato pesantemente dagli USA.
Israele in questi mesi aveva dichiarato di non voler fornire il sistema di difesa antiaerea «Iron Dome» agli ucraini per timore che potesse cadere poi in mano iraniana. A inizio anno Tel Aviv aveva rifiutato la pressione USA per fornire batteria di difesa aerea all’Ucraina.
Come riportato da Renovatio 21, circa la metà dei 300.000 ebrei ucraini sarebbe ora fuggita all’estero, ha rivelato un rabbino di Kiev al Washington Post a inizio mese.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
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