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Cancro

L’incidenza dei tumori infantili è alle stelle: la vita moderna sta distruggendo la salute dei nostri bambini?

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Renovatio 21 traduce questo articolo per gentile concessione di Children’s Health Defense

 

A nessuno piace parlare di cancro e i tumori infantili sono un argomento di conversazione particolarmente sgradevole. Tuttavia, il fatto è che i tumori sono tra le prime quattro cause di morte sia per i bambini sia per gli adulti. Le più recenti statistiche statunitensi sul cancro nei giovani (di età inferiore ai 20 anni), che coprono gli anni 2001-2014, indicano un aumento costante dei tassi di cancro pediatrico.

 

In articoli e presentazioni recenti, i ricercatori del Center for Disease Control and Prevention (CDC) hanno dimostrato che è più probabile che si verifichino nuovi tumori infantili nella fascia di età più giovane (dalla nascita ai 4 anni) e nelle persone di età compresa tra i 15 e i 19 anni e che le probabilità di insorgenza sono maggiori nei ragazzi rispetto alle ragazze.

Il fatto è che i tumori sono tra le prime quattro cause di morte sia per i bambini sia per gli adulti

 

La ricerca del CDC indica anche che l’aumento dei tumori infantili è legato a un aumento di alcuni tumori: cervello, reni, fegato e tiroide. I tassi di tumore al cervello in età pediatrica stanno aumentando anche in Europa. Gli enti convenzionali come l’American Cancer Society non offrono alcuna spiegazione sull’aumento del cancro infantile, limitandosi ad affermare che «i fattori di rischio noti per il cancro infantile sono pochi» oltre all’esposizione alle radiazioni ionizzanti.

 

Tuttavia, questa falsa affermazione ignora completamente l’ambiente sempre più tossico in cui ci aspettiamo, irragionevolmente, che i bambini crescano — e i molti agenti cancerogeni noti e sospetti in quell’ambiente che potrebbero aumentare i rischi di cancro dei bambini, forse in modo sinergico.

 

Riportando un aumento del 40% dei tumori infantili nel Regno Unito dalla fine degli anni ’90, un resoconto dei media suggerisce che «la vita moderna sta uccidendo i bambini». Nuove ricerche e sviluppi politici indicano due aspetti pervasivi della “vita moderna” che inducono cautela e attenzione: le radiazioni a radiofrequenza (RFR) associata a telefoni cellulari, infrastrutture cellulari e tecnologie wireless, ed erbicidi contenenti glifosato (il principio attivo di Roundup della Monsanto).

Riportando un aumento del 40% dei tumori infantili nel Regno Unito dalla fine degli anni ’90, un resoconto dei media suggerisce che «la vita moderna sta uccidendo i bambini».

 

Nuotare in una zuppa elettromagnetica

Nel 2011, l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (AIRC) dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha classificato i campi elettromagnetici a radiofrequenza (EMF) come «possibilmente cancerogeni» nell’uomo, ma l’agenzia ha evitato di trarre conclusioni su eventuali tumori diversi dal cancro al cervello.

 

Nel 2011, l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (AIRC) dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha classificato i campi elettromagnetici a radiofrequenza (EMF) come «possibilmente cancerogeni»

Discutendo sull’esposizione dei bambini a campi elettromagnetici e RFR, il National Cancer Institute (NCI) è stato ugualmente ambiguo, ma ammette che esistono tre fattori che “teoricamente” aumentano i rischi nei bambini:

 

  1. In primo luogo, i sistemi nervosi dei bambini «si stanno ancora sviluppando e, quindi, [sono] più vulnerabili ai fattori che possono causare il cancro».
  2. In secondo luogo, le teste dei bambini «sono più piccole di quelle degli adulti e di conseguenza hanno una maggiore esposizione proporzionale al campo delle radiazioni a radiofrequenza emesse dai telefoni cellulari».
  3. Infine, «i bambini hanno il potenziale di accumulare più anni di esposizione ai telefoni cellulari rispetto agli adulti»

 

Nella primavera del 2018, è diventato più difficile ignorare le prove.

Il National Toxicology Program (NTP) del governo ha convocato un gruppo di esperti per esaminare i risultati del suo studio da $ 25 milioni sugli effetti sulla salute delle radiazioni dei telefoni cellulari.

 

Il gruppo di esperti ha riportato «prove chiare» di effetti cancerogeni per diversi tipi di cancro, non solo per i tumori cerebrali ma anche tumori cardiaci e surrenali precedentemente rari, nonché prove di associazioni inquietanti tra esposizione al telefono cellulare ed effetti precancerosi sulla salute (come i danni ai tessuti) oltre ad effetti non cancerosi come basso peso alla nascita e difetti congeniti. Gli esperti hanno concordato sul fatto che lo studio NTP, sebbene condotto su ratti e topi, era estremamente rilevante per la salute umana.

 

Poco dopo, l’Istituto Ramazzini con sede in Italia, un’organizzazione indipendente per la ricerca sul cancro, ha pubblicato uno studio che mostrava gli effetti cancerogeni associati alle torri cellulari, che si sono dimostrati «coerenti e hanno rafforzato i risultati dello studio NTP».

 

Nel 2018 un gruppo di esperti ha riportato «prove chiare» di effetti cancerogeni per diversi tipi di cancro, non solo per i tumori cerebrali ma anche tumori cardiaci e surrenali precedentemente rari, nonché prove di associazioni inquietanti tra esposizione al telefono cellulare ed effetti precancerosi sulla salute oltre ad effetti non cancerosi come basso peso alla nascita e difetti congeniti

Nonostante il governo parli di prove insufficienti, quelli del 2018 sono stati in realtà solo gli ultimi di una lunga lista di studi che documentano l’associazione tra esposizione cronica a campi elettromagnetici e RFR e cancro e altri rischi per la salute: pericoli che sono più che «teorici» per i bambini con i loro corpi e cervelli in via di sviluppo.

 

Secondo il BioInitiative Report del 2012 — un’ampia revisione scientifica di 29 esperti medici e scientifici altamente qualificati provenienti da 10 paesi — tra il 2007 e il 2012 sono stati pubblicati 1800 studi che riportavano effetti negativi sulla salute legati «a livelli di esposizione [EMF / RFR] da dieci a centinaia o migliaia di volte inferiore a quanto consentito dai limiti di sicurezza nella maggior parte dei paesi del mondo».

 

Il capitolo del rapporto dedicato ai tumori infantili insiste sul medesimo punto, affermando che «gli effetti a lungo termine come il cancro sembrano essere provocati da livelli [di esposizione] molto al di sotto dei livelli stabiliti dalle linee guida».

 

I bambini sono esposti ovunque: «nell’istruzione, nell’edilizia abitativa, nel commercio, nelle comunicazioni e nel divertimento, nelle tecnologie mediche e nella diagnostica, nei trasporti pubblici e privati per via aerea, autobus, treni e autoveicoli».

La gravità delle reazioni al vaccino contro morbillo-parotite-rosolia (MPR) è aumentata contemporaneamente al maggior uso di glifosato nelle colture USA e la contaminazione da glifosato nei vaccini può innescare un attacco autoimmune alle fibre nervose nel cervello con sintomi simili all’autismo

 

Con il recente avvento di tecnologie ancora più invasive biologicamente come le antenne 5G (che si basano su onde millimetriche ad altissima frequenza) e i contatori “intelligenti” che pulsano su base costante, il quadro sul cancro nei bambini ha poche possibilità di miglioramento.

 

Diserbante cancerogeno

Dal 1974, l’uso di erbicidi a base di glifosato è aumentato di circa 100 volte, con Roundup che è diventato «l’erbicida di maggior successo commerciale e il più utilizzato di tutti i tempi».

 

Tuttavia, le valutazioni sulla sicurezza del glifosato continuano a fare affidamento su studi vecchi di decenni. Numerosi eventi hanno recentemente attirato l’attenzione su questa carenza normativa per dirottarla sulla relazione tra glifosato e cancro.

 

I bambini sono esposti ovunque: «nell’istruzione, nell’edilizia abitativa, nel commercio, nelle comunicazioni e nel divertimento, nelle tecnologie mediche e nella diagnostica, nei trasporti pubblici e privati per via aerea, autobus, treni e autoveicoli».

Innanzitutto, nel 2015, l’AIRC dell’OMS ha valutato il glifosato come un «probabile» cancerogeno umano.

 

Questa dichiarazione rappresentava «un cambiamento radicale nella visione del consenso della comunità scientifica» ed era particolarmente degna di nota alla luce della riluttanza dell’agenzia – nonostante la montagna di prove — a richiamare l’attenzione sui rischi dei telefoni cellulari legati al cancro.

 

Nel 2016, un gruppo internazionale di scienziati ha dato seguito al verdetto dell’AIRC con una «Dichiarazione di preoccupazione», indicando la massiccia e crescente esposizione umana al glifosato negli alimenti, nell’acqua e nel suolo e chiedendo un «nuovo sguardo sulla tossicità del glifosato» per correggere “stime normative… basate su scienza obsoleta».

 

Più di recente, concordando sul fatto che il pubblico non era stato adeguatamente informato o protetto, una giuria ha stabilito un risarcimento per $ 289 milioni a un giardiniere di una scuola che ha collegato il linfoma terminale non Hodgkin all’uso regolare di Roundup.

 

Il potenziale cancerogeno specifico del glifosato non è stato adeguatamente studiato nei bambini, ma le vulnerabilità rispetto agli adulti giustificano la preoccupazione.

Il potenziale cancerogeno specifico del glifosato non è stato adeguatamente studiato nei bambini, ma le vulnerabilità rispetto agli adulti giustificano la preoccupazione

 

Un’ampia valutazione del potenziale cancerogeno del glifosato da parte di Anthony Samsel e Stephanie Seneff nel 2015 ha descritto molti diversi meccanismi attraverso i quali il glifosato può causare tumori, tra cui «l’induzione del glifosato di disturbi metabolici, stress ossidativo e danni al DNA, noti precursori dello sviluppo del cancro». La recensione di quasi 40 pagine ha anche evidenziato le “forti correlazioni temporali tra l’uso del glifosato nelle colture e una moltitudine di tumori che stanno raggiungendo proporzioni epidemiche.”

Un altro punto sollevato da Samsel e Seneff è che le sostanze chimiche che alterano il sistema endocrino «mostrano spesso un maggiore potenziale di provocare il cancro a dosi molto basse rispetto a dosi più elevate».

 

La ricerca sugli effetti del glifosato nelle alterazioni del sistema endocrino conferma che le cose stanno così; uno studio condotto da ricercatori thailandesi ha mostrato che il glifosato potrebbe indurre il cancro al seno attraverso effetti estrogenici a «concentrazioni basse e rilevanti per l’ambiente».

 

Un altro potenziale collegamento glifosato-cancro riguarda l’alterazione del microbioma, che i ricercatori hanno identificato come un fattore chiave nella carcinogenesi. L’Istituto Ramazzini ha riferito quest’anno che «le esposizioni a [diserbanti a base di glifosato] comunemente usati, a dosi considerate sicure, sono in grado di modificare il microbiota intestinale nelle prime fasi di sviluppo».

Un altro potenziale collegamento glifosato-cancro riguarda l’alterazione del microbioma

 

Proteggere i più piccoli

Già prima della nascita, i bambini vengono bombardati con più sostanze tossiche di quanto possano gestire.

 

È una sorpresa che i bambini di età inferiore ai quattro anni siano una delle fasce di età più colpite dai tumori pediatrici? I telefoni cellulari e il consumo di cibo pieno di glifosato sono due delle esposizioni più diffuse e massicce, ma ne esistono altre.

 

Chiaramente, come discusso in precedenza a proposito della difesa della salute dei bambini, un altro fattore critico è il programma vaccinale fuori da ogni logica che inonda regolarmente i sistemi immunitari immaturi di metalli tossici e sostanze chimiche cancerogene, insieme a contaminanti tra cui il glifosato!

 

È una sorpresa che i bambini di età inferiore ai quattro anni siano una delle fasce di età più colpite dai tumori pediatrici? I telefoni cellulari e il consumo di cibo pieno di glifosato sono due delle esposizioni più diffuse e massicce, ma ne esistono altre.

Stephanie Seneff ha osservato che la gravità delle reazioni al vaccino contro morbillo-parotite-rosolia (MPR) è aumentata contemporaneamente al maggior uso di glifosato nelle colture statunitensi e che la contaminazione da glifosato nei vaccini può innescare un attacco autoimmune alle fibre nervose nel cervello, causando sintomi simili all’autismo.

 

Alla fine, sia che si tratti di radiazioni dei telefoni cellulari, di glifosato, di vaccini, di metalli pesanti o di qualsiasi altro prodotto chimico, la maggior parte dei ricercatori indipendenti concorda sul fatto che è necessario e urgente adottare misure precauzionali per tutti, ma soprattutto per i bambini.

 

 

© 28 agosto  2018, Children’s Health Defense, Inc. Questo lavoro è riprodotto e distribuito con il permesso di Children’s Health Defense, Inc. Vuoi saperne di più dalla Difesa della salute dei bambini? Iscriviti per ricevere gratuitamente notizie e aggiornamenti da Robert F. Kennedy, Jr. e la Difesa della salute dei bambini. La tua donazione ci aiuterà a supportare gli sforzi di CHD

 

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Cancro

Vaccino mRNA, «aumenti significativi» delle morti per cancro dopo la terza dose: studio giapponese

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Un nuovo studio ha rilevato «aumenti statisticamente significativi» dei decessi per cancro dopo l’assunzione di una terza dose di vaccini COVID-19 a base di mRNA, secondo uno studio giapponese pubblicato l’8 aprile sulla rivista Cureus .

 

Lo studio ha esaminato i tassi di mortalità aggiustati per età per diversi tipi di cancro dal 2020 al 2022 nei dati del governo giapponese, riporta LifeSite.

 

«Durante il primo anno della pandemia (2020) non è stato osservato alcun eccesso significativo di mortalità», si legge nel paper. «Tuttavia, nel 2021 sono stati osservati alcuni eccessi di mortalità per cancro dopo la vaccinazione di massa con la prima e la seconda dose di vaccino, e un significativo eccesso di mortalità è stato osservato per tutti i tumori e per alcuni tipi specifici di cancro (incluso cancro ovarico, leucemia, cancro alla prostata, cancro del labbro/orale) /cancro faringeo, cancro al pancreas e cancro al seno) dopo la vaccinazione di massa con la terza dose nel 2022».

 

In particolare, il lancio dei vaccini anti-COVID ha coinciso con l’interruzione e il rallentamento del calo dei tassi di mortalità per cancro osservato in tutte le fasce d’età nell’arco del decennio precedente. Le terze dosi di mRNA erano correlate con un «significativo eccesso di mortalità» di tutti i tumori, compreso il cancro al seno, alla prostata e alle ovaie, nonché la leucemia. Quasi tutti i vaccini COVID in questione erano basati su mRNA, di cui il 78% di Pfizer e il 22% di Moderna.

 

«Per tutti i tumori, abbiamo stimato che l’eccesso di mortalità fosse rispettivamente del -0,4% (-0,9, 0,1), 1,1% (0,5, 1,8) e 2,1% (1,4, 2,8), indicando nessun eccesso nel 2020 e aumenti statisticamente significativi nel 2021 e soprattutto nel 2022», scrivono gli autori.

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I cambiamenti nel 2020 possono essere attribuiti all’intensità dei blocchi che costringono a ritardi e cancellazioni di interventi chirurgici e altri trattamenti contro il cancro, ma i ricercatori notano diversi potenziali collegamenti causali tra i vaccini e le morti per cancro nel 2021 e oltre.

 

«Alcuni studi hanno dimostrato che le risposte all’interferone di tipo I (INF), che svolgono un ruolo essenziale nell’immunosorveglianza del cancro, vengono soppresse dopo la vaccinazione con mRNA-LNP SARS-CoV-2», scrivono gli scienziati nipponici.

 

«È stato dimostrato che il vaccino SARS-CoV-2 causa immunosoppressione e porta alla riattivazione di virus latenti come il virus varicella-zoster (VZV, herpesvirus umano 3; HHV3) o l’herpesvirus umano 8 (HHV8) in alcuni casi (…) Questi fenomeni potrebbero anche aiutare a spiegare l’eccesso di morti per cancro del labbro/orale/faringeo nel 2022, quando era in corso la vaccinazione di massa con la terza e successive dosi».

 

I ricercatori concludono che «negli aumenti particolarmente marcati dei tassi di mortalità di questi tumori sensibili all’ERα possono essere attribuibili a diversi meccanismi della vaccinazione mRNA-LNP piuttosto che all’infezione da COVID-19 stessa o alla riduzione delle cure contro il cancro a causa del blocco. L’importanza di questa possibilità merita ulteriori studi».

 

«Ho sospettato a lungo un legame tra cancro e vaccini basandosi solo sulla scienza dell’immunologia», ha detto alla testata americana Epoch Times la ricercatrice del politecnico bostoniano MIT Stephanie Seneff in risposta allo studio. «Ciò che penso stia accadendo, in generale, è che il vaccino sta causando un deterioramento della risposta immunitaria innata, che porta ad una maggiore suscettibilità a qualsiasi infezione, ad un aumento delle malattie autoimmuni e ad un’accelerazione della progressione del cancro».

 

Come riportato da Renovatio 21, il fenomeno dei cosiddetti «turbocancri» sta creando vaste domande nei medici che osano ancora porsene, mentre è ignorato completamente dai rapporto istituzionali come quelli dell’OMS sull’aumento dell’incidenza dei tumori anche nei giovani.

 

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Cancro

Il rapporto dell’OMS che prevede un aumento del 77% dei tumori entro il 2050 ignora i «turbo-cancri» nei giovani

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Renovatio 21 traduce questo articolo per gentile concessione di Children’s Health Defense. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.   L’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro dell’OMS ha attribuito l’aumento dei tassi di cancro all’invecchiamento della popolazione, insieme al tabacco, all’alcol, all’obesità e all’esposizione all’inquinamento atmosferico.   L’OMS IARC ha pubblicato una previsione scoraggiante sull’impatto globale del cancro. Si stima che ci saranno più di 35 milioni di nuovi casi di cancro nel 2050, un aumento del 77% rispetto ai 20 milioni di casi di cancro stimati verificatisi nel 2022.   Mentre l’OMS ha indicato l’invecchiamento della popolazione come fattore chiave dietro l’aumento del carico di cancro, insieme al tabacco, all’alcol, all’obesità e all’esposizione all’inquinamento atmosferico, ciò che stanno ignorando è la tendenza preoccupante dei tumori turbo che si verificano subito dopo le vaccinazioni di COVID-19.

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I casi di cancro sono destinati ad aumentare in modo significativo entro il 2050

Le stime dell’IARC sul carico del cancro si basano sulle «migliori fonti di dati disponibili in [185] paesi nel 2022». Quell’anno, ci furono circa 20 milioni di nuovi casi di cancro e 9,7 milioni di decessi, con l’OMS che riportava: «Circa 1 persona su 5 sviluppa il cancro nel corso della sua vita, circa 1 uomo su 9 e 1 donna su 12 muore a causa della malattia».   Circa due terzi dei nuovi casi di cancro e dei decessi sono stati causati da 10 tipi di cancro. Il cancro al polmone era il più comune, seguito dal cancro al seno femminile, dal cancro del colon-retto, dal cancro alla prostata e dal cancro allo stomaco.   Se suddiviso per sesso, il cancro al seno è stato quello più comunemente diagnosticato – e la principale causa di morte per cancro – tra le donne. Per gli uomini era il cancro ai polmoni.   Il cancro al polmone e il cancro del colon-retto rappresentano il secondo e il terzo tipo più diagnosticati e causa della maggior parte dei decessi tra le donne. Tuttavia, per gli uomini, i tumori della prostata e del colon-retto erano il secondo e il terzo più comuni, mentre il cancro del fegato e del colon-retto causavano il secondo e il terzo maggior numero di decessi per cancro.   Sono state rilevate anche disparità sulla base dell’indice di sviluppo umano (ISU), uno strumento statistico che valuta tre dimensioni dello sviluppo umano: una vita lunga e sana, l’accesso alla conoscenza (istruzione) e uno standard di vita dignitoso.   Secondo l’OMS, «in termini di onere assoluto, si prevede che i Paesi ad alto HDI sperimenteranno il maggiore aumento assoluto di incidenza, con ulteriori 4,8 milioni di nuovi casi previsti nel 2050 rispetto alle stime del 2022».   «Tuttavia l’aumento proporzionale dell’incidenza è più sorprendente nei paesi a basso ISU (aumento del 142%) e nei paesi a medio ISU (99%). Allo stesso modo, si prevede che la mortalità per cancro in questi paesi quasi raddoppierà nel 2050».  

Cosa sta facendo aumentare i tassi di cancro?

L’OMS ha attribuito il previsto aumento del carico di cancro a una combinazione di età e fattori ambientali, affermando:   «Il rapido aumento del peso globale del cancro riflette sia l’invecchiamento e la crescita della popolazione, sia i cambiamenti nell’esposizione delle persone ai fattori di rischio, molti dei quali sono associati allo sviluppo socioeconomico».   «Il tabacco, l’alcol e l’obesità sono fattori chiave alla base della crescente incidenza del cancro, e l’inquinamento atmosferico è ancora un fattore chiave dei fattori di rischio ambientale».   Ma non menzionava l’emergere di tumori a rapida crescita del seno, del colon, dell’esofago, dei reni, del fegato, del pancreas, del dotto biliare, del cervello, dei polmoni e del sangue – compresi tipi di cancro estremamente rari.   Come notato dall’oncologo e ricercatore canadese sul cancro dottor William Makis nell’intervista a Highwire di seguito, questi tumori si manifestano nei giovani, molti sotto i 30 anni, senza storia familiare di cancro.
Si manifestano nelle donne incinte e nei bambini piccoli. Altrettanto strano è il fatto che la maggior parte si trova allo stadio 3 o 4 quando viene diagnosticata, con sintomi che compaiono solo giorni o settimane prima.   I tumori crescono e si diffondono così rapidamente che molti di questi pazienti muoiono prima ancora che il trattamento possa iniziare. La maggior parte di essi è resistente anche ai trattamenti convenzionali.   Il fenomeno è diventato abbastanza comune che è stato coniato il termine «turbocancri» per descrivere questi tumori in rapida crescita nelle persone che hanno ricevuto uno o più vaccini anti-COVID-19.

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Casi di cancro turbo segnalati a seguito di iniezioni di COVID

In un caso clinico descritto dall’internista e cardiologo certificato Dr. Peter McCullough e colleghi, il carcinoma basaloide, un tipo di cancro aggressivo, si è sviluppato in un uomo di 56 anni poco dopo aver ricevuto un’iniezione di mRNA COVID-19.   I primi sintomi, iniziati appena quattro giorni dopo l’iniezione, erano simili a quelli causati dalla paralisi di Bell e comportavano dolore alla testa, ma presto si sviluppò un tumore all’orecchio e al viso.   Secondo lo studio:   «Inseriamo questo nel contesto di molteplici disturbi immunitari potenzialmente correlati alle iniezioni di mRNA che ci si aspetterebbe di potenziare la presentazione e la progressione più aggressiva del cancro».   «Il tipo di tumore maligno che descriviamo suggerisce un rischio nella popolazione per la comparsa di una grande varietà di cellule tumorali con fenotipo basaloide relativamente comuni, che possono avere il potenziale per la malattia metastatica».   «Poiché la paralisi/dolore facciale è uno degli eventi neurologici avversi più comuni dopo l’iniezione di mRNA, è necessario condurre un’attenta ispezione dei tessuti cutanei/molli per escludere la presenza di tumori maligni».   Questo è solo un esempio. Un altro caso clinico, pubblicato su Frontiers in Medicine, ha anche riscontrato una «rapida progressione» del linfoma angioimmunoblastico a cellule T – un raro tipo di linfoma non Hodgkin – a seguito di un’iniezione di richiamo di mRNA COVID.   Il linfoma angioimmunoblastico a cellule T è un cancro che colpisce il sistema linfatico, coinvolgendo principalmente le cellule T, un tipo di globuli bianchi che svolgono un ruolo cruciale nel sistema immunitario.   «Poiché i vaccini a mRNA modificati con nucleosidi attivano fortemente le cellule T helper follicolari, è importante esplorare il possibile impatto dei vaccini a mRNA SARS-CoV-2 approvati sulle neoplasie che colpiscono questo tipo di cellule», osserva lo studio.   Il cancro si è verificato in un uomo di 66 anni, pochi giorni dopo aver ricevuto la terza iniezione di Pfizer. Ironicamente, gli venne fatta l’iniezione per proteggerlo durante la chemioterapia, e in otto giorni il cancro esplose e si diffuse a macchia d’olio.   Secondo Makis, questo tipo di progresso richiederebbe normalmente un paio d’anni o almeno qualche mese.   «Un’evoluzione così rapida sarebbe del tutto inaspettata nel decorso naturale della malattia», secondo lo studio.

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In che modo le iniezioni di COVID potrebbero scatenare il cancro?

Nel maggio 2021 ho intervistato Stephanie Seneff, Ph.D., ricercatore senior presso il MIT da oltre cinquant’anni, sui probabili rischi derivanti dalla sostituzione dell’uracile nell’RNA utilizzato nelle iniezioni di COVID-19 con metilpseudouridina sintetica.   L’uracile è una delle quattro basi azotate dell’acido nucleico dell’RNA rappresentate dalle lettere A, G, C e U.   Questo processo di sostituzione delle lettere nel codice genetico è noto come ottimizzazione dei codoni, ed è noto per essere problematico.   All’epoca, Seneff predisse che le iniezioni avrebbero causato un aumento delle malattie da prioni, delle malattie autoimmuni, delle malattie neurodegenerative in età più giovane, dei disturbi del sangue e dell’insufficienza cardiaca, e una delle ragioni principali di ciò è perché hanno manipolato geneticamente l’RNA nelle iniezioni con metilpseudouridina sintetica, che migliora la stabilità dell’RNA inibendone la degradazione.   Ma quando si sostituiscono parti del codice in questo modo, la proteina risultante può facilmente piegarsi male, e questo è stato collegato a una varietà di malattie croniche, tra cui l’Alzheimer, il morbo di Parkinson e l’insufficienza cardiaca.   Come spiegato da Makis, l’inserimento della pseudouridina può anche sopprimere la sorveglianza immunitaria innata smorzando l’attività dei recettori toll-like, e un effetto a valle di ciò è la ridotta sorveglianza del cancro.   «Più iniezioni di mRNA si effettuano, maggiore è il danno al sistema immunitario, maggiore è il rischio di compromissione della sorveglianza del cancro e, quindi, maggiore è il rischio di cancro turbo», afferma Makis.  

Contaminazione del DNA scoperta nei vaccini COVID

In uno studio prestampato, il microbiologo Kevin McKernan – ex ricercatore e team leader per il progetto Genoma Umano del MIT – e colleghi hanno valutato la composizione dell’acido nucleico di quattro fiale scadute di mRNA di Moderna e Pfizer.   È stata rilevata una «contaminazione del DNA che supera i requisiti di 330 ng/mg dell’Agenzia europea per i medicinali (EMA) e di 10 ng/dose della FDA».   Quindi, oltre alla proteina spike e all’mRNA nelle iniezioni di COVID-19, il team di McKernan ha scoperto i promotori del virus di scimmia 40 (SV40) che, da decenni, sono sospettati di causare il cancro negli esseri umani, inclusi mesoteliomi, linfomi e tumori del cervello e nelle ossa.   Il chirurgo generale della Florida Joseph Ladapo, ha chiesto la fine dell’uso di iniezioni di mRNA COVID-19, citando preoccupazioni sui frammenti di DNA nei prodotti.   In una lettera inviata il 6 dicembre 2023 alla Food and Drug Administration e ai Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie degli Stati Uniti, Ladapo ha delineato i risultati che mostrano la presenza di complessi di nanoparticelle lipidiche e del DNA promotore/potenziatore di SV40.   Sebbene esistano limiti sulla quantità di DNA che può essere presente in un vaccino a causa della preoccupazione per l’integrazione del DNA, le linee guida non considerano le nanoparticelle lipidiche e altri fattori nelle iniezioni di COVID-19 che potrebbero aumentare la quantità di DNA che può entrare in una cellula.

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«Le nanoparticelle lipidiche sono un veicolo efficiente per il rilascio dell’mRNA nei vaccini COVID-19 nelle cellule umane e possono quindi essere un veicolo altrettanto efficiente per fornire il DNA contaminante nelle cellule umane».   La presenza del DNA promotore/potenziatore dell’SV40 può anche comportare un rischio unico e maggiore di integrazione del DNA nelle cellule umane”, secondo un comunicato stampa del Dipartimento della Salute della Florida (DOH).   Inoltre, secondo il Dipartimento della Salute (DOH) della Florida , le linee guida della FDA del 2007 affermano:  
  • L’integrazione del DNA potrebbe teoricamente avere un impatto sugli oncogeni umani, i geni che possono trasformare una cellula sana in una cellula cancerosa.
 
  • L’integrazione del DNA può provocare instabilità cromosomica.
 
  • La Guida per l’industria discute della biodistribuzione dei vaccini a DNA e di come tale integrazione potrebbe influenzare parti non previste del corpo tra cui sangue, cuore, cervello, fegato, reni, midollo osseo, ovaie/testicoli, polmone, linfonodi drenanti, milza, sito di somministrazione e sottocute nel sito di iniezione.
 

Come recuperare dall’infortunio post-vaccino

Se hai ricevuto un vaccino per il COVID-19, ci sono dei passaggi che puoi eseguire per riparare l’assalto al tuo sistema. Ricorda, più iniezioni di mRNA fai, maggiore sarà il danno al sistema immunitario.   Quindi, il primo passo è evitare di ricevere altre iniezioni COVID-19. Successivamente, se hai sviluppato sintomi insoliti, chiedi aiuto a un esperto.   Anche la Front Line COVID-19 Critical Care Alliance (FLCCC) ha un protocollo di trattamento per le lesioni post-vaccino. Si chiama I-RECOVER e può essere scaricato da covid19criticalcare.com.   Il dottor Pierre Kory, co-fondatore della FLCCC, è passato al trattamento più o meno esclusivo dei feriti da vaccino. Per ulteriori informazioni, visitare DrPierreKory.com.   McCullough sta anche studiando i trattamenti post-vaccino, che puoi trovare su PeterMcCulloughMD.com.   Il Consiglio Mondiale per la Salute ha anche pubblicato elenchi di rimedi che possono aiutare a inibire, neutralizzare ed eliminare la proteina Spike, che secondo la maggior parte degli esperti è il principale colpevole. Ne ho parlato nel mio articolo del 2021, «Il World Council for Health rivela la disintossicazione dalle proteine ​​Spike».
  Joseph Mercola
  Originariamente pubblicato da Mercola .
I punti di vista e le opinioni espressi in questo articolo sono quelli degli autori e non riflettono necessariamente le opinioni di Children’s Health Defense.   © 17 aprile 2024, Children’s Health Defense, Inc. Questo articolo è riprodotto e distribuito con il permesso di Children’s Health Defense, Inc. Vuoi saperne di più dalla Difesa della salute dei bambini? Iscriviti per ricevere gratuitamente notizie e aggiornamenti da Robert F. Kennedy, Jr. e la Difesa della salute dei bambini. La tua donazione ci aiuterà a supportare gli sforzi di CHD.
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Cancro

I PFAS nei cerotti possono renderli cancerogeni?

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Vari cerotti distribuiti sul mercato contengono livelli pericolosi di sostanze chimiche legate al cancro. Lo riporta il quotidiano britannico Daily Mail.

 

Secondo quanto riportato una sostanza chimica, il fluoro, sarebbe stata trovata in oltre due dozzine di bende diverse.

 

«Le sostanze chimiche PFAS vengono talvolta utilizzate per produrre adesivi e gli investigatori ritengono che siano prodotti del normale processo di produzione. Il fluoro, utilizzato anche per produrre carburante per missili, può causare ustioni alla pelle e danni agli occhi, ma è molto pericoloso se inalato» scrive la testata inglese. «La dottoressa Linda Birnbaum, tossicologa ed ex capo del Programma nazionale di tossicologia che ha co-diretto i test di laboratorio, ha affermato che il fatto che le sostanze chimiche rischiose entrino in contatto diretto con le ferite aperte è “preoccupante”».

 

«Le sostanze chimiche PFAS possono facilmente entrare nel flusso sanguigno dopo che una persona beve acqua o mangia cibo con esse. Una volta nel flusso sanguigno, i PFAS possono depositarsi all’interno dei tessuti sani dove possono iniziare a danneggiare il sistema immunitario, il fegato, i reni e altri organi».

 

Su 40 cerotti di 18 marche testate da un laboratorio certificato EPA, i ricercatori hanno trovato livelli rilevabili di fluoro in 26 di esse. Il test, finanziato dal blog di controllo dei consumatori Mamavation e Environmental Health News, ha cercato sostanze chimiche PFAS nei tamponi assorbenti e nei lembi adesivi delle bende vendute presso le principali catene di distribuzione americane.

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Secondo Mamavation, i PFAS contenuti nei cerotti sono probabilmente utilizzati per le loro proprietà resistenti all’acqua e al grasso.

 

Livelli di fluoro superiori a 100 parti per milione sono stati riscontrati in vari cerotti delle principali marche statunitensi.

 

«Poiché i cerotti vengono applicati su ferite aperte, è preoccupante apprendere che potrebbero esporre anche bambini e adulti ai PFAS», ha affermato il dottor Birnbaum. «Dai dati risulta evidente che i PFAS non sono necessari per la cura delle ferite, quindi è importante che l’industria ne rimuova la presenza per proteggere il pubblico dai PFAS e opti invece per materiali privi di PFAS».

 

«Le sostanze PFAS contengono legami tra atomi di carbonio e fluoro, creando una sostanza chimica molto resistente che può rimanere nell’ambiente per anni o addirittura decenni. Le sostanze chimiche sono ovunque, più comunemente nei prodotti idrorepellenti e antimacchia, nonché nelle pentole antiaderenti. Il Teflon, il rivestimento antiaderente di base della cucina, è realizzato con un fluorocarburo chiamato politetrafluoroetilene (PTFE)».

 

Secondo un rapporto del CDC, i PFAS sono stati trovati nel sangue del 97% degli americani, e sono stati rilevati persino nell’acqua del rubinetto.

 

Come riportato da Renovatio 21, PFAS sono stati rinvenuti anche negli assorbenti di 5 marche popolari, comprese due etichettate come «bio».

 

Nel gennaio del 2023, il produttore di biancheria intima Thinx ha accettato di risolvere una causa collettiva per una sostanza «forever chemical» («sostanza chimica per sempre», cioè non degradabile) trovate nella loro biancheria intima per 4 milioni di dollari.

 

Come riportato da Renovatio 21, test dell’anno scorso hanno rivelato presenza di PFAS nei prodotti per bambini, mentre uno studio ha suggerito che le cannucce di carta contengono più PFAS di quelle di plastica.

 

Secondo altri studi i PFAS potrebbero essere legati al crollo della conta di spermatozoi, in particolare se vi è un’esposizione alle sostanze durante il primo trimestre della gravidanza. Più in generale, allarmanti livelli di 29 sostanze chimiche sono stati rinvenuti nei campioni di urina maschile da uno studio uscito quest’anno.

 

I PFAS – o sostanze perfluoroalchiliche, molecole usate tra le altre cose per rendere scivolose le superfici di piumini e padelle antiaderenti – avevano sollevato molte preoccupazioni anche in Italia, che, dopo un incidente industriale dei primi anni 2000, avrebbero contaminato le acque sotterranee di zone del Vicentino.

 

Si tratta del più grave inquinamento delle acque della storia italiana: tre province, 350 mila persone coinvolte, 90 mila cittadini a cui fare check up clinici. Sulla questione vi è un processo.

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 Immagine su licenza Envato

 

 

 

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