Gender
Il parroco delle nozze LGBT è stato sospeso. Sì, ma come?
Sono passate di fatto poche ore dalla notizia che vi avevamo dato sul parroco di Sant’Oreste che ha unito civilmente, in Comune, con tanto di fascia tricolore e delega del Sindaco, due donne.
Sulla vicenda è intervenuto il vescovo di Civita Castellana, Monsignor Romano Rossi, il quale avrebbe fatto sapere che da domenica prossima la parrocchia di San Lorenzo avrà un nuovo parroco.
È ancora Adnkronos, dopo la notizia diffusa ieri, ad aver raccolto la testimonianza dell’ordinario locale:
Il parroco «si è dimesso spontaneamente», afferma all’Agenzia Mons. Rossi.
«Il parroco — spiega il vescovo di Civita Castellana — è un libero cittadino ma c’è un canone che impedisce ai sacerdoti di officiare cerimonie civili a prescindere da chi si sposa»
«Ha capito l’inopportunità e farà un periodo di riflessione e di verifica. Abbiamo dialogato a lungo, non si è trattato di una decisione di autorità. Non è incorso in nessuna censura, ha deciso che era opportuno dimettersi».
«Il parroco — spiega ancora il vescovo di Civita Castellana — è un libero cittadino ma c’è un canone che impedisce ai sacerdoti di officiare cerimonie civili a prescindere da chi si sposa. Ma si dialoga nella Chiesa e così ho fatto con don Emanuele».
Avete capito? Il problema non è tanto il gesto in se stesso, quanto il non aver rispettato un canone. Inoltre questo grave atto passa, secondo la Curia, semplicemente come atto «inopportuno».
Avete capito? Il problema non è tanto il gesto in se stesso, quanto il non aver rispettato un canone
Qualcuno dovrebbe invece ricordare al Monsignore che secondo il Catechismo di San Pio X (punti 849-855) unirsi nel solo matrimonio civile è un peccato mortale gravissimo, poiché secondo la Chiesa Cattolica l’unico matrimonio possibile, ovviamente fra uomo e donna, è quello sacramentale, davanti a Dio, e cioè con rito cattolico officiato da un sacerdote il quale, in virtù del concordato, leggerà anche gli articoli che sanciscono l’unione a livello civile.
Compiendo questo gesto, il parroco in questione agli occhi del Catechismo tradizionale approva un peccato mortale: in teologia infatti il peccato mortale va contro i Dieci Comandamenti, è compiuto in consapevolezza, è attuato con pieno consenso. Il vescovo non ci ricorda la teologia, ma ci tiene a far sapere sempre all’Adnkronos che «le due donne sono battezzate».
Il Catechismo della Chiesa Cattolica: «Il sacrilegio consiste nel profanare o nel trattare indegnamente i sacramenti»
Seguendo Giovanni Paolo II, con condotte del genere si potrebbe parlare di rischio di sacrilegio per il ministero sacerdotale: per il Catechismo della Chiesa Cattolica «Il sacrilegio consiste nel profanare o nel trattare indegnamente i sacramenti e le altre azioni liturgiche, come pure le persone, gli oggetti e i luoghi consacrati a Dio» (punto 2120). Può un vescovo prestare un suo consacrato a celebrare un matrimonio non cattolico – ricordando che per i cattolici il matrimonio è un sacramento ? Può un vescovo fare a meno di vedere l’enorme problema teologico, morale, antropologico che ciò comporta?
Il tutto celebrando per di più ad un’unione contronatura, annoverata, sempre nel Catechismo che preti ed episcopi si sono scordati o fanno finta di non conoscere, fra i 4 peccati che gridano vendetta al cospetto di Dio (Catechismo maggiore, 966).
Sempre per rimanere al Catechismo della Chiesa Cattolica, è possibile leggere al punto 2357: «Appoggiandosi sulla Sacra Scrittura, che presenta le relazioni omosessuali come gravi depravazioni, la Tradizione ha sempre dichiarato che “gli atti di omosessualità sono intrinsecamente disordinati”. Sono contrari alla legge naturale. Precludono all’atto sessuale il dono della vita. Non sono il frutto di una vera complementarità affettiva e sessuale. In nessun caso possono essere approvati»
Il parroco in questione non solo commette ed approva un peccato mortale gravissimo ma addirittura espone al sacrilegio il ministero sacerdotale
Non contento, il vescovo precisa che don Emanuele «non potrà fare il parroco a Sant’Oreste ma una volta chiarite certe cose potrà fare tutto, quando sarà il momento».
Insomma, tutto è risolvibile in nome del «dialogo».
Alla luce di questi fatti, ci chiediamo come alcune testate teoricamente cattoliche e di stampo filo-conservatore possano cercare di salvare vescovo e Curia, quasi avessero agito come i nuovi San Pier Damiani di turno.
Cristiano Lugli
Gender
Bambini transessuali, timido ritorno alla ragione in qualche Paese
Da due o tre anni l’euforia intorno alla prescrizione di «bloccanti della pubertà» ai minori è sempre più contestata dagli ambienti scientifici, e questo dubbio ha portato a decisioni mediche, e anche politiche, per fermare o addirittura vietare questa pratica.
Svezia
La Svezia è stato il primo Paese a riconoscere la «disforia di genere», il disagio causato dalla mancata corrispondenza tra il proprio sesso reale e la «identità di genere». I farmaci furono autorizzati a partire dai 16 anni, o anche prima: i minorenni potevano ricevere bloccanti della pubertà destinati a prevenire la comparsa di alcuni elementi caratteristici della femminilità o della mascolinità.
Ma nel marzo 2023 l’ospedale Karolinska, centro di riferimento, ha smesso di prescrivere ormoni ai minori. Di fronte a un’esplosione di richieste, si interrogò il fenomeno. Seguirono altri stabilimenti. La decisione si basa su studi che sottolineano la mancanza di prove dell’efficacia dei trattamenti per il benessere dei pazienti e i pericolosi effetti collaterali.
Ma la cosa più allarmante sono le curve a spirale. Nel 2001, a 12 persone di età inferiore ai 25 anni è stata diagnosticata la disforia di genere. Nel 2018 erano quasi 1.900, per lo più ragazze. Per molti medici una delle cause di quest’ondata è una sorta di contagio sociale, che scaturisce dai social network.
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Inghilterra
Di fronte all’esplosione delle consultazioni, il servizio sanitario britannico ha deciso di limitare la concessione di bloccanti dell’ovulazione alle minorenni. La decisione è stata influenzata da uno studio condotto presso uno dei più antichi servizi al mondo per bambini transgender, il Gender Identity Development Service (GIDS) presso il Tavistock Hospital di Londra.
Nel 2022, 5.000 pazienti, rispetto a meno di 250 dieci anni prima, sono stati indirizzati al GIDS, l’unico del servizio pubblico. Lo studio rileva la mancanza di dati sulla sicurezza di questi prodotti. Un altro studio mette in guardia dal rischio che i bloccanti della pubertà «interrompano permanentemente» lo sviluppo del cervello.
La decisione però non farà altro che porre fine alla prescrizione abituale, lasciando la possibilità di un utilizzo «eccezionale». Personalità del partito conservatore hanno chiesto che alle cliniche private, alle quali si rivolgono alcune persone, sia vietato prescrivere questi prodotti.
Francia
Un rapporto prodotto dai senatori LR, presentato il 17 marzo 2024, traccia un’osservazione allarmante sull’assistenza medica dei giovani con problematiche di genere. La sua conclusione indica «uno dei più grandi scandali etici nella storia della medicina». Frutto di quasi un anno di lavoro, questo documento mira a mostrare la prevalenza di un’ideologia «transaffermativa» tra gli operatori sanitari che sostengono gli adolescenti con malessere.
Gli autori accusano anche le associazioni «transattiviste», rilanciate da influenti pubblicazioni sui social network, di accelerare il viaggio di questi bambini verso una transizione di genere. Sulla scia del rapporto, la destra senatoriale ha annunciato la presentazione di un disegno di legge prima dell’estate per vietare qualsiasi transizione medica in Francia prima dei 18 anni.
Il rapporto stima che il numero di bambini che si identificano come «trans» sia esploso in dieci anni. In assenza di statistiche ufficiali in Francia, questa esplosione è dedotta da studi britannici, svedesi o americani: negli Stati Uniti, il numero di diagnosi è triplicato in cinque anni, colpendo ormai più di 40.000 bambini sotto i 17 anni.
I senatori sottolineano che alla maggior parte dei minori che si rivolgono ai centri specializzati viene infine diagnosticata una disforia di genere, anche se il loro disagio è più generale: un quarto dei bambini accolti alla Pitié-Salpêtrière per questi motivi sono bambini che abbandonano la scuola, il 42% sono stati vittime di molestie, il 61% ha vissuto un episodio depressivo.
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Sovrarappresentanza delle ragazze
In oltre l’80% dei casi, i bambini che desiderano effettuare una transizione di genere sono ragazze. Le difficoltà persistenti nell’essere percepite come «maschiaccio» si trasformano in un bisogno di assegnazione affrettata, osserva la dottoressa Catherine Zittoun, una psichiatra infantile a Parigi.
Un ritorno alla ragione
Il collettivo dei genitori Ypomoni «accoglie con favore questo ritorno alla ragione. Dovremmo essere ancora più duri: un bambino non è abbastanza grande per chiedere di modificare il suo corpo!», racconta Maud Vasselle, la cui figlia ha aspettato la maggiore età per farsi operare. «Questo argomento non dovrebbe essere sul tavolo, né a scuola né all’università».
Senza dimenticare il difficile viaggio dei «detransitioners», questi giovani che vogliono tornare indietro dal loro percorso di transizione medica. Una di loro ha testimoniato a lungo davanti ai senatori: ormai ventenne, ha trovato su internet le risposte ai suoi problemi, che l’hanno spinta a richiedere una prescrizione ormonale e l’asportazione del seno.
Prima di pentirsi della sua scelta due anni dopo. Troppo tardi… L’avvocato Olivia Sarton avverte del rischio di vedere questi rimpianti portare a un aumento dei procedimenti penali: negli Stati Uniti sono in corso più di dieci processi.
Questi timidi ritorni alla ragione, di fronte a un fenomeno che sembra in gran parte sotto l’influenza di associazioni partitiche, accompagnate da medici entusiasti o incoscienti, mantenuto e amplificato dai social network, sono benefici. Ma sono ancora molto insufficienti. In Belgio o Spagna la tendenza è opposta.
Il bilancio dei danni causati è solo all’inizio e sarà terribilmente pesante. Ma non importa, ciò che conta è che l’ideologia trionfi, anche se ciò significa trasformare questi bambini e adolescenti in «topi da laboratorio», termine con cui uno di loro si è addirittura attribuito.
Articolo previamente apparso su FSSPX.news.
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Immagine su licenza Envato
Gender
Adolescente transessuale condannato per aver assassinato una bambina
🚨ICYMI – An 18-year-old transgender confessed to the murder of a 12-year-old girl with whom he had sex.
Ash Cooper has confessed to the murder of 12-year-old Morgan Connors in Bensalem, Pennsylvania pic.twitter.com/m6EajoyyTa — DivaPatriot 🇺🇸 (@TeamAmerica2020) March 24, 2024
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Gender
Ghana, i religiosi chiedono al presidente di firmare la legge anti-LGBT
I membri della Conferenza dei Superiori Maggiori dei Religiosi del Ghana (CMSR-GH) hanno esortato il presidente del Paese a firmare il nuovo disegno di legge che rende illegale l’identificazione LGBTQ+ nel Paese, con pene detentive fino a tre anni per i colpevoli.
Nel corso del suo primo incontro semestrale per l’anno 2024, conclusosi il 15 marzo, il CMSR-GH è intervenuto sul disegno di legge 2021 relativo alla promozione dei diritti sessuali maschili e dei valori familiari del Ghana, adottato dal parlamento ghanese il 28 febbraio.
Il disegno di legge attende l’assenso del presidente Nana Akufo-Addo per diventare una legge che criminalizza la «promozione intenzionale, la sponsorizzazione o il sostegno delle attività LGBTQ+» in Ghana; chiunque venga ritenuto colpevole di aver formato, difeso o finanziato gruppi LGBTQ rischia una pena detentiva fino a cinque anni.
«Come persone consacrate, uniamo le nostre voci a quelle della Conferenza episcopale cattolica del Ghana e di altri organismi nel sollecitare il Presidente a firmare la legge sui diritti sessuali e i valori della famiglia recentemente approvata», hanno affermato i religiosi, riferendosi alle dichiarazioni del 17 novembre e dell’11 dicembre dell’episcopato ghanese.
Il CMSR-GH, riunendo i superiori maggiori dei 71 istituti religiosi del Ghana, ha spiegato di voler rispettare «i diritti costituzionali di tutti i cittadini e di coloro che vivono in Ghana e lo visitano», aggiungendo che «questioni di etica e moralità pubblica, soprattutto per quanto riguarda la famiglia, ha sempre occupato un posto speciale nella legislazione comune».
«La famiglia, che nasce dall’unione tra un uomo e una donna, è la base e il fondamento di ogni società e deve essere tutelata e incoraggiata. Ci uniamo quindi alle numerose richieste rivolte al governo affinché firmi il disegno di legge», hanno affermato, sottolineando la necessità che il presidente Akufo-Addo firmi il disegno di legge anti-LGBTQ+.
Secondo BBC News, il presidente Akufo-Addo ha già detto che approverebbe il disegno di legge «se la maggioranza dei ghanesi lo vorrà».
Articolo previamente apparso su FSSPX.news.
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Immagine di Graham Carlow via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic
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