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Armi biologiche

I vaccini come guerra biologica?

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Il dipartimento della biologia molecolare dell’ala medica 59esima brigata dell’aviazione degli USA ha rivelato di aver raccolto specificamente campioni di RNA russo, suscitando forti timori in Russia a causa di un possibile programma di armi biologiche diretto dagli Stati Uniti.

 

L’articolo di TeleSUR,«La ‘bomba etnica’ dall’aeronautica statunitense conferma la correlazione di DNA russo» riferisce

 

«La Russia ha sollevato la sua preoccupazione per i tentativi delle forze armate statunitensi di raccogliere campioni di DNA dai cittadini russi, rilevando il potenziale uso di tali campioni biologici allo scopo di creare nuove armi per la guerra genetica. L’aeronautica statunitense ha cercato di calmare le preoccupazioni del Cremlino, osservando che i campioni sarebbero stati utilizzati solo per i cosiddetti scopi di “ricerca”, e non per il bioterrorismo. Rivolgendosi ai rapporti russi, il portavoce del Comando della US Air Education and Training Captain Beau Downey ha detto che il suo centro ha scelto a caso il popolo russo come fonte di materiale genetico, per favorire la sua continua ricerca del sistema muscolo-scheletrico».

“Il rapporto affermerebbe inoltre che l’uso di campioni di tessuti russi nello studio USAF ha alimentato il sospetto che il Pentagono continui a tentare di sviluppare una presunta ‘arma biologica’ rivolta specificamente contro i russi”

 

Il rapporto affermerebbe inoltre che «l’uso di campioni di tessuti russi nello studio USAF ha alimentato il sospetto che il Pentagono continui a tentare di sviluppare una presunta “arma biologica” rivolta specificamente contro i russi».

 

Il presidente russo Vladimir Putin avrebbe dichiarato:

 

«Sapete che il materiale biologico viene raccolto in tutto il paese, in diversi gruppi etnici e persone che vivono in diverse regioni geografiche della Federazione Russa? La domanda è: perché viene eseguita questa raccolta? È stato fatto intenzionalmente e professionalmente».

 

E mentre le forze armate statunitensi tentavano di respingere l’idea che qualsiasi tipo di arma biologica etnico-specifica fosse oggetto di ricerca, la presunzione che tale arma possa presto esistere non è affatto inverosimile.

 

I documenti politici statunitensi le hanno incluse nella pianificazione generale geopolitica e militare dell’America per quasi due decenni, e l’Aeronautica statunitense stessa ha prodotto documenti riguardanti le varie combinazioni in cui queste armi potrebbero essere utilizzate.

 

C’è anche la storia inquietante delle nazioni allineate occidentali che hanno creato armi biologiche specifiche etniche in passato, incluso il regime di apartheid in Sud Africa, che ha cercato di utilizzare il suo programma nazionale di vaccinazione come copertura per sterilizzare segretamente la popolazione nera.

 

“Il regime dell’apartheid in Sud Africa, che ha cercato di utilizzare il suo programma nazionale di vaccinazione come copertura per sterilizzare segretamente la popolazione nera”

Nel rapporto scritto dai neoconservatori Progetto per un nuovo secolo americano (PNAC) del 2000 intitolato Rebuilding Amercan Defenses si afferma:

 

«La proliferazione di missili balistici, da crociera e di velivoli senza pilota a lungo raggio (UAV) renderà molto più facile proiettare l’energia militare in tutto il mondo. Le munizioni stesse diventeranno sempre più accurate, mentre i nuovi metodi di attacco – elettronico, “non letale”,  biologico  – saranno più ampiamente disponibili. ( p.71 del pdf ) 

 

Nello stesso documento è inoltre dichiarato:

 

«Anche se ci vorrà qualche decennio perché il processo di trasformazione si svolga, nel tempo, l’arte della guerra in aria, terra e mare sarà molto diversa da quella attuale,  e il “combattimento” probabilmente avrà luogo in nuove dimensioni: nello spazio, nel “cyber-spazio” e forse  il mondo dei microbi».  ( p.72 del pdf )

 

E infine:

«Forme avanzate di guerra biologica che possono “indirizzare” specifici genotipi possono trasformare la guerra biologica dal regno del terrore in uno strumento politicamente utile». ( p.72 del pdf)

 

Più di recente – precisamente nel 2010 – l’aeronautica statunitense in un   documento di controproliferazione intitolato “Biotecnologie: patogeni geneticamente modificati”  ,elenca  diversi modi in cui tali armi potrebbero essere utilizzate:

 

«Il gruppo JASON, composto da scienziati accademici, è stato consulente tecnico del governo degli Stati Uniti. Il loro studio ha generato sei vaste classi di patogeni geneticamente modificati che potrebbero rappresentare gravi minacce per la società. Questi includono -pur non limitandosi solo a queste- armi biologiche, geni,, terapia genica come arma, virus furtivi, malattie scambiabili e altre malattie progettate su misura». 

 

Il documento discute la possibilità di ideare una «malattia che potrebbe spazzare via un’intera popolazione o un determinato gruppo etnico». 

 

Il Progetto Coast ieri ed oggi 

L’idea che l’Occidente possa utilizzare tali armi ha già un precedente allarmante. Per quanto riguarda il regime dell’apartheid in Sud Africa – il rapporto delle Nazioni Unite intitolato  Project Coast: il programma di guerra chimica e biologica dell’apartheid spiega quanto segue:

 

“L’arte della guerra in aria, terra e mare sarà molto diversa da quella attuale, e il “combattimento” probabilmente avrà luogo in nuove dimensioni: nello spazio, nel “cyber-spazio”

 

«C’era qualche interazione tra Roodeplaat Research Laboratories (RRL) e Delta G [laboratori di armi biologiche e chimiche], con Delta G che ha preso parte ad alcuni dei progetti di biochimica RRL RRL, facendo test su animali di alcuni prodotti targati proprio Delta G. Un esempio di questa interazione ha riguardato il lavoro di anti-fertilità.  Secondo i documenti di RRL [Roodeplaat Research Laboratories], la struttura aveva un certo numero di progetti registrati volti a sviluppare un vaccino anti-fertilità. Questo è stato un progetto personale del primo amministratore delegato di RRL, il dott. Daniel Goosen. Goosen, che aveva fatto ricerche sui trapianti di embrioni, disse alla TRC che lui e Basson avevano discusso la possibilità di sviluppare un vaccino anti-fertilità che possa essere somministrato in modo selettivo, senza la conoscenza del ricevente. L’intenzione, disse, era di somministrarla a donne sudafricane, a loro insaputa».

 

A quel tempo, la tecnologia sembrava non essere sufficientemente matura per realizzare le ambizioni del regime dell’apartheid.

 

La suddetta carta della US Air Force entrerebbe anche nei dettagli riguardanti ciascuna arma elencata, inclusa una terapia genica: «La terapia genica potrebbe essere solo la pallottola d’argento per il trattamento delle malattie genetiche umane. Questo processo comporta la sostituzione di un gene cattivo con un buon gene per normalizzare la condizione del ricevente. Il trasferimento del gene “sano” richiede che un vettore raggiunga il suo obiettivo. I vettori comunemente utilizzati sono virus geneticamente modificati per trasportare DNA umano normale come retrovirus, adenovirus, virus adeno-associati e virus herpes simplex».

 

La terapia genica è già stata utilizzata durante gli studi clinici per curare in modo permanente tutto, dai tumori del sangue alle malattie genetiche rare . Il New York Times, in un articolo intitolato «La terapia genica crea una pelle sostitutiva per salvare un moribondo», riferirebbe una delle ultime scoperte, affermando:

 

«I medici in Europa hanno usato la terapia genica per far crescere strati di pelle sana che hanno salvato la vita di un ragazzo con una malattia genetica, la quale aveva distrutto la maggior parte della sua pelle, secondo quanto riferito dal team sulla rivista Nature. Questo non è stato il primo utilizzo del trattamento, che aggiunge la terapia genica a una tecnica sviluppata per coltivare innesti cutanei per le vittime di ustioni».

 

Si potrebbe immaginare un’arma malvagia usata al contrario per eliminare i geni che mantengono la pelle sana, causando la formazione di vesciche sulla pelle della vittima e la caduta.

 

Nell’utilizzare la terapia genica come arma, il rapporto della US Air Force noterebbe:

 

«Si prevede che la terapia genica aumenti di popolarità. Continuerà a essere migliorato e potrebbe essere indubbiamente scelto come arma biologica. La rapida crescita della biotecnologia potrebbe innescare maggiori opportunità di trovare nuovi modi per combattere le malattie o crearne di nuove. Le nazioni che sono attrezzate per gestire le biotecnologie probabilmente considereranno la terapia genica una valida arma biologica. Gruppi o individui senza risorse o finanziamenti troveranno difficile produrre questa arma biologica» .

 

Si potrebbe immaginare un’arma malvagia usata al contrario per eliminare i geni che mantengono la pelle sana, causando la formazione di vesciche sulla pelle della vittima e la caduta.

 

Riguardo ai «virus invisibili», una variante della tecnica di terapia genica armata, il rapporto afferma:

 

«Il concetto base di questa potenziale arma biologica è “produrre un’infezione virale criptica, strettamente regolata, che può entrare e diffondersi nelle cellule umane usando vettori” (simile alla terapia genica) e poi rimanere latente per un periodo di tempo, fino a quando non viene innescata da un segnale esterno. Il segnale quindi potrebbe stimolare il virus a causare gravi danni al sistema. I virus stealth potrebbero anche essere adattati per infettare segretamente una popolazione mirata per un lungo periodo, usando la minaccia di attivazione per ricattare il bersaglio da colpire».

 

Con le terapie geniche già approvate per la vendita nell’Unione Europea e negli Stati Uniti, e con altre in arrivo, non è esagerato pensare alla possibilità che anche le terapie geniche nascoste siano già state sviluppate e in attesa, o già dispiegate, come «virus stealth».

 

 

Sviluppo e distribuzione

Gli Stati Uniti mantengono una rete globale di laboratori medico-militari e centri di ricerca.

 

Oltre alla 59a coinvolta nella raccolta del materiale genetico russo, gli Stati Uniti coprono l’intera regione del sud-est asiatico da Bangkok, in Thailandia, con il loro Istituto di ricerca delle scienze mediche (AFIRMS).

 

Il sito Web dell’ambasciata americana in Thailandia afferma che AFIRMS è la più grande rete mondiale di laboratori medici militari, sostenendo che «AFIRMS è la più grande rete mondiale di laboratori di ricerca medica Overseas del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, con laboratori gemelli in Perù, Kenya, Egitto e nelle Repubbliche di Georgia e Singapore. USAMD-AFRIMS ha circa 460 membri dello staff (prevalentemente tailandesi e statunitensi) e un budget di ricerca annuale di circa 30-35 milioni di dollari».

 

Con laboratori in Sud America, Europa, Africa e Asia – e attraverso l’uso di subappaltatori – l’esercito statunitense ha accesso a una varietà di materiali e strutture genetiche per condurre ricerche e sviluppare tutte le armi descritte dai documenti politici.

 

“Il concetto base di questa potenziale arma biologica è “produrre un’infezione virale criptica, strettamente regolata, che può entrare e diffondersi nelle cellule umane usando vettori” (simile alla terapia genica) e poi rimanere latente per un periodo di tempo, fino a quando non viene innescata da un segnale esterno. Il segnale quindi potrebbe stimolare il virus a causare gravi danni al sistema. I virus stealth potrebbero anche essere adattati per infettare segretamente una popolazione mirata per un lungo periodo, usando la minaccia di attivazione per ricattare il bersaglio da colpire”

 

Attraverso i programmi finanziati dal Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, gli stessi USA potrebbero facilmente creare campagne per la vaccinazione e «cliniche» per fornire le armi biologiche sopra descritte in una varietà di modi.

 

Il documento dell’US Air Force sottolineava altresì che «gli attacchi di guerra biologica possono assomigliare a un fenomeno di epidemie naturali e sarebbe molto difficile risalire alla fonte, sottovalutando così le azioni e le intenzione del perpetratore».

 

E in effetti, le nazioni senza la capacità di sequenziare, rilevare e reagire in modo indipendente a armi biologiche genetiche etniche specifiche, potrebbero essere già state prese di mira, o potrebbero essere prese di mira in qualsiasi momento senza alcun mezzo di conoscenza, per non parlare degli inesistenti mezzi per reagire.

 

D’altra parte le nazioni che non dispongono di un’industria biotech ben sviluppata, senza laboratori militari focalizzati sia sul rilevamento che sul lancio di una guerra biologica con tali armi, partono con un notevole svantaggio.

 

Per rimuovere la benda sugli occhi, i governi e le istituzioni militari di tutto il mondo, così come le comunità e le istituzioni locali, dovrebbero sviluppare e avere accesso a un mezzo rapido ed efficiente per sequenziare il DNA, individuare anomalie e sviluppare possibili terapie geniche correttive per riparare in caso di uso DNA militari dannosi introdotti sulla popolazione.

 

La sorveglianza della guerra biologica dovrebbe essere effettuata non solo attraverso la popolazione di una nazione, ma anche attraverso la sua offerta di cibo e acqua, nonché il suo patrimonio zootecnico, la fauna selvatica e le popolazioni di insetti. Le colture geneticamente modificate sono state progettate per colpire e spegnere i geni negli insetti e potrebbero essere altrettanto facilmente utilizzate per colpire i geni umani.

 

Nell’articolo di Science Daily, «Le colture che uccidono i parassiti uccidendo i loro geni», è affermato:

 

«Le piante fanno parte di quegli eucarioti che possono “spegnere” uno o più dei loro geni usando un processo chiamato interferenza RNA per bloccare la traduzione delle proteine. I ricercatori stanno ora intraprendendo questo processo con colture ingegneristiche per produrre specifici frammenti di RNA che, dopo l’ingestione da parte di insetti, provocano interferenze RNA per arrestare un gene – bersaglio essenziale per la vita o la riproduzione, uccidendo o sterilizzando gli insetti».

 

Gli studi sono ancora in corso per determinare quali danni gli organismi geneticamente modificati (OGM), nel loro stato attuale, stanno facendo per la salute umana. Individuare e reagire a OGM sottili e armati sarà ancora più difficile.

“L’uso di zanzare geneticamente modificate per fornire «vaccini» presenta un altro possibile vettore per le biotecnologie armate.”

 

L’uso di zanzare geneticamente modificate per fornire «vaccini» presenta un altro possibile vettore per le biotecnologie armate. La volontà sempre più globale di molti programmi atti alla vaccinazione di massa è anche un pericolo incombente, soprattutto dal momento che questi programmi sono diretti principalmente da potenze occidentali, molte delle quali hanno protetto, cooperato e persino aiutato e favorito il regime dell’Apartheid sudafricano, anche con i vari programmi di armamento biotech.

 

In un mondo in cui la guerra si estende allo spazio cibernetico e genetico, le nazioni che non dispongono di sistemi sanitari umani indipendenti in grado di produrre i propri vaccini o di gestire la propria biodiversità si trovano indifese come le nazioni senza eserciti, flotte o forze aeree. Per quanto impressionanti siano le capacità militari convenzionali di una nazione, la mancanza di una pianificazione e di difese adeguate per questa nuova minaccia biotech attenua tutti i possibili vantaggi e massimizza questa fatale debolezza.

 

La capacità di«scansionare» il nostro DNA e individuare il gene dannoso, di rimuoverlo o applicarlo e di sviluppare salvaguardie contro di esso, includendo il backup dei singoli genomi biologicamente e digitalmente non impedirà completamente alle armi biologiche di creare danni, ma mitigherà il loro impatto.

 

A differenza delle armi nucleari, la ricerca e lo sviluppo di questi strumenti biotecnologici sono accessibili praticamente a qualsiasi governo nazionale e persino a molte istituzioni private. Integrare la biotecnologia nella pianificazione e nella realizzazione della sicurezza nazionale di una nazione non è più facoltativo. Se gli strumenti per manipolare e indirizzare i geni per sempre esistono già, esistono anche gli strumenti per abusarne.

 

 

 

 

 

 

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Armi biologiche

L’Ucraina usa armi chimiche di fabbricazione statunitense: l’ambasciatore russo accusa ancora

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L’Ucraina ha ripetutamente utilizzato armi chimiche fornite dagli Stati Uniti contro l’esercito russo, ha affermato lunedì un alto diplomatico in un’intervista al quotidiano russo Izvestia.

 

Vladimir Tarabrin, rappresentante permanente di Mosca presso l’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (OPCW) e ambasciatore nei Paesi Bassi, ha osservato che l’uso di armi chimiche è una flagrante violazione del diritto internazionale.

 

«Nel corso dell’operazione militare speciale, abbiamo registrato casi di utilizzo da parte delle forze armate ucraine di armi chimiche prodotte negli Stati Uniti», ha detto Tarabrin, affermando che le consegne fanno parte di uno schema ben consolidato e illegale di invio di sostanze chimiche non letali armi a Kiev e sottolineando che l’uso di sostanze chimiche tossiche da parte dell’Ucraina è diventato sistematico, poiché il sostegno occidentale consente a Kiev di violare impunemente il diritto internazionale.

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Secondo Tarabrin, l’esercito ucraino utilizza vari tipi di munizioni, granate e contenitori fatti in casa con sostanze sconosciute contro le forze russe.

 

Come riportato da Renovatio 21, il Tarabrin ha anche accusato gli USA di gestire ancora oggi alcuni biolaboratori in Ucraina.

 

La Convenzione sulle armi chimiche (CWC), un trattato sul controllo degli armamenti amministrato dall’OPCW, un’organizzazione intergovernativa con sede a L’Aia, è stata adottata nel gennaio 1993 ed è entrata in vigore quattro anni dopo. Ad agosto 2022, 193 stati avevano firmato il trattato. L’Ucraina ha ratificato il documento e ha accettato tutti i suoi obblighi.

 

La convenzione vieta a tutti gli Stati membri di produrre, acquisire e immagazzinare armi chimiche, nonché di trasferirle direttamente o indirettamente. Ai firmatari è inoltre vietato l’uso di tali armi.

 

Il diplomatico ha sottolineato che Mosca sta attirando l’attenzione delle organizzazioni internazionali, in particolare dell’OPCW, sulle violazioni.

 

«Penso che gli Stati Uniti e i loro dipendenti possano essere fermati solo attraverso la massima trasparenza, l’identificazione di fatti specifici che dimostrino che forniscono direttamente, o facilitano la fornitura, di queste sostanze all’Ucraina in violazione della CWC», ha affermato.

 

Il ministero della Difesa russo ha ripetutamente accusato Kiev di preparare provocazioni con l’uso di armi chimiche, compresi atti sul territorio dell’Ucraina. Lo scorso aprile, il ministero ha affermato che il servizio di sicurezza ucraino (SBU) stava pianificando una simile provocazione con l’uso di “sostanze chimiche pericolose” nella città di Sumy, nel nord-est dell’Ucraina. Kiev ha negato l’accusa, riporta RT.

 

Le accuse dell’ambasciatore seguono quelle fatte un mese fa dal tenente generale russo Igor Kirillov, capo delle forze di protezione nucleare, chimica e biologica della Russia, il quale aveva fornito diversi esempi del presunto uso da parte di Kiev di armi chimiche vietate e di agenti chimici non letali che, secondo Mosca, sono stati ottenuti dagli Stati Uniti.

 

Il Kirillov aveva affermato che l’Ucraina ha utilizzato droni per lanciare granate a gas di fabbricazione statunitense il 28 dicembre 2023 contenenti il ​​composto «CS» – una sostanza chimica classificata come strumento antisommossa che irrita gli occhi e il tratto respiratorio superiore e può causare ustioni alla pelle e paralisi respiratoria. e arresto cardiaco se utilizzato in alte concentrazioni.

 

Da parte dell’OPCW non c’è stata alcuna risposta nonostante tutte queste prove fossero state presentate all’organizzazione quattro mesi fa, aveva detto il generale alla stampa, accusandola di essere gestita da Washington come strumento per prendere di mira i suoi oppositori politici.

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Come riportato da Renovatio 21, a febbraio 2023 il giornale russo Komsomolskaya Pravda aveva parlato dell’uso da parte delle forze ucraine nei pressi di Zaporiggia di armi chimiche che hanno causato la perdita di coscienza dopo l’inalazione.

 

Alla fine di febbraio dello scorso anno, l’esercito russo ha avvertito che le forze ucraine a Kramatorsk avevano ricevuto 16 container con sostanze antisommossa CS (clorobenzilidenemalononitrile) e CR (dibenzoxazepina), nonché – fatto interessante – l’agente inabilitante BZ (3-Quinuclidinil benzilato), insieme a «cittadini di Paesi stranieri». Mosca ha quindi suggerito che gli Stati Uniti potrebbero pianificare un attacco «false flag» nel Donbass.

 

Il 3-Quinuclidinil benzilato (QNB), chiamato BZ in codice NATO e sostanza 78 nel codice militare URSS, è un potente allucinogeno che induce disfunzioni cognitive e delirio.

 

Il BZ è stato inventato dalla società farmaceutica svizzera Hoffman-LaRoche nel 1951 durante studi su agenti antispasmodici, simili alla tropina, per il trattamento di disturbi gastrointestinali quando è stata scoperta la sostanza chimica. È stato quindi studiato per un possibile utilizzo nel trattamento dell’ulcera, ma è stato ritenuto inadatto. A quel tempo l’esercito degli Stati Uniti e la CIA del progetto MK Ultra cominciarono ad interessarsene insieme a un’ampia gamma di possibili agenti inabilitanti non letali, psicoattivi e psicotomimetici tra cui droghe psichedeliche come LSD e THC, droghe dissociative come ketamina e fenciclidina, potenti oppioidi come il fentanil, etc.

 

Nel 1959, l’esercito degli Stati Uniti mostrò un interesse significativo nel dispiegarlo come agente di guerra chimica.

 

Come descritto nell’introvabile libro autobiografico Chemical Warfare: Secrets Almost Forgotten (2006) dello psichiatra dell’esercito in pensione James Ketchum, il lavoro di sperimentazione procedette nel 1964 quando un generale immaginò un piano per inabilitare un’intera imbarcazione con BZ aerosolizzato: un esperimento che prese il nome di Project DORK.

 

Il BZ fu tra le sostanze testate nelle strutture dell’Edgewood Arsenal, nel Maryland, tra il 1948 e il 1975, dove con esperimenti su soldati l’esercito voleva valutare l’impatto di agenti di guerra chimica a basso dosaggio sul personale militare e testare indumenti protettivi, prodotti farmaceutici e vaccini. Una certa parte di questi studi era diretta alla cosiddetta «guerra psicochimica».

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Tali storie sono riflesse nel film con Tim Robbins Allucinazione perversa (1990), che parla di esperimenti a base di BZ sui soldati americani in Vietnam.

 

Secondo quanto riportato, le scorte americane di BZ sarebbero state distrutte nel 1989 come parte di un ridimensionamento generale del programma di guerra chimica degli Stati Uniti.

 

Nel 1998 l’esercito britannico aveva accusato l’Iraq di Saddam Hussein di avere riserve di un «Agente 15» di fatto identico al BZ. Nel 2013 gli USA accusarono la Siria di Assad di aver usato l’allucinogeno.

 

Come riportato da Renovatio 21, di un possibile false flag chimico ucraino si era parlato ancora un anno fa. La guerra chimica è vietata dalla Convenzione sulle armi chimiche di cui sono firmatarie sia l’Ucraina che la Russia.

 

Il conflitto ucraino si sta dimostrando un banco di prova per il nuovo tipo di guerra: guerra con i droni, con i missili ipersonici, con i sabotaggi infrastrutturali con le sanzioni economiche.

 

C’è da chiedersi anche se l’Ucraina diverrà il definitivo laboratorio anche per la guerra biochimica, o perfino psicochimica.

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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia

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Armi biologiche

Gli USA gestiscono ancora biolaboratori in Ucraina: ambasciatore russo

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Gli Stati Uniti continuano a gestire 30 biolaboratori sul territorio dell’Ucraina come parte di un programma biologico-militare illegale, ha affermato l’ambasciatore russo nei Paesi Bassi.   Il numero di laboratori americani sul territorio ucraino è «noto da molto tempo», ha detto il diplomatico di Mosca in un’intervista al quotidiano Izvestia Vladimir Tarabrin, che è anche rappresentante permanente della Russia presso l’Organizzazione per la Proibizione delle Armi Chimiche (OPCW).   Il Tarabrin ha ricordato che il capo delle forze di protezione nucleare, chimica e biologica della Russia, il tenente generale Igor Kirillov, aveva affermato nel marzo 2022 che esistevano 30 biolaboratori di questo tipo.

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«Le nostre forze armate hanno scoperto documenti che confermano l’ampio programma militare biologico dispiegato dagli Stati Uniti e dai paesi della NATO sul territorio dell’Ucraina e di altre ex repubbliche sovietiche», ha detto.   Il governo di Kiev avrebbe iniziato a distruggere pericolosi agenti patogeni nei laboratori e a sospendere la ricerca il 24 febbraio 2022, il giorno in cui la Russia ha lanciato l’operazione militare contro l’Ucraina, ma «nel 2023 l’attuazione di questi programmi è ripresa, solo il loro nome è stato cambiato», ha affermato Tarabrin.   Alla domanda se il numero dei biolaboratori statunitensi in Ucraina sia ancora pari a 30, l’ambasciatore ha risposto: «secondo i nostri dati, sì».   «Non sorprende, quindi, che negli ultimi 20 anni Washington abbia bloccato tutte le iniziative russe volte a rafforzare il regime della Convenzione sulle armi biologiche (BWC) e a creare un meccanismo efficace per verificare il rispetto delle sue disposizioni da parte di tutti i paesi partecipanti», ha detto Tarabrin.   Negli ultimi due anni Mosca ha ripetutamente sollevato preoccupazioni su una presunta rete di laboratori segreti finanziati dagli Stati Uniti in Ucraina, pubblicando documenti catturati dalle autorità di Kiev, che sostiene siano collegati alle operazioni di tali strutture.   Lo scorso aprile, Kirillov aveva affermato che la Russia «non aveva dubbi sul fatto che gli Stati Uniti, con il pretesto di garantire la biosicurezza globale, conducessero ricerche sul duplice uso, compresa la creazione di componenti di armi biologiche, in prossimità dei confini russi».   Il governo degli Stati Uniti ha confermato l’esistenza dei biolaboratori in Ucraina, ma ha insistito sul fatto che sono del tutto legali e non destinati a scopi militari, nonostante siano finanziati principalmente tramite il Pentagono. Washington ha negato le affermazioni di Mosca secondo cui i laboratori sarebbero utilizzati per lavorare sulle armi biologiche, definendole una «campagna di disinformazione russa».   Kirillov ha anche affermato un anno fa che il programma di biolaboratori statunitense in Ucraina, precedentemente noto come «Ricerca biologica congiunta», è stato rinominato «Ricerca sul controllo biologico» in modo che possa continuare le sue operazioni.   Dieci mesi fa la Russia ha accusato gli Stati Uniti di aver sperimentato i patogeni dell’influenza aviaria con un tasso di letalità fino al 40% in un biolaboratorio ucraino.   La questione dei biolaboratori ucraini finanziati dagli americani pareva all’inizio una fake news, ma è stata confermata in un’audizione del Congresso USA dal sottosegretario di Stato Victoria Nuland, responsabile per la politica estera eurasiatica di Washington nonché pupara degli accadimenti di questi anni a Kiev e dintorni.

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La stessa Duma ha invitato a Mosca Victoria Nuland per testimoniare, ma è molto difficile la Nuland ha evidentemente dato forfait.   Il Pentagono al momento ha ammesso di aver finanziato ben 46 laboratori ucraini.   È stata avanzata anche l’idea che vi possa essere una connessione tra i biolaboratori ucraini e il COVID.   Il ministero della Difesa russa aveva fatto uscire un documento che mostrava come nel sistema delle attività biologiche statunitensi fossero coinvolti big del Partito Democratico e le Big Pharma. Secondo i russi, in Ucraina il Pentagono faceva esperimenti anche sul coronavirus di pipistrello.   Secondo il ministero degli Esteri russi, nei misteriosi laboratori sarebbe coinvolta anche la Germania.   La Russia nel 2022 aveva convocato il Consiglio Sicurezza ONU per presentare le prove contro i biolaboratori Ucraina-USA.   Come noto, vi è anche la questione di un possibile coinvolgimento diretto degli affari della famiglia Biden.

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Animali

La dengue aumenta del 400% in Brasile dopo il rilascio delle zanzare OGM del programma sostenuto da Bill Gates

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La febbre dengue è quadruplicata in Brasile nel 2024: nelle prime cinque settimane del 2024, secondo il ministero della sanità del Paese, sono stati segnalati oltre 364.000 casi di infezione da dengue, un numero 4 volte superiore rispetto ai casi precedenti nello stesso periodo del 2023.

 

Osservatori notano che la recrudescenza del fenomeno accade dopo il rilascio di milioni di zanzare geneticamente modificate da parte del World Mosquito Program delle Nazioni Unite.

 

Il drammatico aumento dei casi di dengue ha spinto il Brasile ad acquistare milioni di dosi di vaccino contro la dengue.

 

«La rapida diffusione della dengue ha causato 40 morti accertati, ha detto il ministero, e altri 265 sono oggetto di indagine» scrive il giornale britannico Guardian. «Il Brasile ha acquistato 5,2 milioni di dosi del vaccino contro la dengue Qdenga, sviluppato dalla casa farmaceutica giapponese Takeda, con altri 1,32 milioni di dosi fornite senza alcun costo per il governo, si legge in una dichiarazione del ministero».

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Tre Stati brasiliani hanno dichiarato lo stato di emergenza, tra cui il secondo Stato più popoloso, Minas Gerais, e il Distretto Federale, dove si trova la capitale, Brasilia, che sta affrontando un aumento senza precedenti di infezioni. Brasilia inizierà a vaccinare i bambini di età compresa tra 10 e 14 anni con Qdenga, ha dichiarato il governo locale.

 

I casi di dengue a Brasilia dall’inizio dell’anno hanno superato il totale dell’intero 2023, con un tasso di infezione di 1.625 casi ogni 100.000 abitanti, rispetto alla media nazionale di appena 170.

 

Il World Mosquito Program delle Nazioni Unite ha annunciato nel 2023 un piano per liberare miliardi di zanzare geneticamente modificate in Brasile per un periodo di 10 anni nel tentativo di sradicare la febbre dengue nel Paese dell’America Latina.

 

«I funzionari sanitari brasiliani in cinque città hanno rilasciato nuvole di zanzare Aedes Egypti coltivate in laboratorio infette dal batterio Wolbachia, che impedisce la trasmissione del virus dengue agli esseri umani», riferiva Harvard Public Health nell’agosto 2023.

 

«Il Paese sarà il primo a lanciare un programma nazionale per rilasciare le zanzare Wolbachia modificate, che si prevede proteggeranno fino a 70 milioni di persone dalla febbre dengue nei prossimi 10 anni. E sta costruendo una fabbrica per aumentare la produzione di zanzare: a partire dal 2024, la fabbrica produrrà in serie cinque miliardi di zanzare all’anno».

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Risulta impossibile non notare come ora, un anno dopo l’inizio dell’iniziativa con le zanzare di laboratorio, i casi di dengue sono aumentati notevolmente anziché diminuire.

 

È un dato pubblico il fatto che il World Mosquito Program ha ricevuto una sovvenzione di 50 milioni di dollari australiani (circa 30 milioni di euro) dalla Bill & Melinda Gates Foundation, che sta anche finanziando la ricerca sul vaccino contro la febbre dengue.

 

Il governo brasiliano ha acquistato oltre 5 milioni di dosi del vaccino contro la febbre dengue Qdenga, prodotto dalla casa farmaceutica giapponese Takeda, che ha pure ricevuto anche milioni di dollari in sovvenzioni sempre dalla Fondazione Bill & Melinda Gates.

 

«In altre parole, i soldi della Fondazione Bill Gates sono coinvolti in tutti gli aspetti della situazione, dalle zanzare geneticamente modificate – che apparentemente hanno esacerbato la crisi della dengue – alle società finanziatrici che forniscono il vaccino contro la dengue molto richiesto al Brasile» scrive Infowars. «A che scopo?»

 

Come riportato da Renovatio 21, avanzano, a livello scientifico, le proposte di utilizzare le zanzare OGM come strumento di vaccinazione degli esseri umani, elementi auto-operanti di un di medicalizzazione biotecnologica massiva in un mondo in cui il consenso della popolazione è divenuto totalmente obsoleto.

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In Brasile era già stato avviato anni fa un programma di immissione di zanzare OGM contro la malaria, tuttavia, invece che estinguersi, gli insetti parassiti avrebbero sviluppato quello che si chiama un «vigore ibrido»: per eterogenesi dei fini, gli scienziati hanno ottenuto al contrario una razza ancora più forte di zanzare.

 

Rilasci di miliardi di zanzare geneticamente modificate sono stati programmati, nonostante le rimostranze dei residenti, in Florida e California, e, più di recente, alle Hawaii, con i cittadini a divenire, anche stavolta, cavie umane del grande progetto che coinvolge la tecnica del cosiddetto gene drive.

 

A finanziare il progetto interviene, praticamente sempre, la compagine di Bill Gates, anche se va riconosciuto che il progetto coinvolge anche il Pentagono (protagonista di vari progetti di militarizzazione degli insetti) e contava fra i suoi sostenitori, ancora anni fa, anche Google.

 

Renovatio 21 da almeno un lustro ritiene la storia delle zanzare bioingegnerizzate – alle quali, ricordiamo en passant, lavorava anche il neo-onorevole professor Andrea Crisanti – come uno dei temi centrali del futuro prossimo.

 

Zanzare sterilizzate per via genetica, zanzare alterate per diventare creature vaccinatrici: il catalogo frankensteiniano che riguarda questi parassiti è vasto e impressionante, e, crede Renovatio 21, prelude a ciò che succederà all’uomo.

 

Il confine tra operazione biomedica ed arma biologica, anche nel caso del piano per le zanzare OGM, diviene davvero labile

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