Essere genitori
I giovani intrappolati dentro la tana della paura
«Ho assestato la tana e pare riuscita bene».
Il protagonista del racconto La Tana, che Franz Kafka verga nell’inverno tra il 1923 e il 1924 a Berlino, pochi mesi prima di morire e pubblicato solo dopo la sua morte, si allontana solo per rifornirsi dei beni alimentari, «quanto basta ad una modesta sussistenza e senza lasciare soprattutto la mia tana».
I giovani, sviliti dal nichilismo occidentale che li ha resi vittime inermi della più tremenda noia e della pochezza esistenziale, sono oggi più che mai i protagonisti di questa opera kafkiana. Ad accorgersene solo le stesse famiglie, insieme ad un lungo seguito di psicoterapeuti che stanno analizzando questo grave problema.
Il protagonista del racconto La Tana si allontana solo per rifornirsi dei beni alimentari, «quanto basta ad una modesta sussistenza e senza lasciare soprattutto la mia tana».
Essersi barricati in casa, lontani dalle proprie sfide, dalle incertezze, dalle difficoltà e dalle fatiche del quotidiano li ha resi personaggi di questo metaforico racconto, dove il mondo esterno diventa una minaccia spaventosa e la Tana un rifugio irrinunciabile dentro al quale barricare le proprie paure e le proprie angosce in modo che il bambino non cresca mai, non diventi mai adulto e responsabile.
All’inizio dell’emergenza COVID qualcuno si era stracciato le vesti vedendo che alcuni giovani pavoneggiavano di non aver paura del virus perché tanto non riguardava la loro fascia d’età, in forza della mentalità utilitarista con la quale vengono malthusianamente istruiti attraverso programmi ministeriali e quindi scolatici.
Mentre il Governo chiudeva le scuole i quartieri della movida romana come San Lorenzo si riempivano di giovani in giro per locali.
All’inizio dell’emergenza COVID qualcuno si era stracciato le vesti vedendo che alcuni giovani pavoneggiavano di non aver paura del virus perché tanto non riguardava la loro fascia d’età, in forza della mentalità utilitarista con la quale vengono malthusianamente istruiti attraverso programmi ministeriali e quindi scolatici
Qualcuno di loro diceva: «Se non avessero chiuso le scuole non saremmo tutti qui, perché domani ci saremmo dovuti alzare presto»; qualcun altro: «Ci sembrerebbe un po’ assurdo chiuderci tutti in casa appressi al cellulare o al computer tutto il giorno».
E come dargli torto, in effetti.
La reazione fu questa, una reazione da giovani ragazzi che si sentono supereroi intoccabili, ma alla fine rivelano tutta la loro fragilità, come dimostra la sempre più diffusa «sindrome della Tana».
Lo psicoterapeuta del Fatebenefratelli Francesca Maisano, parlando al Corriere della Sera ha descritto come sta evolvendo questo preoccupante fenomeno:
«Li chiamiamo “casi di paura”, e sono triplicati. Un quinto degli adolescenti e dei ventenni manifesta resistenza ad uscire dalla propria casa. È un boom di consulti per figli bravi a scuola, più maturi della loro età. È come se si fossero chiusi in un bozzolo».
«Li chiamiamo “casi di paura”, e sono triplicati. Un quinto degli adolescenti e dei ventenni manifesta resistenza ad uscire dalla propria casa. È un boom di consulti per figli bravi a scuola, più maturi della loro età. È come se si fossero chiusi in un bozzolo».
La psicologa Alessia Tedesco afferma che «molti genitori si aspettavano di dover contrastare, allo scoccare della Fase 2, uno smodato desiderio di evadere. I giovani sono quasi tutti ancora a casa, invece. E non pensano di cambiare stile di vita neanche da domani, con l’ulteriore allentamento delle misure di sicurezza».
Dall’iniziale voglia di evadere dagli schemi «sfidando» il virus e le raccomandazioni, al «domoplenismo» — cioè ad un senso senso di pienezza e sicurezza fondato e maturato all’interno delle mura domestiche, dove tutto è ovattato dentro alla campana di vetro che protegge da ogni pericolo che può giungere dall’esterno — non appena l’asticella è stata alzata di un gradino.
Quelli che fino a qualche mese fa gridavano contro l’inquinamento sono gli stessi che oggi non uscirebbero mai senza guanti in plastica e mascherina chirurgica
Quelli che fino a qualche mese fa gridavano contro l’inquinamento sotto il giogo del gretinismo più becero che istituì il venerdì — «Fridays for Future»— come giorno di culto obbligatorio alla povera Madre Terra inquinata dal diabolico antropocentrismo anti-ecologico, oggi sono gli stessi che non uscirebbero mai senza guanti in plastica e mascherina chirurgica composta con materiali contenenti plastica, rigorosamente cambiati quante più volte al giorno possibile e disseminati per il globo terrestre.
Dove sono finite quelle proteste? Dove sono finiti quelli che vedevano «finalmente nei giovani un motivo serio per cui lottare»? E i giovani, dove sono finiti? Tappati in casa, ricoperti, oltre che dalle proprie paure, dalla plastica che fino a non molto tempo fa vedevano come il principale nemico della loro esistenza, plaudendo le normative UE che prevedevano programmi atti all’eliminazione della medesima.
Generazioni instabili, piene di ansie e di insicurezze, spaventate finanche dalla propria ombra perché incapaci di riconoscersi nella propria esistenza tanto annoiata quanto monotona giacché priva di programmi, privi di una Vita vera, reale, trascendentalmente vissuta
La realtà è che purtroppo ci troviamo davanti a generazioni instabili, piene di ansie e di insicurezze, spaventate finanche dalla propria ombra perché incapaci di riconoscersi nella propria esistenza tanto annoiata quanto monotona giacché priva di programmi, privi di una Vita vera, reale, trascendentalmente vissuta.
«…del viver ch’è un correre a la morte», come scrive Dante nel XXXIII Canto del Purgatorio.
La paura, l’inibizione, la perversione: con queste tre armi la gioventù si immobilizza, la si imbottisce di false speranze e infine la si corrompe rendendola sterile, incapace di ogni reazione seria e nobile.
Nel carteggio di un famoso testo della massoneria datato 3 aprile 1824, finito fra le mani di Papa Pio IX e reso pubblico per suo stesso volere, si poteva leggere:
La paura, l’inibizione, la perversione: con queste tre armi la gioventù si immobilizza, la si imbottisce di false speranze e infine la si corrompe rendendola sterile, incapace di ogni reazione seria e nobile.
«Ora, è deciso nei nostri consigli, che noi non vogliamo più cristiani; non facciamo dunque dei martiri, ma rendiamo popolare il vizio nelle moltitudini. Occorre che lo respirino con i cinque sensi, che lo bevano, che ne siano sature. Fate dei cuori viziosi e voi non avrete più cattolici […]. Ma perché sia profonda, tenace e generale, la corruzione delle idee deve cominciare fin dalla fanciullezza, nell’educazione. Schiacciate il nemico, qualunque esso sia […], ma soprattutto, schiacciatelo quando è ancora nell’uovo. Alla gioventù infatti bisogna mirare: bisogna sedurre i giovani, attirarli, senza che se ne accorgano. Andate alla gioventù e, se è possibile, fin dall’infanzia»
Una gioventù corrotta è una gioventù addomesticata, sedata mentalmente e resa incapace di nuocere anche quando sarà adulta e quindi recintata, piegata sotto i dettami della medio-borghesia imperante. Non servono i TSO, non serve la violenza, che anzi darebbe fin troppo nell’occhio, come insegna il romanzo distopico The Giver di Lois Lowry.
Il futuro, quindi, non ci riserverà affatto quel tipo di uomini capaci di rimanere in piedi in mezzo alle rovine, quanto piuttosto uomini privati di ogni Verità e, di conseguenza, di ogni vera Libertà: «Veritas vos liberat».
Una gioventù corrotta è una gioventù addomesticata, sedata mentalmente e resa incapace di nuocere anche quando sarà adulta e quindi recintata, piegata sotto i dettami della medio-borghesia imperante
«Assurda libertà! — dice quello strano incrocio tra un roditore e un geometra che è il protagonista del racconto di Kafka — non devo proprio lamentarmi di essere solo e di non avere nessuno di cui fidarmi. Così certamente non perdo alcun vantaggio e forse mi risparmio qualche danno. Fiducia posso avere soltanto in me e nella tana»
Se un impulso di vera libertà non sorgerà nei giovani –vittime delle generazioni che li hanno preceduti ed «educati» – la Tana e la solitudine saranno le uniche cose di cui la nostra società potrà disporre nel medio-lungo periodo.
Cristiano Lugli
PER APPROFONDIRE
Abbiamo parlato di:
Essere genitori
«Influencer» per genitori condannata per abusi su minori
Una madre americana di sei figli, i cui consigli online sui genitori hanno attirato più di due milioni di abbonati su YouTube, è stata condannata il mese scorso ad almeno quattro anni di carcere con l’accusa di aggravamento di abusi su minori.
Ruby Franke, 42 anni, che gestiva il canale YouTube «8 Passengers», ora cancellata, è stata arrestata lo scorso agosto nello stato americano dello Utah quando suo figlio dodicenne malnutrito è scappato dalla casa di un’altra donna, Jodi Hildebrandt, 54 anni, per chiedere cibo e acqua a un vicino.
Il bambino era stato legato con nastro adesivo e aveva ferite aperte visibili a causa dell’essere stato legato con una corda, secondo i documenti della polizia. Hildebrandt, con il quale Franke collaborava in un’impresa commerciale separata, è stata condannata alla stessa pena detentiva di quattro pene da uno a 15 anni ciascuna.
Entrambe si erano dichiarate colpevoli a dicembre delle accuse di abuso aggravato di secondo grado su minori.
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Scusandosi con i suoi figli dopo la sua condanna, Franke ha detto di aver «creduto che l’oscurità fosse luce e che il giusto fosse sbagliato. Farei qualsiasi cosa al mondo per voi. Ho preso da voi tutto ciò che era tenero, sicuro e buono». Nella sua stessa dichiarazione, la Hildebrandt ha detto che spera che i bambini possano «guarire fisicamente ed emotivamente».
Durante il processo dell’anno scorso, il pubblico ministero Eric Clarke ha detto alla corte che due dei figli di Franke erano stati costretti a vivere in un «ambiente simile a un campo di concentramento» e gli erano stati «regolarmente negati cibo, acqua, letti in cui dormire e praticamente ogni forma di divertimento».
La Franke aveva creato il suo canale YouTube «8 Passengers» nel 2015 e l’estate scorsa aveva accumulato 2,3 milioni di abbonati, molti dei quali attratti dai video della vita familiare suburbana di Franke.
Tuttavia, alcuni spettatori si sono preoccupati nel 2020 quando uno dei suoi figli ha detto in un video che aveva dormito su un pouf per sette mesi. Altri video descrivevano Franke che tratteneva il cibo dai suoi figli e «annullava» il Natale come punizione.
Il canale YouTube «8 Passengers» è stato cancellato nel 2022, lo stesso anno in cui la Franke si era separata dal marito Kevin.
Nell’ambito di un patteggiamento, Hildebrandt – che ha collaborato con Franke in una serie di video di «life coaching» – ha ammesso di essere a conoscenza degli abusi sui minori e di aver costretto uno dei figli di Franke a «saltare più volte in un cactus».
Ha aggiunto che Franke aveva detto ai suoi figli che erano «malvagi e posseduti» e dovevano «pentirsi».
In una dichiarazione rilasciata dal suo avvocato prima del processo l’anno scorso, Kevin Franke ha chiesto che fosse inflitta la pena massima al suo ex partner per l’abuso «orribile e disumano» dei suoi figli.
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Essere genitori
Lucifero vittima ed eroe: i cartoni animati riscrivono il Bene e il Male
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Essere genitori
Bambini travestiti da donne in lingerie bourlesque fatti sfilare per una città spagnola
È emerso online un video di bambini piccoli che prendono parte a una parata in Spagna indossando lingerie in stile burlesque, copricapezzoli e parrucche, con bandiere arcobaleno LGBT attaccate sulla schiena.
Il filmato, girato durante un carnevale annuale a Torrevieja, una città nel sud della Spagna ritenuta «gay-friendly», mostra un gruppo di minori che marcia con diversi che sembrano avere circa 9 o 10 anni o meno.
People in Spain are outraged as footage has emerged of children aged 9 and younger being paraded around the streets wearing burlesque style lingerie, nipple shields, and wigs, with rainbow ‘Pride’ flags attached to their backs. Report here: https://t.co/VhBY5P7TKH pic.twitter.com/b1nzjkUSwE
— m o d e r n i t y (@ModernityNews) February 14, 2024
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Oltre ai reggicalze e alle calze erotiche e succinte, ai bambini è stata posizionata una «X» di nastro nero sui capezzoli e è stato applicato un trucco completo sui loro volti.
Il video mostra i bambini che vengono istruiti a imitare gli adulti eseguendo gesti provocatori per le strade della città di Alicante davanti a spettatori adulti e ad altri bambini.
In un video, si vede una donna che mette qualcosa, presumibilmente dolci, nella bocca dei bambini mentre si muovono.
Alcuni di coloro che hanno pubblicato il filmato hanno notato che il titolo della «performance» era «Prometer hasta meter» che indica qualcuno che promette qualsiasi cosa e poi se ne dimentica una volta ottenuto ciò che voleva.
Altri video mostravano adulti che indossavano gli stessi abiti ed eseguivano gli stessi movimenti.
This parade in Spain of adult women in erotic lingerie with only a piece of tape covering their nipples also involved CHILDREN aged 9 and younger wearing the same costumes. Report here: https://t.co/VhBY5P7TKH pic.twitter.com/g4QSG18Cyv
— m o d e r n i t y (@ModernityNews) February 14, 2024
Abhorrent scenes from the annual carnival parade in Torrevieja, southern Spain on Sunday, small children in lingerie with “pride” flags attached to them as adults watch on!
Everyone involved should be arrested, wtf man?! pic.twitter.com/ja5c0rOI7I
— BravoZulu17 (@BravoZulu__17) February 14, 2024
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Secondo l’account Twitter Right Angle News Network gli organizzatori del numero sarebbero noti per il loro «simbolismo antagonista che prende di mira principalmente il cristianesimo».
Organizers of the Osadía troupe, of Torrevieja, Spain, paraded children in adult-themed attire like garter belts and nipple shields, accompanied by LGBT flags.
The performance, titled "Prometer hasta meter" (promise until you commit), has sparked massive outrage globally.… pic.twitter.com/Bp5OeGsXdO
— Right Angle News Network (@Rightanglenews) February 13, 2024
Va notato come Torrevieja sia governata in solitario dal Partido Popular (PP), la versione spagnuola della Democrazia Cristiana, sempre pronta a compromessi o a vere e proprie aperture alla dissoluzione del mondo moderno. La scorsa estate il sindaco della città presenziò, tra drappi omotransessualisti, alla lettura di un manifesto gay nel corso delle celebrazioni del Pride, riporta il quotidiano catalano La Vanguardia.
Nel manifesto letto alla presenza del primo cittadino del partito conservatore vi erano una presa di posizione sui «divorzi duri che alcuni usano per legittimare la violenza sessista», i quali «hanno bisogno di opposizione» da parte degli omosessualisti. Il machismo come «la violenza di genere esiste e necessita di opposizione. Perché il genere non è un’ideologia e il collettivo LGTBIQ+ non è una lobby. Perché il concetto di famiglia non è impermeabile, non è un uomo e una donna che hanno figli».
Pochi mesi dopo, ecco che, con la scusa del carnevale, anche l’immagine dei figli diviene, come dire, «non impermeabile». Alcuni sostengono che si tratti in realtà di bambine, ma la sostanza non sembra cambiare molto.
¡Confirmado! El vídeo es del carnaval de Torrevieja, según lo publica el Diario de la Vega.
Pero… ¡nadie se ha dado cuenta de que son niñas! pic.twitter.com/7RtWJ47CI0— Esteban Navarro Soriano (@EstebanNavarroS) February 13, 2024
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È piuttosto inutile nascondersi dietro al fatto che si tratta di carnevale: non si tratta nemmeno di adolescenti, si tratta di bambini piccoli, e l’effetto che un simile video fa sull’animo di un genitore è scioccante.
Del resto lo avevano detto: «convertiremo i vostri figli». La canzone dei gay organizzati uscita qualche anno fa, poi subito sparita quando si scoprirono i possibili trascorsi di alcuni cantori coinvolti, di fatto si limitava a riprendere un programma noto.
Nel febbraio 1987, comparve sulla testata americana Gay Community News un testo (che non sarebbe sbagliato etichettare come un vero hate speech eterofobo, ma per quello la legge non c’è e non ci sarà mai) intitolato Gay Manifesto. Lo firmava un certo Michael Swift, che alcuni credono fosse solo uno pseudonimo. L’incipit di tale «Manifesto omosessuale» recitava:
«Sodomizzeremo i vostri figli, emblema della vostra debole mascolinità, dei vostri sogni superficiali e delle bugie volgari. Li sedurremo nelle vostre scuole, nei vostri dormitori, nelle vostre palestre, nei vostri spogliatoi, nei vostri palazzetti dello sport, nei vostri seminari, nei vostri gruppi giovanili, nei bagni dei vostri cinema, nei vostri dormitori dell’esercito, nelle vostre fermate dei camion, nei vostri club per soli machi, nelle vostre Camere dei Deputati, ovunque gli uomini stiano assieme agli uomini. I vostri figli diventeranno i nostri servi e obbediranno ai nostri ordini. Saranno riplasmati a nostra immagine. Verranno a desiderarci e ad adorarci».
Fu detto che in realtà si trattava di satira, di uno scherzo. Insomma, una carnevalata, anche qui. Tuttavia il ritornello si ripete nei decenni.
Come riportato da Renovatio 21, la marcia delle Drag Queen durante il Pride di Nuova York della scorsa estate ha scandito una coretto in piena lucidità: «We’re here, we’re queer, we’re coming for your children», cioè «Siamo qui, siamo finocchi, stiamo venendo a prendere i vostri figli». Com’era? «Prometer hasta meter»…
NYC Drag Marchers chant “we’re here, we’re queer, we’re coming for your children” https://t.co/ucK1qM4fv5 pic.twitter.com/OhBguhWwZY
— Timcast News (@TimcastNews) June 24, 2023
Il carnevale non può essere la scusa per tale abisso di degrado – soprattutto perché bisogna realizzare che il carnevale non è solo uno strumento, è il fine di tutto questo, un mondo che, come nel momento di festa estrema, inverte qualsiasi legge naturale e sociale.
Preparatevi ad una difesa ad oltranza della vostra prole e della sua innocenza.
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